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Unità: Per salvare la scuola

Il PD scende in piazza

28/09/2008
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l'Unità

Il Partito democratico ricomincia dalla mobilitazione, quella vecchia maniera, fatta di volantinaggio, assemblee cittadine e coinvolgimento dell’opinione pubblica. L’opposizione alle politiche del governo si snoderà lungo il Belpaese con iniziative a tema, ogni fine settimana un unico punto all’ordine del giorno. Scuola, caro-vita, salari. Altrimenti detto: tutto ciò che avreste voluto sapere sulle conseguenze della Finanziaria, sul «contenimento» della spesa che inciderà sulla quantità e la qualità dei servizi; sui salari inchiodati al palo degli imprenditori e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità.

Sabato scorso si è cominciato con il primo: «Salva la scuola». Salvarla dalla ministra Gelmini, quella che basta un sei per bocciare uno scolaro, del grembiule e della fine del tempo pieno, del maestro unico e dei tagli che rischiano di rendere impotente la scuola nella sua funzione primaria: istruire, educare e accompagnare nello sviluppo socio-cognitivo ogni alunno. Una tre giorni di incontri e approfondimenti davanti le scuole, di ogni grado e livello, che ha impegnato centinaia di militanti e di leader di partito, da Fioroni, a Franceschini, a Maria Pia Garavaglia: domani la conclusione a Roma con il segretario Walter Veltroni alle 17 al teatro Capranica con personale docente e non decente, studenti e genitori. Maria Coscia che insieme alla ministra ombra dell’Istruzione Garavaglia, ha coordinato l’intera iniziativa traccia un primo bilancio: «Sta andando molto bene: non ci aspettavamo una risposta così massiccia. E soprattutto non ci aspettavamo di scoprire che tantissime persone, grazie allo spiegamento mediatico pro-governo, non ha capito cosa sta accadendo alla scuola. Il dibattito finora si è concentrato soprattutto sul grembiule e il maestro unico, per dare l’idea di una scuola più snella e funzionale: nessuno, a parte l’Unità, ha capito che in realtà basta un sei preso in un qualunque materia per bocciare un bambino sia alla scuola elementare sia alla media. Non si deve dare per scontato che il Paese conosca nel merito le politiche del governo». E questa è una lezione soprattutto per il Pd. Anche perché, come spiega Massimiliano Manfredi, coordinatore delle attività programmatiche del Pd, nonché braccio destro di Goffredo Bettini, la risposta che arriva dai comuni e dalle città dove si sono svolti i presidi, è il segno di un paese che inizia a rendersi conto che la luna di miele con Palazzo Chigi sta finendo.

A Bologna, dopo la manifestazione di venerdì, anche quella bis di ieri (organizzata dalla Cgil) è stata un successo, tanto da spingere un deputato di Fi, Fabio Garagnani, ha chiedere l’intervento dei dirigenti scolastici per sanzionare «quegli insegnanti diventati agitatori politici». Ieri i Pd Sandra Zampa e Walter Vitali hanno firmato una nota per rispondere all’azzurro parlamentare ricordando che «nessun esposto e nessuna denuncia potrà impedire al mondo della scuola di far sentire la propria voce». A Firenze la senatrice Vittoria Franco,componente della Commissione Istruzione, ha distribuito volantini e parlato con genitori e insegnati davanti alla scuola media Masaccio. «Di fronte agli interventi del ministro Gelmini è fondato il sospetto che il governo voglia privilegiare la scuola privata. La missione della scuola pubblica è di promuovere l’uguale cittadinanza attraverso il successo formativo, non quello di prendere la scorciatoia della bocciatura».

Tante le iniziative in programma oggi nelle varie città, ma soprattutto tante quelle nate dagli incontri e dalle assemblee. «Durante il volantinaggio molti genitori, associazioni, e studenti, si sono conosciuti, hanno parlato e si sono organizzati per portare avanti la protesta e la divulgazione del materiale informativo», spiega Maria Coscia. I giovani dell’Unione studenti, intanto, annunciano una grande manifestazione nazionale per il 10 ottobre e non escludono uno sciopero generale.


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