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Unità-Prodi: il sistema Italia rischia la decadenza

Prodi: il sistema Italia rischia la decadenza MILANO "Finirla con l'isolamento e l'incapacità di attrarre investimenti stranieri". È questa per Romano Prodi "la malattia che il nostro Paese d...

26/09/2004
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l'Unità

Prodi: il sistema Italia rischia la decadenza

MILANO "Finirla con l'isolamento e l'incapacità di attrarre investimenti stranieri". È questa per Romano Prodi "la malattia che il nostro Paese deve vincere per poter fare realmente un salto in avanti". Anche perchè, per il presidente della Commissione europea, "il rischio di declino c'è, e sottovalutarlo è un grave errore. Sta a noi tramutare questo rischio in trasformazione e non in decadenza".
L'intervento di Prodi ad Ancona al convegno del Mulino su "Strategie e politiche per la competitività dell'industria italiana" è risultato in sintonia con l'altro ex premier del centrosinistra, Giuliano Amato che, dopo essersi soffermato sui mali dell'economia italiana ed europea, ha sottolineato come "non c'è possibilità di crescere se non in termini europei. In fondo - ha aggiunto - proprio a questo dovrebbe servire la costituzione dell'Ue".
Prodi ha sottolineato la necessità di lavorare ad una politica industriale europea, la sola che può permettere ad ogni singolo Paese di sfruttare al massimo le opportunità che derivano anche dall'allargamento dell'Ue. Ma le cose per l'Italia sono più difficili che per altri Paesi: "Il dibattito - ha detto Prodi - oggi è se siamo in una fase di decadenza o meno. Io dico che quando da più anni la produzione industriale non va e noi siamo gli ultimi dei Quindici, mentre altri Paesi crescono anche a ritmi indiavolati, la crisi c'è. Il primo errore sarebbe quello di sottovalutarla", con il rischio reale di scivolare verso un vero e proprio declino.
Prodi ha quindi indicato le priorità su cui puntare.
Innanzitutto eliminare "l'anomalia impressionante dell'incapacità, ormai da anni, di attrarre investimenti stranieri. Solo lo 0,02% nell'ultimo anno. E un sistema che non è a contatto con gli altri ed incapace di essere appetibile - ha spiegato - non potrà mai essere realmente innovativo". E non sarà innovativo se non si supererà la convinzione che la ricerca è solo un fatto nazionale: "Se non lavoriamo a grandi laboratori europei per formare talenti, la ricerca nazionale fa fatica. Così non ci può essere innovazione".
Per Prodi, inoltre, "strumento importante ed essenziale di una politica economica deve essere la politica di immigrazione: Una politica attiva, forte, capace di attrarre risorse umane fuori dai nostri confini. "C'è un mercato del lavoro nel mondo - ha detto - che non è solo quello dei miserabili, ma anche quello delle intelligenze".
Poi, il presidente della Commissione europea ha parlato della politica industriale e della necessità di ricreare le condizioni per lo sviluppo di grandi imprese. "Purtroppo - ha detto - in molti settori come l'elettronica, la chimica, la farmaceutica, abbiamo perso tutto: non solo la parte manifatturiera, ma a saltare è stato anche il cervello. Il nostro grande compito è come ricostruire il cervello, con nuove imprese e in nuovi settori". Per Prodi resta infine da "provocare un grandissimo cambiamento nel nostro Paese, che è quello di dare fiducia alle nuove generazioni".


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