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Unità-Sanità malata grave

08.02.2004 Sanità malata grave di Livia Turco Oggi scioperano i medici, i veterinari, gli addetti ai laboratori. Si tratta di un fatto di grande rilievo che la politica deve saper cogliere ed a...

09/02/2004
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l'Unità

08.02.2004
Sanità malata grave
di Livia Turco

Oggi scioperano i medici, i veterinari, gli addetti ai laboratori. Si tratta di un fatto di grande rilievo che la politica deve saper cogliere ed a cui essere all'altezza. Prendere sul serio questa protesta significa anzitutto coglierne la portata politica generale. I medici, a partire dalla loro esperienza quotidiana e dalla loro professionalità, lanciano un allarme forte: la sanità pubblica si sta indebolendo - nonostante la cura dei suoi operatori e dei tanti volontari - mettendo completamente a rischio il diritto alla salute dei nostri cittadini.

Non era mai accaduto nella storia del nostro paese che tutti i medici fossero in prima linea in una battaglia forte per la difesa del Servizio Sanitario Nazionale universalistico e solidale. Ciò va a loro merito. È motivo di fiducia e di conforto per il nostro paese constatare che la classe medica opera anzitutto per il "bene e salute" del suo paese e non è arroccato nella difesa di interessi corporativi. Per questo i medici non possono essere marginalizzati ma devono essere attentamente ascoltati per affermare col bene primario che è il diritto alla salute a cui è connesso tanta parte del benessere delle persone e dell'equità di una società.

La politica deve anzitutto raccogliere l'allarme sul rapido declino del Servizio Sanitario Nazionale. Un declino dovuto alla morsa del sottofinanziamento, del razionamento economico che si sta configurando - grazie alla politica del governo - come una vera e propria emergenza. Il totale dei disavanzi del periodo 2001-2004 porta a 22 miliardi euro. Cui va aggiunto il drastico taglio delle risorse per investimenti sia nell'edilizia sanitaria che nelle tecnologie. Per non parlare delle esigue risorse stanziate per il rinnovo dei contratti dei medici. L'altro rischio mortale che corre la sanità, denunciata dai medici, è la proposta della devolution che frammenterà il Servizio Sanitario Nazionale in tanti differenti servizi regionali con una prevedibile, drastica, riduzione dell'intervento pubblico e la sostanziale cancellazione del diritto alla salute, che è tale, se si concretizza in livelli di assistenza omogenei ed esigibili su tutto il territorio nazionale. Raccogliere questo allarme che viene dai medici significa invertire l'ordine dell'agenda politica e mettere la salute dei cittadini al primo posto.

La sanità e le politiche sociali sono diventate una grande questione nazionale perché adesso è sempre più connessa la qualità della vita dei cittadini e l'equità sociale del nostro paese. Ci sono altre questioni rilevanti poste dalla vertenza dei medici che riguardano la loro professionalità e che ci vedono attenti ed impegnati anche nella ricerca di soluzioni nuove. Si tratta della "applicazione di un corretto concetto di aziendalizzazione che oggi è usato come esclusivo obiettivo di contenimento economico conseguito attraverso l'eccessivo potere monocratico dei direttori generali"; della reale partecipazione dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale alla gestione clinica dell'azienda sanitaria; della introduzione di una tutela assicurativa obbligatoria per l'attività medica e per i dirigenti sanitari; della realizzazione di una seria politica contrattuale che porti ad una rapida definizione dei rinnovi contrattuali. Governo clinico e ruolo dell'ufficio di direzione nelle aziende; modalità di selezione dei dirigenti; modalità di attuazione dell'esclusività di rapporto legata al nuovo contratto nazionale ed ai modelli organizzativi locali: sono, questi, obiettivi che devono trovare una concreta realizzazione.

Ai medici del nostro paese vogliamo giunta da parte dei democratici di sinistra la consapevolezza che la "questione medica" pur presente nel dibattito politico ormai da decenni oggi abbia caratteristiche del tutto inedite. Perché il medico si trova dentro un conflitto di segno nuovo tra una società civile che chiede più attese di vita, più qualità dei servizi, più effettività dei propri diritti, più umanizzazione degli approcci e delle relazioni ed un economicismo che non esita a condizionare anche pesantemente quello che è sintetizzabile nella espressione "scienza e coscienza" con gravi ricadute sulla copertura e sulla garanzia per il cittadino. Alcune problematiche della professione medica ci sembrano di grande rilievo.
1) La spiccata tendenza ad espropriare il medico della facoltà di decidere ciò che è appropriato, giusto, opportuno, in una parola su ciò che è necessario al malato nella sua specificità e singolarità.

2) L'ormai evidente confusione tra "responsabilità" e "imputabilità" cioè il considerare la pratica clinica come il terreno del contenzioso legale rivolto in genere contro medici e istituzioni sanitari, e ancor più grave, come il terreno sul quale delegare alla Guardia di Finanza la verifica degli esiti dei comportamenti professionali. È come sottoporre le ragioni bioetiche e scientifiche dei medici ad un controllo esclusivamente finanziario, o ancor peggio, giudiziario.

3) La discussione dei valori professionali intesi nel loro complesso, dal momento che tutte le vertenze contrattuali aperte, ai diversi livelli, hanno come comune denominatore quello di una svalutazione di fondo di un'intera categoria, considerata evidentemente come non funzionale alle politiche di riduzione della spesa sanitaria.

Temiamo che la compromissione delle basi etico scientifiche dello statuto professionale del medico si ripercuota su quello della medicina che, in ultima analisi rappresenta, nel suo insieme, i contenuti, i saperi, le competenze dei servizi e delle prassi, e quindi logori da dentro un sistema sanitario già logorato da fuori attraverso persistenti poltiche di razionamento.

Ai medici che oggi scioperano giunga il nostro sentimento di gratitudine, la nostra profonda attenzione e l'impegno a costruire un dialogo costante per migliorare la sanità del nostro paese. Nel bene dei suoi cittadini.


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