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Unità-Scuola avvio difficile

Scuola avvio difficile. Inizia nella confusione e nell'incertezza l'anno scolastico 2005-2006. Tutta colpa della riforma Moratti "presentata come epocale" dal governo e che "si è appesantita b...

02/09/2005
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l'Unità

Scuola avvio difficile.

Inizia nella confusione e nell'incertezza l'anno scolastico 2005-2006. Tutta colpa della riforma Moratti "presentata come epocale" dal governo e che "si è appesantita ben presto delle critiche e dell'opposizione che un po' da tutti i settori sono arrivati ed è pressoché bloccata". Lo afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini che non fa sconti. Sotto accusa è l'attuazione della legge 53 e le altre scelte del ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. "Scuole più povere di risorse, una conflittualità, fortissima che non ha risparmiato l'uso delle minacce, tanta incertezza e caos, un lavoro tutti i giorni più pesante e privo di un senso fra carte e adempimenti" questo sarebbe il quadro preoccupante della scuola italiana.
Non si ferma alla generica denuncia. La Cgil, in un dossier di circa 58 pagine, elenca tutti i punti critici della riformai: dal tutor ai libri di testo, dal "portfolio delle competenze" all'anticipo della scuola dell'infanzia e della primaria, dal tempo pieno al diritto-dovere all'istruzione e formazione, dall'alternanza scuola-lavoro fino agli organici e alle risorse per l'attuazione della riforma, all'Invalsi, il nuovo Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. L'analisi è dettagliata: dal varo parlamentare all'attuazione, o, come spesso accade, sottolinea la Cgil, alla "non attuazione". Un esempio ulteriore? Il sindacalista richiama il pronunciamento della Corte costituzionale che "ha dichiarato l'illegittimità costituzionale degli anticipi nella scuola dell'infanzia e per coerenza anche di quelli nella scuola primaria. Ad oggi - commenta - non risulta che il Miur abbia compiuto i passi necessari al ripristino della legittimità". Non solo, vi sarebbe anche un pronunciamento del Consiglio di Stato che nei fatti bloccherebbe "la delegificazione della disciplina per le scuole private", bocciando "l'ipotetico regolamento di delegificazione predisposto dal Miur". La conclusione di Panini è che "in quest'ultimo anno di legislatura sarà necessario impedire che sulla scuola pubblica si addensino troppi guasti come risultato dell'attuazione della legge di riforma" perché il governo cercherà di conseguire un qualche risultato proprio sulla scuola per ridurre un fronte del dissenso che - assicura - "si attesta fra i lavoratori del nostro comparto su una percentuale superiore al 70%".


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