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Unità-Pubblico impiego, governo già diviso

Pubblico impiego, governo già diviso Baccini non si fida e vuole i testimoni Luigina Venturelli MILANO Quel che si dice fiducia tra colleghi di governo: "Ho preteso che al tavolo con i...

08/05/2005
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l'Unità

Pubblico impiego, governo già diviso
Baccini non si fida e vuole i testimoni

Luigina Venturelli

MILANO Quel che si dice fiducia tra colleghi di governo: "Ho preteso che al tavolo con i sindacati siedano anche il ministro dell'economia Siniscalco e il sottosegretario Letta, in modo che si decida tutto in quella sede e non ci siano scappatoie". Nonostante le promesse di imminente chiusura, il rinnovo dei contratti del pubblico impiego (tre milioni di lavoratori interessati, oltre 16 mesi d'attesa, 24 ore di sciopero a sostegno della vertenza) potrebbe non essere una passeggiata: è lo stesso ministro della funzione pubblica Mario Baccini a lasciar trapelare dubbi sull'unanime volontà dell'esecutivo.
Qualcuno al prossimo tavolo delle trattative atteso potrebbe cercare "scappatoie", nonostante Baccini rassicuri che il Consiglio dei ministri "ha dato un forte mandato a chiudere nel più breve tempo possibile l'accordo con le forze sociali". Se le migliori intenzioni lasciano intravedere una soluzione "entro la prossima settimana", la concreta situazione politica lascia supporre ulteriori slittamenti.
Innanzitutto i paletti messi dalla Lega ai possibili aumenti oltre la soglia dei 95 euro. "Le risorse da destinare ai contratti per gli statali - ha precisato Roberto Maroni - non devono essere tolte alla riduzione dell'Irap o del costo del lavoro. In caso contrario la Lega direbbe no". Quella del ministro del welfare è dunque un'apertura solo parziale: viene meno lo scoglio dei 95 euro massimi sul quale si era finora arenata la trattativa, ma a condizione che ci siano fondi a sufficienza anche per ridurre gli oneri delle aziende. Trovare le risorse per tutti e tre i provvedimenti potrebbe rivelarsi impresa non facile, anche per esperti di finanza creativa.
Altro nodo da sciogliere è la possibile rateizzazione dell'aumento in due anni, proposta già bocciata senza appello dai sindacati, ma riproposta ieri dal ministro per le politiche agricole Gianni Alemanno, che l'ha definita "un'ipotesi percorribile". Comprensibile, dunque, lo scetticismo di Giancarlo Podda, numero uno della Fp-Cgil: "Crederò al governo solo quando toccherò il tavolo. Il governo conosce le richieste del sindacato, se ci convoca voglio sperare lo faccia per soddisfarle".
Resta infatti da vagliare la reale volontà politica del governo, troppe volte dimostratosi svelto nel promettere e lento nel concludere. "Se siamo ad una svolta - ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani - lo diremo dopo, per adesso c'è una svolta di disponibilità che va verificata, anche perchè dall'inizio ad oggi abbiamo avuto tante promesse e pochi fatti. Questo è il rinnovo più chiacchierato e meno fatto, quindi aspettiamo i fatti prima di poter dare un giudizio corretto".

la trattativa fantasma


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