Unità-Roma-Contro la Moratti paralisi università
Contro la Moratti paralisi università I corsi dovevano cominciare ieri, ma docenti e ricercatori sono in sciopero Gli studenti: "Per noi è grave perdere lezioni, ma condividiamo la protest...
Contro la Moratti paralisi università
I corsi dovevano cominciare ieri, ma docenti e ricercatori sono in sciopero
Gli studenti: "Per noi è grave perdere lezioni, ma condividiamo la protesta"
Wanda Marra
Un gruppetto di studenti riuniti intorno a una cattedra: a uno sguardo superficiale sembra l'immagine di una lezione normale. Ma una seconda occhiata rivela che non è cosi: in una delle aule al piano terra di Psicologia 1 della Sapienza i ragazzi circondano un computer, davanti al quale è seduta una studentessa. Stanno approfittando del blocco delle lezioni iniziato proprio ieri (e che durerà fino a lunedì prossimo) per preparare una relazione. "La protesta dei ricercatori? Certo, ci sembra giusta. Ma la nostra prima tranche di lezioni va dal 4 ottobre al 5 novembre. E così, una settimana in meno non è proprio uno scherzo", commenta Francesca, capelli biondi corti, aria determinata. E come lei, in facoltà, che le lezioni non ci sono lo sanno quasi tutti: da giorni campeggia un cartello che spiega come l'inizio della didattica è rimandato dal 4 all'11 ottobre per protesta contro il Disegno di Legge Moratti e per appoggio ai ricercatori, che hanno deciso di rinunciare ad affidamenti e supplenze. Intanto, la mobilitazione si sta allargando a macchia d'olio in tutto l'ateneo. Ieri, i Presidenti dei Consigli dei Corsi di Laurea di Scienze Umanistiche hanno deciso di bloccare la didattica e gli esami sino al Consiglio di Facoltà dell'11 ottobre prossimo, che deciderà i modi attraverso i quali sviluppare la protesta, mentre i docenti trasformeranno le prime lezioni previste in questo periodo in occasioni di incontro e discussione con gli studenti. Nella facoltà di Lettere e Filosofia, l'inizio dei corsi è stato rinviato di 15 giorni. È bloccata per questa settimana la didattica anche a Medicina, Psicologia 2, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Non ci saranno lezioni per la seconda settimana di seguito a Ingegneria. Mentre riprendono le lezioni ad Architettura 1 dopo il blocco della scorsa settimana. Ma c'è di più: giovedì mattina il Senato accademico si riunirà e deciderà con ogni probabilità di ritardare l'inizio dell'anno accademico. Nel frattempo, fuori professori e studenti manifesteranno contro il Ddl. "Protestiamo perché la Moratti vuole smantellare l'università pubblica, condannare alla precarietà le nuove leve, utilizzare ma non riconoscere l'attività didattica dei ricercatori, penalizzare complessivamente la qualità dell'istruzione e della ricerca", spiega Maurizio Trebbi, responsabile del Coordinamento nazionale dei ricercatori per la Sapienza. E in tutto l'ateneo, si respira un'atmosfera di perplessità mista a una sostanziale solidarietà. "Non ci ho capito niente", dice Marica sulle scale di Scienze Umanistiche, insieme ad altre 2 matricole come lei, che cercano di stabilire se le lezioni ci saranno o no, e quali sono i motivi dell'agitazione.
Mentre Luigi Frati, Preside di Medicina, una facoltà che conta 10mila iscritti, ci tiene a sottolineare non solo i danni del Disegno di legge in causa ma anche le sue, non meno gravi, omissioni: "Riteniamo che il Ddl non affronti i veri problemi dell'università che sono la ridefinizione congrua dei finanziamenti, la necessità di stabilire le modalità di funzionamento del sistema universitario, che implica la scelta di decidere se si tratta di un sistema di università autonome e in competizione tra loro pur nell'ambito della programmazione nazionale oppure di un sistema di rigida programmazione centrale". Frati ha anche una sua proposta: "La riforma dello stato giuridico della docenza può anche venire: vanno date le idoneità a livello nazionale, mentre il reclutamento effettivo è di pertinenza delle università". Proprio a Medicina giovedì a mezzogiorno ci sarà un'assemblea indetta dal Coordinamento dei Ricercatori alla quale sono state invitate le associazioni sindacali, il Rettore, il Prorettore, tutto il corpo docente e i parlamentari.
E se La Sapienza è in prima linea nella mobilitazione, anche a Tor Vergata la protesta comincia a entrare nel vivo: ieri nella Facoltà di Scienze è stato il primo giorno di blocco delle lezioni, il cui inizio, su delibera del Consiglio di Facoltà, è stato spostato a lunedì prossimo, a patto che ci siano le condizioni. Così, gli studenti sono stati accolti da un'assemblea informativa.