Unità-Riforma Moratti: il diritto all'ignoranza
ROMA A scuola di ignoranza. Ma con opzione. La riforma Moratti offre una grande opportunità alle famiglie: avranno la libertà di scelta su che tipo di istruzione impartire ai propri figli. Liber...
ROMA A scuola di ignoranza. Ma con opzione.
La riforma Moratti offre una grande opportunità
alle famiglie: avranno la libertà di
scelta su che tipo di istruzione impartire ai
propri figli. Libertà di scelta di un'istruzione
personalizzata. Libertà di scelta di iscrivere i
ragazzi solo ai corsi ritenuti idonei per il
loro sviluppo. Libertà di scelta affinchè la
cultura dei propri figli sia prossima allo zero.
Perchè nella scuola del nuovo millennio,
quella pubblica, all'avanguardia, quella che
dicono sia in linea con le nuove direttive
europee, si studierà di meno. E saremo autorizzati
a farlo già da settembre. Prima ancora
che la riforma entri di fatto a regime. "Ci
riducono il tempo scuola e la qualità della
formazione - borbotta Margherita D'Onofrio,
docente di scienze matematiche in una
scuola media romana - Fino ad oggi abbiamo
lavorato al fine di offrire a tutti i ragazzi
le stesse opportunità, la stessa istruzione.
Ora ilministro ha deciso di invertire la rotta
e ripristinare la vecchia società di classe. Ha
ridotto le ore di lezione comuni il che significa
che chi se lo potrà permettere manderà i
propri figli a dei corsi privati per supplire a
quello che la scuola pubblica non offre più".
Educazione all'osso Il monte ore di lezione
obbligatoria, infatti, è stato ridotto. Da
30 a 27. Sia per la scuola primaria che per
quella secondaria di I° grado. Nel contempo
sono state generalizzate alcune materie come
la seconda lingua straniera. Ragion per
cui è impensabile credere a chi perpetua nel
dire che nulla è cambiato. Ameno che "nulla
" non venga tradotto con l'aver ridotto
all'osso il pacchetto curricolare preesistente.
Certo, ci sarebbero sempre quelle tre o sei
ore opzionali che potrebbero venir utilizzate
per recuperare i minuti preziosi decurtati
dalle ore mattutine. Ma sono facoltative. E
non ci sarebbe di che stupirsi nell'ipotesi,
quanto mai verosimile, che non tutti i ragazzi
frequentino le aule scolastiche oltre il minimo
necessario previsto per legge: ovvero
891 ore.
Opuscolo a go go Queste notizie non
sono nuove. Pochi mesi fa la Moratti aveva
diffuso, ancor prima che le parole venissero
ufficializzate sulle carte del decreto legislativo
59 e della circolare 37, le sue intenzioni.
Tutto aveva già traversato Tv, radio, carta
stampata e opuscoli. Quei patinati librettini
in verde azzurro realizzati a proposito dal
dicastero per informare i diretti interessati
della "rivoluzione". Recapitati, tra l'altro, anche
agli ultimi licenziatari di quinta elementare
non sfuggiti alle volontà democratiche
della scuola del futuro. Una scuola che il
ministro vuole fondata, per l'appunto, sulla
libera scelta. "Potrai scegliere la formula a
tempo pieno o la formula del solo orario
obbligatorio. Potrai anche limitarti a frequentare
solo alcune ore aggiuntive alle 27
settimanali come, ad esempio, due o tre ore
nelle quali la scuola ha organizzato corsi che
rispondano al tuo interesse: dal latino al giardinaggio,
dal laboratorio di falegnameria ad
uno strumento musicale".
Studenti e prof ballerini "Pazzesco! -
esclama Anna Maria Curci, insegnante di
tedesco - perfino l'inglese che è portato in
palmo dimano con le sue tre "i" dalla Moratti
deve ritagliarsi uno spazio tra le ore facoltative.
Ore che saranno attivate solo se le famiglie
al momento dell'iscrizione abbiano optato
per quel corso. Che ne sarà dei professori?
Saranno dei ballerini, dipendenti delle scelte
annuali dei genitori e privati di qualsiasi strumento
per pianificare programmi sul lungo
periodo". Ogni scuola usufruendo della legge
sull'autonomia (non abrogata) dovrà presentare
la propria offerta formativa per un
massimo di 198 ore annue. E dovrà altresì
utilizzare, per realizzarla, quei docenti colpiti
dalla forbice del taglio dell'orario di cattedra
(più o meno tutti). Ma le ore opzionali
si potranno frequentare anche in un altro
istituto rispetto a quello in cui uno è iscritto.
"Certo - afferma Silvia Gelardi, dirigente scolastico
dell'Istituto Volponi di Urbino - se
non si hanno risorse per proporre un proprio
Pof, è possibile consociarsi in una rete
di scuole. Ma il ministro non ci ha spiegato
come certificare quelle ore. Se un ragazzo
optasse per un corso che non ho, la materia
da facoltativa si trasformerebbe in curriculare
per cui soggetta a valutazione. Ma chi la
insegna è un docente di un'altra scuola. In
consiglio di classe chi viene? Lo devo pagare?