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Unità-Roma, tanti bambini in piazza. Per difendere il piacere di stare a scuola

Roma, tanti bambini in piazza. Per difendere il piacere di stare a scuola di wa.ma. Pastelli, tele colorate, dolci e palloni. Bandiere della pace, striscioni, un banchetto per le firme, un megafo...

22/11/2003
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l'Unità

Roma, tanti bambini in piazza. Per difendere il piacere di stare a scuola
di wa.ma.

Pastelli, tele colorate, dolci e palloni. Bandiere della pace, striscioni, un banchetto per le firme, un megafono, grembiuli-cartelloni. È proprio una "Festa-protesta", come è stata definita, coloratissima e gioiosamente caotica, quella organizzata dal Coordinamento insegnanti e genitori del IV Municipio insieme alle Montessori del VII Circolo (Villa Paganini, Santa Maria Goretti, Via dei Marsi), stamattina a Piazza Sempione, a Roma, per impedire i tagli al tempo pieno voluti dalla Moratti.

"Ci piace stare a scuola, Ministro lasciaci il tempo pieno " recita uno striscione costruito per l'occasione da Enrico e Alessandro. Loro l'hanno condito con un esplicito "Moratti buu" che alla maniera dei bambini dice lo scontento generale verso "la Letizia di cui la scuola non ha bisogno".

Le questioni sul tavolo del coordinamento che ha organizzato la manifestazione di oggi sono tante e fondamentali. E si trovano riassunte in una mozione approvata in un'Assemblea del 10 ottobre, che del coordinamento rappresenta la data di nascita. Dove si chiede "che venga rispettato il diritto delle famiglie di poter usufruire del Tempo Pieno nella scuola elementare e del Tempo Prolungato nella media"; il diritto dei bambini ad avere una scuola a misura di allievo", "che siano garantiti gli insegnanti necessari", come "la pari dignità di studio agli alunni portatori di handicap attraverso la conferma degli insegnanti di sostegno".

Ma cosa prevede il progetto di riforma scolastica governativo? Tagli su tagli alle risorse della scuola pubblica, che portano a ridisegnare completamente il percorso formativo e pedagogico della scuola dell'infanzia e di quella superiore. In particolare cancella il tempo pieno per le materne e elementari, e il tempo prolungato per le medie, riducendo l'orario scolastico dalle 40 alle 27 ore. Oltre a cambiare la natura del tempo mensa che verrà gestito da privati, a far scomparire la collegialità dell'insegnamento, a cambiare la composizione delle classi (che saranno formate da 28 alunni con ampia differenza di età).

"Noi ci stiamo mobilitando in tutta la città. Abbiamo fatto già delle manifestazioni alla Magliana, al Tiburtino, a Primavalle. La festa-protesta di oggi dovrebbe lanciare la manifestazione nazionale di Bologna di sabato prossimo, 29 novembre, in difesa del tempo pieno e della scuola pubblica spiega Piero Castello, maestro Montessori alla Magliana da 27 anni Cancellare il tempo pieno prima di tutto vuol dire non tenere conto di un bisogno sociale. In altri termini, aggrava il bilancio economico delle famiglie, e annulla la richiesta di servizi. Per quel che riguarda la Montessori, poi, vuol dire sostanzialmente smantellarla e con lei un principio pedagogico. Il tempo pieno, infatti , è uno dei cardini di questo sistema".

Se gli insegnanti sentono minacciate le basi stesse del loro lavoro educativo, i bambini rischiano di vedersi privare della possibilità di stare insieme. Non solo studiando: "A noi il tempo pieno piace. Perché facciamo sport e musica", dicono all'unisono Guglielmo e Lorenzo, mostrando i cartelloni con la scritta: "Noi che a scuola siamo abituati a fare, con il decreto ci dobbiamo misurare". I commenti in giro dei genitori sono i più preoccupati e perentori. "L'abolizione del tempo pieno sarebbe una catastrofe", dice senza mezzi termini Marica, un bambino in una mano, uno in un'altro. "A me complicherebbe enormemente la vita. Ma non è questo il punto. È un problema politico, prima di tutto", afferma decisa un'altra mamma. "Io ho 2 figli alla Montessori racconta Daniele e ci tengo che sia mantenuto il principio fondante "aiutare a fare da soli". I bambini fanno tantissime attività, a cominciare, per esempio, dalle gite. Al di là del problema politico, dei soldi alle private, e dei problemi dei genitori, quel che mi interessa sottolineare è che il tempo pieno è una ricchezza di cui è ingiusto defraudare i bambini".

Quei bambini di cui si parla oggi non la smettono un attimo di dipingere, organizzare girotondi, giocare a nascondino, e ridere e scherzare ignari. Uno striscione recita "Tempo pieno non è tempo perso". E forse, se non ci fosse, oggi l'atmosfera sarebbe un po' meno allegra.


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