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Unità-Per il pubblico impiego conti "taroccati" e tavoli elettorali

Per il pubblico impiego conti "taroccati" e tavoli elettorali Marco Tedeschi MILANO È scontro tra i sindacati e il ministro della Funzione Pubblica, Luigi Mazzella, sui rinnovi ...

12/06/2004
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l'Unità

Per il pubblico impiego conti "taroccati" e tavoli elettorali

Marco Tedeschi

MILANO È scontro tra i sindacati e il ministro della Funzione Pubblica, Luigi Mazzella, sui rinnovi contrattuali nel pubblico impiego. I rappresentanti dei lavoratori hanno accusato il governo di manipolare i conti e di annunciare l'apertura di un nuovo confronto prima dell'estate per ragioni elettorali.
"Le elezioni fanno miracoli - ha commentato il segretario generale della Cgil Funzione pubblica, Carlo Podda - più ci si avvicina, migliori sono le intenzioni sui rinnovi. Ora ci dicono che prima dell'estate ci sarà l'incontro, forse domani ci diranno che prima dell'estate avremo i contratti. Non vorrei però che domenica svanisse tutto". Per il segretario generale della Fps-Cisl, Rino Tarelli, il governo "tarocca i conti". In particolare, secondo il sindacalista, "si includono i costi per la riforma della scuola, gli aumenti dei dipendenti non contrattualizzati o per mantenere le missioni militari all'estero: questo è in inganno che non si può più tollerare. Mazzella ha affermato che avrebbe fatto i conti distinti, ma non ha fatto nulla".
E anche per il segretario confederale della Cisl, Nino Sorgi, "il governo, oltre a fare orecchie di mercante, si permette di fare della ignobile demagogia, manipolando le cifre degli aumenti di stipendio". Secondo il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, invece, "il modo migliore per evitare polemiche è di avviare al più presto le trattative".
Accuse respinte da Mazzella: "Io non tarocco niente. Il governo è una istituzione del Paese e, in quanto tale, non si mette a fare i tarocchi. Dove è scritto che i nostri conti sono un inganno e quelli del sindacato una verità evangelica?". Secondo Mazzella, le accuse dei sindacati sono "gravi" e non possono essere avanzate "a fronte di una apertura: la volontà, cioè, di aprire un confronto per verificare l'esattezza dei conti degli uni e degli altri". Se per i sindacati nei conti sono state incluse voci che non dovrebbero rientrarvi, ha detto, "lo dimostrino al tavolo, cerchino di convincere i loro interlocutori che i calcoli non rispondono a verità. Come si fa a parlare di inganno se prima non lo si dimostra? Io ho fatto i miei conti che ora vanno confrontati con i loro. I sindacati non possono sfuggire al confronto".
Le risorse per rinnovo del biennio economico 2004-2005, dunque, continuano a dividere le parti. I sindacati chiedono un aumento dell'8% (che comprende anche la differenza tra inflazione reale e programmata registrata nel biennio 2002-2003) contro il 3,6% previsto dal governo. L'Esecutivo insiste nel sottolineare che le retribuzioni di fatto sono cresciute nel periodo 1999-2003 del 17% a fronte di un'inflazione effettiva del 12%. Ma - per i sindacati - in questi calcoli sono incluse anche voci che non dovrebbero rientrare nella spesa per gli aumenti contrattuali. Da qui la decisione presa nella riunione del 3 giugno a palazzo Chigi di aprire dei tavoli tecnici per verificare l'esattezza dei conti.

Il ministro annuncia un nuovo confronto prima dell'estate
Contestate le cifre
degli aumenti


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