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Unità: Salvaprecari modificato ma non vale per i trasferiti

Chi ha insegnato nel 2009/2010 ha diritto al punteggio così come per l’anno precedente. Nel frattempo molte persone sono andate da Sud a Nord. Cgil: si riaprano i termini

16/09/2010
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l'Unità

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Giulia è tornata a casa e oggi accompagnerà Vittoria, la sua bambina, con la cartella nuova al suo ingresso in prima elementare. Il decreto «salva precari» è stato modificato ed ora potranno usufruire anche coloro che, come Giulia, hanno avuto un incarico nell’anno scolastico 2009/2010. Lei lo ha saputo in tempo, con la cortesia di un preside che ha avuto la gentilezza di aspettare che Giulia facesse una dozzina di telefonate prima di decidere se firmare o no quell’incarico per dieci mesi a più di mille chilometri di distanza dalle sue bambine. Una dozzina di telefonate necessarie per rincorrere una voce di corridoio, un’ipotetica modifica sussurrata come già approvata ma di cui non si riusciva ad avere notizia certa. Una modifica che i sindacati ritenevano inevitabile per sanare le incongruenze e le iniquità del decreto, che riservava i benefici ai soli precari 2008/2009. Inevitabile certo, ma procrastinabile secondo il Ministro Gelmini. Non c’è fretta di ampliare dei benefici, tanto meno di darne notizia. Cosi facendo, migliaia di precari ignari della possibilità che di lì a poco sarebbe stata loro offerta,hanno accettato incarichi in città lontane da casa e dalle famiglie, solo per ottenere quel punteggio che li farà avanzare nella graduatoria infinita degli insegnanti in attesa di una cattedra. Sono davvero pochi, infatti, quelli che accettano per lo stipendio. «Tra quello che spendo per mantenermi fuori, l’affitto e le spese di riscaldamento che a Nord sono insostenibili – spiega Lucia, che da Salerno è stata chiamata per insegnare tra le montagne di Como – e quello che spendo per scendere il più possibile dai miei bambini, non rimane granché. Se dovessi farlo per i soldi, sarei più saggia a rimanere a casa e dare ripetizioni, guadagnerei di più». È la raccolta punti, insomma, quella che spinge ad accettare nonostante le difficoltà economiche e mo rali. Il Ministro lo sa, ed è per questo che ora regalerà dodici punti anche ai precari che hanno lavorato lo scorso anno, purché abbiano avuto la preveggenza o l’illuminazione di non accettare il posto della coda (ossia la cattedra al di fuori della città prescelta). Il solito modo, insomma, per dire che si è fatto qualcosa, non soffermandosi troppo sull’effettiva fruibilità del beneficio e sulla reale consistenza del privilegio offerto. Il Segretario della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo garantisce che dovranno necessariamente riaprirsi i termini di accettazione, ipotizzando che anche coloro che hanno firmato per l’incarico di coda potranno rinunciare alla trasferta ed ottenere ugualmente i dodici punti del decreto «salva precari». Data la tempestività dei provvedimenti, però, è lecito chiedersi quando e se verrà offerta questa possibilità, oltre al fatto che resta da vedere se verranno annullate d’ufficio tutte le firme per accettazione o se i firmatari saranno costretti a licenziarsi, perdendo in questo modo il diritto all’indennità di disoccupazione. In ogni caso, ci saranno altre cattedre scoperte, lezioni che inizieranno in ritardo ed ulteriore confusione. Ed un legittimo dubbio sul premio finale di questa estenuante raccolta punti. Intanto, piccola Vittoria, entra in quella scuola e falla tua.

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