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Unità: «Prodi ha disatteso i suoi impegni sulla scuola»

di Enrico Panini

27/10/2007
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l'Unità

Il segretario generale della Flc Cgil: «La finanziaria non permette il rinnovo dei contratti»

di Giampiero Rossi

Risorse non assegnate per i contratti, impegni non mantenuti, precarietà non affrontata. Sono questi, in estrema sintesi, i motivi dello sciopero della scuola indetto per oggi. Come spiega Enrico Panini, segretario generale della Flc Cgil, la Federazione lavoratori della conoscenza, cioè scuola, università e ricerca.
Panini, dunque la finanziaria vi ha delusi?
«Altroché. Infatti noi scioperiamo perché mancano le risorse per coprire i rinnovi contrattuali per il biennio 2008-2009- e questo è un problema che ci accomuna agli altri lavoratori del settore pubblico -, perché il governo aveva sottoscritto con noi impegni sulla scuola che ora la finanziaria disattende e perché la precarietà continua a rimanere un problema non affrontato, non si vede alcuna intenzione di superarlo».
Quali erano gli impegni del governo?
«Non più in là del 27 giugno scorso, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto la cosiddetta “Intesa sulla conoscenza”, un documento in cui l’esecutivo si impegnava a voltare pagina sulla scuola, smettendo di considerare gli organici come numeri sui quali risparmiare e basta. Ora, però vediamo che la finanziaria va in tutt’altra direzione».
Il solito problema di soldi che non ci sono?
Insomma, è vero che in tre anni sono stati messi in ruolo 170.000 insegnanti, ma è altrettanto vero che altri 120.000 precari rischiano di restare fuori da tutto se i numeri previsti per questo triennio non cambiano».
Ma c’è bisogno di quegli insegnanti?
«Certo che c’è bisogno di loro, tant’è vero stanno già lavorando tutti - da precari - coprendo posti liberi, vacanti».
Cosa occorre secondo voi per far compiere finalmente un salto di qualità alla scuola italiana?
«Prima di tutto bisogna decidere di occuparsene, che è ben diverso dal preoccuparsene. Occorre, cioè una visione strategica e non soltanto dell’emergenza. Dopodiché servono risorse per le attività della scuola, serve risolvere la piaga della precarietà dei docenti, servono investimenti sugli insegnanti e sulle strutture in modo da poter rispondere alle domande che vengono fatte alla scuola. Cose molto semplice, almeno per iniziare. E invece per alcune scuole persiste l’allarme rosso, hanno accumulato debiti complessivi per un miliardo di euro per spese non coperte dallo Stato, ma come si fa a lavorare in queste condizioni?».


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