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Unità-Quei bambini senza infanzia

di Alessandro Genovesi In Italia centinaia di migliaia di bambini e di adolescenti lavorano illegalmente, senza vedersi riconosciuto il diritto al gioco, allo studio, allo svago. Per la Cgil, con...

16/04/2004
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l'Unità

di Alessandro Genovesi

In Italia centinaia di migliaia di bambini e di adolescenti lavorano illegalmente, senza vedersi riconosciuto il diritto al gioco, allo studio, allo svago.
Per la Cgil, con dati aggiornati al 2004, sono 400 mila (italiani, immigrati e rom), per l'Istat sono 144 mila (solo italiani, come ammette lo stesso istituto, specificando che non ha contato gli immigrati ed i rom).
Per il Governo, infine, - questo Governo, quello delle sedute notturne per approvare la Gasparri, per emanare l'ennesimo condono o legge vergogna, per stravolgere la Costituzione - il problema è solo quello di dire che la Cgil mente, che le cifre non sono esatte e che anzi il sindacato ha le sue responsabilità nel diffondere il lavoro minorile, perché ha impedito la riforma del mercato del lavoro (affermazione del sottosegretario Sestini che probabilmente propone di abbassare la soglia legale per lavorare, dai 15 anni attuali ai 10 o 12, cfr adnKronos del 15 aprile ore 15 e 44).
Questo è il quadro scandalosamente impietoso che Maroni e il centrodestra offrono al paese, dimostrando, come giustamente ha ricordato Anna Serafini dei Ds (e come hanno dichiarato l'Ugl e gli edili della Uil), tutta la propria cattiva coscienza al riguardo.
Basti dire solo questo: nel 1998 fu firmato un protocollo nazionale proprio su iniziativa di Cgil, Cisl e Uil, dopo una lunga campagna di iniziative della stessa Cgil. Un protocollo che prevedeva maggiori interventi sul piano della formazione e dell'inclusione sociale.
Negli ultimi tre anni chi ha disapplicato costantemente quel protocollo? L'On. Sestini e il Ministro Maroni (lasciamo stare Sacconi che parla addirittura di soli 40 mila minori sfruttati, come se anche solo 100 mila bambini in più, privati della loro infanzia, fossero inezie) rispondano a questa semplice domanda.
È stata la Cgil che ha cancellato il reddito minimo di inserimento, abbassato l'età dell'obbligo scolastico, non contrastato l'aumento della povertà (con circa il 30% dei minori meridionali nel 2003 definiti poveri dallo stesso Istat, a cui ora si appellano)?
Il problema non è, allora, quello di innescare una guerra di cifre - che non giova a nessuno, a partire dai tanti bambini coinvolti nel fenomeno - ma ammettere che in questi ultimi tre anni si è fatto poco (e male). Impegniamoci tutti a non fare gli struzzi e si abbia il coraggio di rimettere invece mano alla legge Moratti, alle politiche di tagli al welfare, alla legge Bossi-Fini, alla stessa riforma dei servizi ispettivi di cui il Ministro si vanta e che nulla fa se non trasformare gli ispettori in consulenti delle imprese a pagamento.
La Cgil ha avanzato 15 proposte concrete che vanno da un piano straordinario di repressione a specifici fondi e borse di "studio e per lo svago" contro la dispersione scolastica, da un fondo di premialità per stipulare Carte sociali dei comuni e dei municipi contro le difficoltà di integrazione dei minori stranieri fino al riconoscimento della cittadinanza italiana a tutti i minori che nascono nel nostro paese, clandestini o regolari che siano.
La migliore risposta, non tanto alla Sestini o a Maroni, ma ai tanti piccoli cittadini sfruttati sta per noi in queste 15 proposte (si chiede anche l'istituzione di un Osservatorio super partes, per misurare il lavoro minorile). Quale maggiore responsabilità vi può essere oltre quella di proporre politiche ed interventi che il Governo non ha nemmeno avuto la voglia di leggere e di discutere? La Cgil, così come molti altri soggetti (sindacati e non solo), ha la coscienza a posto. E il Governo?
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