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Unità: Pensioni e statali, i sindacati incalzano il governo

«Forte malessere tra i lavoratori, ora basta» Prodi promette un accordo prima del Dpef

16/05/2007
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

LE REDINI Vertice di buon mattino all’Arel, il centro studi fondato da Nino Andreatta. Ad attendere Epifani, Bonanni e Angeletti c’erano Romano Prodi ed Enrico Letta. Caffé, pasticcini e uno sciopero indigesto che il premier vorrebbe evitare e che i sindacati san-

no che potrebbe essere il primo di una serie, un’escalation fino allo sciopero generale. Altre categorie, come i metalmeccanici, stanno affilando le armi contro la riforma previdenziale profilata dal ministro Padoa-Schioppa. Diecimila pensionati ieri hanno alzato la voce per gli assegni che non bastano a sbarcare il lunario e per ottenere risposte sull’emergenza dei non autosufficienti che grava sulle spalle delle famiglie. Troppe vertenze pendenti, troppi contratti aperti «c’è malessere, la situazione non la teniamo più, rischia di saltare tutto» è stata la preoccupazione riportata al premier dai leader sindacali e ripetuta nel pomeriggio a Fassino e Rutelli e infine a Giordano. Fare presto, e la prima cosa da fare è chiudere subito il contratto degli statali. Il presidente del Consiglio prenda le redini. Prodi ha mostrato comprensione e ampia disponibilità, impegnandosi a fare il possibile, cercando di stemperare le polemiche e rassicurando sulla volontà dell’esecutivo di non cercare lo scontro. Mentre dai leader Ds e Dl e Prc i sindacalisti hanno incassato l’impegno a farsi carico delle domande che vengono dal mondo del lavoro e dei pensionati e di rappresentarle nelle sedi politiche.

Con il premier sono state due ore di colloquio, il clima sereno ora attende la prova dei fatti. Sul contratto degli statali che vede l’esecutivo come diretta controparte l’impegno è a risolvere in fretta, e una schiarita potrebbe arrivare oggi all’incontro che i sindacati hanno con l’Aran. Sulle pensioni la partita è più articolata e slitterà a dopo le elezioni. La prossima settimana Cgil, Cisl e Uil saranno infatti a Siviglia per il congresso della Ces, il sindacato internazionale. Il rinvio a dopo il 28 maggio è dunque nei fatti. Poi però l’accordo va stretto, entro giugno prima del Dpef. Ed è quanto ha ribadito in serata una nota di Palazzo Chigi «è intenzione del governo giungere nel più breve tempo possibile a un accordo complessivo, comunque prima del Dpef». Ma a frenare facili entusiasmi (cui tuttavia i vertici sindacali non si erano abbandonati) la nota aggiunge che si deve tenere conto «nell’ottica della concertazione, del riequilibrio di lungo periodo dei conti pubblici e dei parametri stabiliti dalla Unione europea». Fare presto, entrare «nella fase risolutiva», per dirla con Epifani. I sindacati sono disposti a prendere in considerazione tempi diversi solo come ultima ipotesi. Un rinvio potrebbe riguardare i coefficienti ad esempio, uno scoglio che offre pochi margini di negoziato. Anche se una via d’uscita potrebbe arrivare dal tavolo tecnico che approfondirà la base di calcolo. Quanto allo scalone, Prodi ha ribadito che va superato anche se non si è addentrato su cosa fare. E dalle misure che verranno adottate sull’età dipenderà anche l’aumento delle risorse disponibili, finora ferme a 2,5 miliardi.

L’intenzione manifestata da Prodi di tenere a bada l’impeto rigorista di una parte del governo ha rassicurato i leader sindacali che nell’immediato vogliono riscontri sulla vertenza degli statali. Sarebbe un segnale da trasmettere alla base in fermento. «Il clima è importante ma i fatti sono risolutivi. È bene stare tranquilli e aspettare» ha detto il segretario della Uil, Luigi Angeletti che ha aggiunto «quello che conta sono i risultati. Se uno butta il cuore oltre l'ostacolo poi magari può restare deluso». «Spero che la maggioranza sia come Prodi» è stato il commento, a fine mattina, del numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, che si riferiva ai successivi incontri con Piero Fassino e Francesco Rutelli e poi con quello di Rifondazione. A loro, ha poi detto il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, «abbiamo espresso le nostre preoccupazioni sullo stato del confronto con il governo. Abbiamo detto quali sono le nostre priorità: i contratti pubblici, l’aumento delle pensioni e la manutenzione della riforma previdenziale con tutti i rischi che questo presenta. Non si è parlato di mediazioni. È stato un incontro utile». L’Ulivo ha espresso un’«attenzione adeguata» alle nostre ragioni, commenta Bonanni, «ci sarà un appoggio esplicito». «Sintonia» anche con i vertici di Prc.


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