Unità-Passa la devolution che divide l'Italia
Passa la devolution che divide l'Italia Violante: così i rapporti tra organi dello Stato diventano casuali e imprevedibili. D'Alema: un papocchio Luana Benini ROMA Devolution o invol...
Passa la devolution che divide l'Italia
Violante: così i rapporti tra organi dello Stato diventano casuali e imprevedibili. D'Alema: un papocchio
Luana Benini
ROMA Devolution o involution? Nel giorno in cui la Camera approva con 261 sì e 208 no (6 astenuti) l'art.34 della controriforma costituzionale della Cdl scoppia il maldipancia leghista. Dopo aver messo a ferro fuoco la maggioranza di governo, portando l'Udc sull'orlo della diaspora, il Carroccio si risveglia con un pugno di lenticchie. Con la base irritata e delusa per l'annacquamento della devolution, affogata in un mare di neocentralismo. Il quadro che ne deriva è devastante per il paese, denuncia l'opposizione, perché la norma approvata rende ingovernabile tutto il sistema. I rapporti fra organi dello Stato, dice Luciano Violante, diventano "imprevedibili, casuali, anarchici". La devoluzione di competenze alle regioni, si è tradotta, in realtà in "un meccanismo di duplicazione". Esempio "drammatico", la scuola. Con "le norme generali affidate allo Stato, l'istruzione affidata alla legislazione concorrente, e la potestà esclusiva delle regioni su materie e programmi di interesse specifico delle regioni, organizzazione e gestione degli istituti". Insomma, dalla devolution all'involution.
"Date competenze esclusive alle regioni e poi le rinnegate - ha accusato Pierluigi Mantini, Dl, in aula - Avete fatto una centralizzazione mascherata da devolution che destruttura lo stato nazionale". Altro che il "federalismo solidale" sbandierato dall'udiccino Luca Volonté. Bensì "un sistema di veti incrociati".
Insomma, la Lega ha ottenuto altresì lo scopo di smantellare i servizi pubblici essenziali come la sanità e la scuola, ma più che la devolution ha finito per disegnare un sistema in cui "il conflitto continuo su tante materie tra pezzi dello Stato" sarà all'ordine del giorno (Violante).
E la base leghista ha cominciato ad accorgersene come si evince dalle bocciature della riforma che arrivano a Radio Padania e dalle parole del presidente leghista della Provincia di Varese, Marco Reguzzoni: "C'è profondo smarrimento nei cittadini e nella militanza della Lega perchè c'è il rischio che venga stravolto il progetto di Bossi". L'accusa a Calderoli è di aver accettato "un federalismo annacquato che non risolve nulla". Tanto che Bossi, dalla clinica di Brissago, si è sentito in dovere di difendere il ministro (con una dichiarazione all'agenzia Ansa) tributandogli "un plauso per aver portato avanti una partita difficile". "Il tempo poi perfezionerà le cose" ha aggiunto il leader della Lega. Anche due senatori della Lega, Stiffoni e Tirelli, sono corsi ai ripari mediatici: "Stia tranquillo chi ha sentore di un flop perché Calderoli lavora d'intesa con Bossi punto per punto".
In definitiva, al ministro Calderoli hanno rovinato la festa. Ieri si aggirava con l'eterna sigaretta in bocca raccontando a tutti di una telefonata con Bossi: "Chi ha mal di pancia evidentemente non conosce i contenuti del testo". Ma proprio sui contenuti del testo attacca l'opposizione che ha votato compatta contro l'art.34 (che ridisegna le competenze di Stato, Regioni e le materie concorrenti) ribadendo l'intenzione di cancellare tutto con il referendum. "Un grande pasticcio - secondo Ugo Intini, Sdi - moltiplicatore di spese, di conflitti di competenza, di freni a decidere". "Uno sfascio istituzionale e sociale - secondo Franco Giordano, Prc - . Una riforma che paralizza le istituzioni attraverso un conflitto permanente con effetti sociali disastrosi su scuola, sanità e sicurezza dividendo in maniera irreversibile i poveri dai ricchi e il Nord dal Sud". Fortunatamente, osserva D'Alema, "questo papocchio non è in dirittura di arrivo ma solo sulla rampa di partenza". L'iter parlamentare è lungo. E ancora non è certo se la Cdl riuscirà a dare l'ok finale della Camera l'8 ottobre. Calderoli lo da per certo, ma il relatore forzista Donato Bruno spiega che "non sarebbe uno scandalo se i tempi dovessero slittare". L'opposizione continuerà la battaglia nei limiti dei tempi contingentati. Una battaglia che si annuncia infuocata quando si affronteranno i punti delicati che riguardano il presidente della Repubblica o il Senato federale. E qui potrebbero esserci sorprese anche da parte dell'Udc che finora si è mantenuta nei ranghi, paga di aver spuntato le armi alla devolution leghista.
Rispetto al testo approvato dal Senato,passano allo Stato anche le competenze esclusive su: LE REGIONI AVRANNO LA POTESTA' ESCLUSIVA SU: Assistenza e organizzazione sanitaria Organizzazione scolastica Gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l'autonomia delle istituzione scolastiche Definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione Polizia amministrativa regionale e locale Ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato COSA PREVEDE L'ARTICOLO 34 Ordinamento della capitale Tutela della sicurezza del lavoro Grandi reti strategiche di trasporto e di navigazionedi interesse nazionale e relative norme di sicurezza Ordinamento della comunicazione Ordinamento delle professioni intellettuali Ordinamento sportivo nazionale Produzione strategica Trasporto e distribuzione dell'energia Tutela della salute Sicurezza e qualita` alimentari Ordine pubblico Norme generali sull'istruzione ALLO STATO RIMANGONO LE COMPETENZE LEGISLATIVE ESCLUSIVE PER QUANTO RIGUARDA LE NORME GENERALI