Unità:Pensioni, la concertazione non si vede ancora
Pressing dei sindacati sul governo che assicura: presto i tavoli. La Cgil punta a 6 milioni di iscritti
Pensioni, la concertazione non si vede ancora
di Felicia Masocco/ Roma
NERVOSISMO Prima le «azioni clamorose» promesse dalla Cisl, ieri la minaccia di sciopero della Uil, la Cgil pronta a «trarre le conseguenze». L’assenza di notizie sull’avvio della concertazione rende nervosi i sindacati. Da Bruxelles il premier ha minimizzato, «è solo questione di calendario», «sarà fatto il più presto possibile». Ma gli animi non si placano e Luigi Angeletti paventa «uno sciopero in mancanza di risposte o con risposte insoddisfacenti». Per il ministro Damiano «non ce ne sarà bisogno», i tavoli si apriranno «è solo questione di tempo».
Il fatto è che la crisi di governo ha rallentato l’agenda e imposto altre priorità. I sindacati vedono con sospetto che il confronto possa estendersi oltre le elezioni amministrative, fino al Dpef. Di qui il pressing. Non solo sui tempi. «Voglio sapere qual è l’opinione del governo, non solo quella del ministro Padoa-Schioppa», ha tagliato corto Guglielmo Epifani. «Se passa il tempo e Padoa-Schioppa va a Bruxelles e parla di soluzioni sulla previdenza (non concordate, ndr) vuol dire che le cose non stanno ferme, se si vuole destinare altrove l’aumento di gettito, allora io inizio a preoccuparmi. Quindi- conclude il leader della Cgil - voglio i tavoli e li voglio in tempi brevi per discutere questi temi». Non ci sono solo le pensioni, i sindacati incalzano sulla redistribuzione e il fisco, per Epifani al tavolo dovranno partecipare anche Regioni e Comuni, «se si parla di Ici, poi questa presenza è obbligatoria». Insomma, il governo proceda «altrimenti trarremo le conseguenze». Da una confederazione all’altra, fino all’Ugl è tutta una denuncia, «Siamo in forte ritardo» lamenta Renata Polverini .
Epifani ha parlato alla presentazione dei dati sul tesseramento Cgil che ha chiuso il 2006 con un aumento di iscrizioni del 2% tra i lavoratori attivi, con buone adesioni tra donne (+11%), giovani sotto 30 anni (+16%), immigrati (+18%) e precari, questi ultimi, «raccolti» in Nidil, cresciuti del 31,76%, anche se il dato assorbe parte di tesserati prima classificati come «disoccupati». L’incremento complessivo è stato dello 0,59% sul 2005, e a fronte di un calo dei pensionati pari a 5.800 (-0,19%), gli iscritti «attivi» sono stati 52mila in più. Dati soddisfacenti per il leader «questo 2% in più è un dato ancor più importante se si considera che arriva l’anno dopo il congresso», cioè dopo il rialzo che normalmente un congresso segna. Buoni i dati della Filcams (commercio), della Fillea (edili), della Filt (trasporti). Trend positivo anche per la Funzione pubblica e la Flc (scuola e ricerca). Dopo 18 anni inverte la tendenza la Flai, (agroindustria) che chiude con il segno più, mentre al passo con le ristrutturazioni flettono i settori dell’industria, (Fiom, Filtea e Filcem). Con queste cifre Corso d’Italia si prepara a due appuntamenti. Alla conferenza di organizzazione, nella primavera del 2008, la prima dopo 15 anni. E a breve, il 9 maggio, all’assemblea di 2000 quadri e delegati con meno di 35 anni. «L’intenzione è valorizzare il patrimonio di energie giovani che abbiamo, gli iscritti con meno di 30 anni sono aumentati del 16% - spiega la responsabile dell’Organizzazione Carla Cantone-. Allo stesso tempo pensiamo al rinnovamento del sindacato». Una sfida, in un paese lascia agli under 50 ben poco spazio. Un’altra sfida riguarda i numeri, raggiungere 6 milioni di iscritti in quattro anni, «i dati sono incoraggianti e ci dicono - assicura Cantone- che è una sfida possibile».