Unità: Più soldi per la scuola. Piano di Obama contro la crisi
La riforma Per migliorare l’educazione e tornare competitivi in ballo 141 miliardi di dollari Meritocrazia «Bisogna ricompensare l’eccellenza con aumenti in busta paga»
ROBERTO REZZO
La parola d’ordine è meritocrazia, a cominciare dal personale docente di ogni ordine e grado. «È arrivato il momento di premiare gli insegnanti più bravi e non tollerare quelli che non sanno fare il proprio lavoro – sono state le parole del presidente americano – Troppi sostenitori del Partito democratico hanno fatto resistenza all’idea di compensare l’eccellenza con un aumento in busta paga. Ma è questo che alla fine può fare la differenza nelle nostre scuole». Obama si riferisce in particolare al sindacato degli insegnanti, che tradizionalmente non vede di buon occhio un meccanismo di incentivi basato sui risultati ottenuti in classe. L’obiezione centrale sinora ha riguardato il pericolo di sottrarre risorse agli istituti maggiormente in difficoltà. Ma è un argomento su cui pesano fondati sospetti di corporativismo.
A PICCO LA QUALITÀ
Obama è partito da un dato di fatto: la superiorità del sistema scolastico americano rispetto agli standard internazionali è ormai una leggenda. Soprattutto nel comparto pubblico. L’ultimo studio diffuse dal National Center for Education Statistics indica che i quindicenni americani, al termine della scuola dell’obbligo, hanno una capacità di comprensione di un testo scritto o di un’espressione matematica elementare nettamente inferiore a quella dei loro coetanei nei principali Paesi industrializzati. Tradotto in pagella, a fronte di 500 punti attribuiti in media a livello internazionale, gli americani si attestano a quota 489, al 28° posto della classifica. Subito dopo Grecia e Italia e prima di Turchia e Messico.
Queste cifre si ripercuotono in modo allarmante sul tasso di alfabetizzazione. Considerando la popolazione adulta, un americano su venti ha una conoscenza «insufficiente» della lingua inglese. Undici milioni di persone non sono in grado di interpretare correttamente il libretto d’istruzioni che accompagna un’auto o un elettrodomestico. Cinque milioni non sono in grado neppure di capire un’indicazione stradale o un avviso di pericolo. Il 60% della popolazione carceraria è definite «analfabeta funzionale», ovvero incapace di leggere e scrivere indipendentemente dalla frequenza scolastica.
A complicare il problema, l’assenza di un vero e proprio sistema nazionale. Ognuno dei 50 Stati dell’Unione esercita totale autonomia gestionale e dispone di proprie normative, anche se tutti ricorrono a finanziamenti del governo federale. E questa è la leva che la Casa Bianca intende esercitare per cambiare le cose dagli asili alle università.
AGEVOLAZIONI FISCALI
In ballo ci sono 41 miliardi di dollari di finanziamenti straordinari ai distretti scolastici, 79 miliardi di agevolazioni fiscali per evitare tagli all’educazione da parte delle amministrazioni locali durante la crisi, 21 miliardi per la modernizzazione di strutture e attrezzature. Cinque miliardi sono destinati ai bonus per gli istituti che sforneranno gli studenti meglio preparati. Una questione cruciale riguarda i criteri di merito. L’amministrazione Obama non fa mister che i criteri di valutazione usati dalla maggior parte delle scuole pubbliche si basano su test preconfezionati che chiunque può acquistare in libreria e mandare a memoria. L’adozione di standard internazionali per valutare la performance di insegnanti e studenti si preannuncia la sfida più difficile.
Migliorare l’educazione per tornare a essere competitivi. Obama dà le linee guida secondo cui dovranno essere spesi i 141 miliardi di dollari per la scuola, stanziati con la manovra straordinaria anti recessione.