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Unità-"Quei banchi che restanovuoti sono il mio fallimento"

12 Luglio 2004 Tiziana insegna in Calabria, dove il tasso di semialfabetismo è del 43,4% "Quei banchi che restanovuoti sono il mio fallimento" ch.m. ROMA Domenico è iscritto al pr...

12/07/2004
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l'Unità

12 Luglio 2004

Tiziana insegna in Calabria, dove il tasso di semialfabetismo è del 43,4%

"Quei banchi che restanovuoti sono il mio fallimento"

ch.m.

ROMA Domenico è iscritto al primo anno di un istituto tecnico commerciale di Reggio Calabria, ma a scuola ci sarà entrato si è no un paio di volte. Vincenzo si è ritirato. Rosa, quattordici anni, non conosce neppure il nome dei suoi compagni. D'altronde non li ha mai visti. Frequenta solo il suo quartiere e ragazzi come lei. Quelli dal vestito firmato e dal vocabolario televisivo. "Ragazzi intelligenti, ma deprivati di un substrato culturale. - spiega Tiziana, insegnante di lingue scesa in trincea nella lotta contro la dispersione scolastica - Non conoscono l'italiano. Non hanno idea di che cosa sia la storia. E neppure la religione. Quando chiesi la differenza tra cristianesimo e cattolicesimo, in venti, rimasero ammutoliti. Ma non interpelliamo i genitori. Difensori irreprensibili. Pronti ad addossare le colpe di qualche bocciatura al "perfido" professore. Quel professore che si danna l'anima affinché i loro ragazzi trovino all'interno di quelle quattro mura sgarrupate una palestra di vita. Un luogo dove gli si insegni ad imparare e che li tenga lontani dalla criminalità. Un giorno ho scoperto (con immenso piacere) un gruppetto di studenti con una rubrica in mano. Stavano annotando delle parole a loro sconosciute che avevano sentito durante una lezione. Sinonimi di un lessico quotidiano atrofizzato".
Nella regione in punta allo stivale, infatti, il tasso di semi-analfabetismo raggiunge uno dei livelli più alti di tutta la penisola. Oltre il 43,4% della popolazione ha in tasca solo il titolo di licenza elementare. "Lavoriamo in una condizione difficile. - afferma Tiziana - Di fronte a noi abbiamo ragazzi deboli. Figli di un benessere sommerso. Che chiedono libri in comodato d'uso perché il loro reddito sfiora appena la sussistenza. Figli a cui apparentemente sembra non manchi nulla: dalla macchina all'ultimo modello di cellulare. Figli di coppie separate. Di lavoratori dalle mani sporche e incallite per i quali la scuola è solo un obbligo costituzionale o fonte di bonus sociale. In ventisette anni di carriera ho visto centinaia di banchi rimanere vuoti già al quarto suono della campanella. E ogni volta mi sono sentita male. Perché ogni ragazzo perso è un fallimento". Nicola dopo tre mesi è caduto nelle maglie della giustizia. Giuseppe, ex compagno di banco, è ripetente per il secondo anno consecutivo. Si iscrive, ma poi non frequenta. E se qualche volta gli è capitato di varcare la porta non ha mai oltrepassato l'ultima fila. "È' uno scenario triste, sconfortante. Ma mi spinge a fare ancora di più. Sia dal punto di vista umano che professionale. Perché se è vero che in Calabria molti studenti lasciano precocemente gli studi, è altrettanto vero che in questa terra ci sono menti eccellenti laureatesi a pieni voti nelle migliori università italiane. Ragion per cui non smetterò di battermi. Loro sono il nostro futuro".


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