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Unità: Salviamo la ricerca

l'appello

27/06/2007
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l'Unità

Al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Signor presidente della Repubblica, Ricerca e istruzione rappresentano il primo punto nella cosiddetta «Agenda per la crescita» adottata dal Governo, ma notiamo, con grande amarezza, che nessuno dei buoni propositi annunciati a favore di Università e Ricerca è stato realizzato dopo un anno di legislatura. Al contrario, i fondi, che erano già scarsi, sono diventati drammaticamente insufficienti e le riforme promesse sono tuttora «imbalsamate».
Imbalsamate da nuove normative, la cui discussione sta creando una fase di stallo apparentemente senza fine. In primo luogo, la finanziaria ha destinato solo 300 milioni di euro alla ricerca pubblica, contro ben 700 milioni assegnati a quella delle imprese: si perpetua così la cronica miopia di molti governi di questo Paese, che da sempre trascurano la ricerca pubblica ed in particolare quella di base, che è il vero motore del progresso scientifico e tecnologico. Al contrario, Paesi il cui mercato imprenditoriale è anche più avanzato che in Italia investono nella ricerca pubblica ingenti risorse e significative porzioni del Pil. Inoltre, è tuttora ignoto il destino di una parte dei fondi assegnati al Cnr, accantonati dalla finanziaria nel 2007 e mai restituiti: non se ne ha notizia, malgrado una petizione organizzata dal Manifesto dei Ricercatori (sottoscritta da oltre 1000 firme) ed un’interrogazione parlamentare del gruppo PCdI-Verdi al Senato. Come se non bastasse, il bando per i progetti ministeriali Prin (Progetti di Ricerca d’Interesse Nazionale), una delle poche fonti di finanziamento per la ricerca pubblica, è al momento bloccato e già in gravissimo ritardo sulla tempistica prevista. Le cause del blocco sembrano essere almeno due: il ritardo nella definitiva approvazione del budget, a nostro parere comunque insufficiente, da parte del Ministro Padoa Schioppa e la presenza di un cavillo burocratico sfuggito ai tecnici del Ministero, che bloccherebbe il decreto alla Corte dei Conti.
Dulcis in fundo, i concorsi per i «famosi» 2000 nuovi posti di ricercatore universitario, dichiarati imminenti in molteplici occasioni, non sono in realtà mai stati banditi, perchè ancora si discute sul nuovo regolamento di reclutamento, che appare alquanto farraginoso nelle bozze che ci sono pervenute. Inoltre, la promessa istituzione della terza fascia della docenza langue ed i concorsi per professore associato ed ordinario sono bloccati per effetto della legge Moratti, che è ancora in vigore, malgrado il Governo abbia dichiarato di volerla modificare.
Nelle università e negli enti di ricerca siamo costretti da anni a sforzi enormi per lavorare in cronica carenza di fondi; nonostante ciò, fino ad oggi abbiamo portato avanti il nostro lavoro con serietà ed entusiasmo. Ora si è superato il limite e siamo ormai al punto in cui passione e dedizione non bastano più. Se le cose non miglioreranno in tempi brevi, non ci resterà che chiudere i laboratori, con gravi conseguenze anche sulla didattica universitaria. È probabilmente superfluo sottolineare che la ricerca è un’attività soggetta a forte competizione internazionale e la sua interruzione, anche per un solo anno, può comportare ritardi e danni irreversibili. Si corre il serio rischio di strangolare le ricerche di migliaia di gruppi e di compromettere il futuro di decine di migliaia di giovani.
Caro Presidente, Lei ha dimostrato grande sensibilità a questi temi, sottolineando più volte come la ricerca scientifica sia elemento prioritario per la crescita del paese, anche in situazione di scarsità di risorse. Per questo motivo, Le rivolgiamo il nostro appello, pregandola di intervenire personalmente presso il Ministro Mussi ed il Governo, affinché s’instauri un dialogo produttivo con chi fa didattica e ricerca nelle Università e negli Enti, per superare questa fase di stallo ed attuare in tempi brevi dei provvedimenti condivisi e veramente risolutivi a favore della ricerca scientifica. Certi di un suo interessamento, Le inviamo i nostri più cordiali saluti.
La Sapienza, Roma; Gianni Dehò, Università
di Milano; Margherita Hack, Università di Trieste; Angelo Peccerillo, Università di Perugia; Giovanna Riccardi, Università di Pavia; Francesca Matteucci, Università di Trieste; Laura Gardini, Università di Urbino; Leonard G. Robbins, Università
di Siena
seguono altre 195 firme


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