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Unità-Riforma della docenza: il governo pone la fiducia, le università in rivolta

28.09.2005 Riforma della docenza: il governo pone la fiducia, le università in rivolta di red "Un ennesimo colpo di mano della Moratti", così i senatori dell'Unione a cominciare dal capogruppo...

28/09/2005
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l'Unità

28.09.2005
Riforma della docenza: il governo pone la fiducia, le università in rivolta
di red

"Un ennesimo colpo di mano della Moratti", così i senatori dell'Unione a cominciare dal capogruppo ds Gavino Angius commentano la decisione annunciata in mattinata dal ministro Carlo Giovanardi di porre la fiducia sul disegno di legge delega sullo stato giuridico di docenti e ricercatori, ultima branca della riforma Moratti. Si voterà giovedì 29 settembre, alle 11. Nel frattempo proprio contro il ddl gli atenei sono di nuovo in rivolta e sotto Palazzo Madama docenti e ricercatori universitari hanno organizzato un presidio nazionale con megafoni e cartelli. "No alla precarizzazione della conoscenza", si leggeva. O anche: "Un solo esubero: Moratti". I manifestanti hanno anche cercato di bloccare il traffico, respinti a schiaffi e spintoni dalla polizia.

Intanto la Moratti in aula difende la sua ultima "creatura", quel ddl che secondo i suoi, tanti, detrattori allunga il precariato con il risultato di aumentare la fuga dei cervelli. "È solo un tassello, sia pure importante, di una politica di interventi assai più ampia". E poi: "Si fonda su una visione già attuata nei principali paesi dell'Unione Europea, basata su un'ampia
immissione di giovani che si formano nella ricerca e sul loro successivo inserimento nella docenza in base al criterio della selezione meritocratica".

Le organizzazioni della docenza contestano l'impianto del disegno di legge delegato e insorgono contro la fiducia che interrompe bruscamente il dibattito in Commissione. "L'università dicono i lavoratori del Nidil-Cgil- non può assolutamente accettare, nel merito e nel metodo, un provvedimento che decreterebbe la fine della ricerca scientifica in Italia, oggi portata avanti soprattutto dai ricercatori precari che, se passasse il disegno di legge Moratti, resterebbero precari a vita".

È "una legge bavaglio", sottolinea Angius. "Non una riforma ma una controriforma, una legge che appiattisce, sottrae e rende todos caballeros. L'unica legge che il governo ha varato in cinque anni sull'università- fa notare -, viene ora sottratta alla valutazione a al confronto con il Parlamento grazie alla fiducia".

"L'interruzione della discussione in commissione è poi estremamente grave e rappresenta - hanno spiegato in un comunicato unitario Adi, Adu, Andu, Apu, Auri, Cisal-università, Cisl-università, Cnru, Cnu, Firu, Flc-Cgil, Snals-università, Sun, Uilpa-Ur e Udu - uno strappo alle normali procedure parlamentari". Secondo i promori della protesta "appare veramente irresponsabile affrontare temi di notevole complessità e certamente sensibili sul piano dei valori costituzionali e degli interessi di un grande numero di cittadini (in primo luogo gli studenti e le loro famiglie) senza la condivisione del mondo universitario". Denunciano quindi "il clima di confusione e di scollamento nel quale si apre questo assurdo dibattito parlamentare in Aula, senza che si sia cercata alcuna convergenza con i rappresentanti del mondo universitario che, con unanime deliberazione, hanno respinto il progetto". Il ddl sullo stato giuridico dei docenti universitari "non ha copertura finanziaria e non risponde alle esigenze delle università, soprattutto sul fronte dei giovani, della valutazione e della ricerca", ha dichiarato Maria Chiara Acciarini, capogruppo Ds nella commissione Istruzione, intervenendo nell'aula del Senato.

"Alla commissione Istruzione non è stata data la possibilità di lavorare. Il parere della commissione Bilancio - ha sottolineato Acciarini - è arrivato nell'ultimo giorno utile. Eppure contiene osservazioni che non si possono ignorare: risulta evidente che l'intero articolo 2 relativo al sistema di valutazione deve essere completamente cancellato perchè palesemente privo di copertura finanziaria. Così come viene richiesta la cancellazione di quelle parti degli articoli di finanza creativa in cui si collega in maniera approssimativa, per usare un eufemismo, l'andamento dei pensionamenti alle possibilità di assunzione da parte delle strutture universitarie".

Insomma, alla vigilia di una Finanziaria complicata, il ministro dell'Istruzione forza la mano su un testo che pretende di operare modifiche nella struttura dell'università italiana "senza stanziare i fondi necessari".


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