Unità-Ricerca abbandonata-noi condannati al precariato

ROMA "Non abbiamo più facoltà di scelta. Se continuare
o meno la carriera universitaria lo stanno decidendo
loro per me" esordisce Alessandro, dottorando in chimica
a Firenze. "Arrivata la riforma è arrivato anche il
precariato garantito. Se fino ad oggi potevi ancora sperare,
dopo anni di fatiche e sfruttamento, di arrivare ad
ottenere un posto a tempo indeterminato, ora hai la
certezza che almeno fino a 40 anni di fisso non ci sarà
nulla. Nel frattempo, però, farai lezione, esami e correzione
di tesi. Costerai poco e non ti spetterà nè malattia
nè tanto meno maternità". Un ricercatore a scadenza,
un co.co.co. 5+5. Una politica che agevola la fuga dei
migliori cervelli e non spende un centesimo per finanziare
la ricerca. "Quelle poche volte che arriva qualche
soldo si perde nei circuiti baronali attenti a implementare
gli scatti di carriera a discapito di qualche contratto
ai più giovani" afferma Giulio che è a Firenze per un
dottorato in scienze politiche. "In Italia non ci sono
mai state risorse destinate alla ricerca, ma ora, con
l'intervento delministro Moratti, la maglia nera non ce
la toglie più nessuno. Di ricerca non si parla nemmeno
in azienda. E in ogni caso quando un'impresa investe,
commissiona un progetto finalizzato, esige avere pieno
controllo vincolando lo sviluppo al breve termine". Poi
Alessandro conclude "siamo al darwinismo "