Unità-Professori "in regola" ma senza posto
Professori "in regola" ma senza posto Massimo Franchi ROMA La sigla che li rappresenta (Copins) non è delle più immediate. Si tratta del coordinamento professori idonei non strutturati. ...
Professori "in regola" ma senza posto
Massimo Franchi
ROMA La sigla che li rappresenta (Copins) non è delle più immediate. Si tratta del coordinamento professori idonei non strutturati. In una parola 700 persone che hanno vinto il concorso per cattedre universitarie e da anni aspettano di essere "messi in servizio". Sono forse l'anello più paradossale e incredibile dello sfacelo dell'Università italiana sotto la gestione Moratti. La loro assunzione avverrebbe in gran parte senza oneri per lo Stato, visto che l'autonomia finanziaria consente a molte università italiane di accollarsi completamente le spese dei loro contratti. Ma, come al solito, il ministero ha l'ultima parola e il blocco delle assunzioni nel pubblico impiego è un muro invalicabile, anche se l'assunzione non farebbe sborsare un centesimo allo stesso ministero e la carenza di docenti è cronica. A quanto pare il blocco sarà in vigore anche quest'anno costringendo i nostri migliori cervelli ad espatriare (all'estero fanno la fila per assumerli con contratti ben più remunerativi) o a sottostare ancora al capestro dei contratti annuali.
"Io mi sono laureata a 24 anni in Psicologia - racconta Anna Costanza - ho fatto un dottorato a Cambridge e vinto un'importante borsa di studio ad Amsterdam. Nel luglio 2003 ho vinto il concorso a Cagliari e sono stata chiamata dall'Università di Caserta dove da due anni ho un contratto precario da 2000 euro netti l'anno, se fossi messa in servizio ne guadagnerei 48 mila lordi. Il tutto - continua - facendo ugualmente 60 ore di lezione, vari esami con 300 studenti alla volta e seguendo vari di loro nella stesura delle tesi. È una vergogna, per tirare avanti mi tocca insegnare inglese e in più ogni anno per farsi rinnovare il contratto bisogna fare domanda con il rischio che non l'accettino. Viene proprio voglia di lasciare tutto e andarsene all'estero".
Il paradosso - spiega Gianluca - "è che l'anno scorso dopo che Ciampi difese la ricerca nella finanziaria ci fu una deroga alle assunzioni, ma solo per i ricercatori. Il governo disse: "Il presidente ha detto di salvaguardare i ricercatori" e prendendo alla lettera si scordarono di noi. Non vogliamo alimentare una guerra tra poveri, vogliamo solo che l'Università italiana funzioni. Io dopo 10 anni di assistenza e 4 monografie pubblicate ho vinto la cattedra a Salerno in Diritto amministrativo, la mia università ha già stanziato i soldi per la mia assunzione, ma il ministero l'ha bloccata. È incredibile". Ci sono poi casi come quello di Sara che lo scorso anno ha avuto 5 contratti precari in varie università italiane (Como, Teramo, Macerata) passando la vita sul treno.
I ragazzi e le ragazze, tutti fra i 30 e i 40 anni, si sono uniti, hanno creato un sito (www.copins.gotdns.org) dove è possibile anche sottoscrivere un appello alla Moratti perché si applichi per concedere una deroga al blocco delle assunzioni. È stato firmato da intellettuali di 16 paesi diversi.
effetto Moratti