Unità: Scuola, a migliaia in piazza per il tempo pieno
Una manifestazione superiore a tutte le aspettative ieri pomeriggio nel centro di Bologna. Con genitori, bambini e insegnanti anche Cgil, Cisl e Uil, l’Altra sinistra, l’assessore Rebaudengo. «Difendiamo un modello di qualità»
di Elisabetta Pagani
Sfilano una a una sotto porta Galliera e, quando alla fine si radunano in piazza XX Settembre e partono in corteo lungo via Indipendenza, si contano oltre 4500 persone. Sono le primarie di Bologna e provincia, che hanno risposto in massa all'appello per la manifestazione di ieri in difesa del tempo pieno e dei fondi per la scuola pubblica. Una protesta annunciata una settimana fa, la sera della visita del ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni. Alla manifestazione hanno aderito politici locali di Prc, Verdi e Cantiere, e i sindacati cittadini e nazionali. Enrico Panini (Cgil) parla di "manifestazione simbolo", Massimo Di Menna (Cisl) chiede «l'intervento di un dirigente ministeriale perché l'amministrazione locale non ha risposto alle richieste», mentre Pino Tuti (Uil) controbatte che è «l'errore è del Governo». Dal canto loro i veri organizzatori, genitori e insegnanti, ribadiscono che «questa è la protesta delle mamme e dei papà».
Il corteo abbandona alle 18 piazza XX Settembre: l'orario non è casuale, ma coincide con la fine del tempo pieno. Famiglie e docenti, fra i quali alcuni presidi, raggiungono piazza Re Enzo, e lì le mamme delle Zamboni infilzano un paio di forbicine in una torta per rendere chiaro il loro «no ai tagli». L'assessore comunale Milli Virgilio non fa in tempo a tornare da Roma, mentre il collega della Provincia, Paolo Rebaudengo, sottolinea con la sua presenza «l'importanza del tema, ma - precisa - non partecipo a una manifestazione antigovernativa perché il ministro sta mostrando molta attenzione».
La pensa diversamente, però, la totalità di insegnanti e genitori. «Una straordinaria protesta spontanea - afferma una delle organizzatrici, Marzia Mascagni insegnante delle Longhena -. Ora continuiamo con la mobilitazione e la settimana prossima faremo un'assemblea. Inoltre abbiamo chiesto di partecipare al tavolo tecnico proposto da Fioroni». Gli studenti dai 6 ai 10 anni sono moltissimi, avvolti in bandiere che gridano «sono un bimbo a tempo pieno». «Sono ore divertenti - dice Luca, 9 anni -, si studia, si gioca, e le maestre sono simpatiche». Numerosi anche i papà, usciti prima dal lavoro per partecipare. Angelo Guerriero ha due figlie, una in spalla che frequenta l'ultimo anno d'asilo, l'altra a mano che è in prima alle Matteuzzi-Casali: «Siamo proprio tanti - esclama -, per fortuna, perché bisogna difendere questo modello di qualità». Mentre la banda Roncati anima il corteo, Morena Rossetti, con un bimbo che l'anno prossimo andrà in prima, spiega: «Lui è in una delle 102 classi incerte. Serve una legge chiara perché - continua indicando l'altra figlia di 12 anni - ho già lottato per lei. E' ora che il tempo pieno diventi un diritto garantito».