Unità: Ricerca, il buco nero. Anche le stelle sono commissariate
Sergio de Julio all’istituto di Astrofisica Pacini: «Sono spariti 20 milioni di euro»
di Cristiana Pulcinelli / Roma
ALLA FINE per l’Inaf è arrivato il commissariamento. L'Istituto Nazionale di Astrofisica era in sofferenza da tempo, tanto che la comunità scientifica aveva chiesto più volte di trovare una soluzione. I venti direttori delle strutture che fanno capo all’Istituto, nonché l'intero consiglio scientifico dell'ente, in una riunione con il ministro dell'Università e della ricerca Fabio Mussi, avevano all’unanimità invocato un provvedimento. Il presidente Prodi ha firmato: commissario è stato nominato Sergio de Julio, già presidente dell’Asi, l'Agenzia Spaziale Italiana.
Franco Pacini, dell'Osservatorio di Arcetri, che è stato anche presidente dell'Organizzazione mondiale degli astronomi, aveva denunciato più volte la situazione drammatica in cui si trovava l’Istituto. Ora attende fiducioso i nuovi sviluppi.
Professor Pacini, come si è arrivati a questo punto?
L’astronomia italiana aveva bisogno di un istituto nazionale. Dopo tanti anni di battaglie, nel 2000 l’ha ottenuto. Ma, nel giro di poco tempo, le sue funzioni sono state distolte. Il fatto è che l’Inaf doveva raccogliere l’eredità della ricerca in questo campo del Cnr, ma anche dei 12 osservatori astronomici sparsi sul territorio nazionale. Ognuno di questi osservatori aveva una storia antica: molti erano nati prima dell’unità d’Italia e avevano una tradizione di autonomia. A partire dal 2003, con il ministro Moratti, l’autonomia è sparita e la gestione è diventata estremamente centralizzata. Su questo punto, il Consiglio di amministrazione, che non aveva nessun rappresentante della comunità astronomica italiana, si è spinto anche oltre quello che imponeva la Moratti.
E per quanto riguarda i finanziamenti?
Abbiamo presto raggiunto la povertà. Precedentemente il ministero ci dava fondi per i grandi progetti nazionali e internazionali di anno in anno. Ad esempio, il telescopio in Arizona, che è il più grande del mondo nell’emisfero nord, è italiano per il 25%. Improvvisamente, i soldi sono spariti: la dirigenza non è stata efficiente nell’andarli a cercare. Non si tratta di spiccioli, ma di circa 20 milioni di euro che sono venuti a mancare. Anche l'immissione nell'Inaf del personale Cnr non è stata accompagnata da un corrispondente trasferimento di fondi tra i due enti.
Il risultato?
Il risultato è stato disastroso. Non dimentichiamo che l’astronomia, nei rapporti sulla qualità della ricerca, è risultata prima tra le scienze italiane. Ma, con la riforma, lavorare era difficilissimo. I successi scientifici di cui si vantava il nuovo Inaf, in realtà erano successi che derivavano da attività cominciate prima dell’era Moratti.
Quali sono i problemi che si troverà ad affrontare de Julio?
In primo luogo va messa in ordine la situazione dei fondi che devono diventare sicuri ed entrare nel budget fisso per evitare i problemi a cui ci siamo trovati di fronte negli ultimi anni. In secondo luogo, si deve andare verso una struttura che eserciti una funzione di coordinamento per i grandi progetti, ma che sviluppi di più le autonomie locali per quanto riguarda la ricerca “normale”. Infine, si deve risolvere il problema dei precari. Come? Io non credo che si debba pensare a una sanatoria. Piuttosto, di dovrebbe indire un numero adeguato di concorsi. Questo permetterebbe anche a chi è stato fuori dall'Italia negli ultimi anni di rientrare. E lascerebbe spazio per il futuro. È giusto affrontare il problema del precariato, ma nel farlo non possiamo sacrificare la generazione successiva. Comunque, considero molto positiva e incoraggiante la scelta del ministro Mussi di nominare commissario Sergio de Julio per la sua esperienza e per il prestigio che, come presidente Asi, ha acquisito anche a livello internazionale. Ora si tratta di ristabilire un clima di fiducia tra ministero, vertici dell'ente, comunità scientifica. In sostanza, fra tutti coloro che sono interessati allo sviluppo della scienza italiana in questo settore di dimostrata eccellenza.