Unità-Parini, no alla linea dura: solo una sospensione
Il professor Pedretti: "La scuola li accoglierà. Noi rappresentiamo la tradizione illuminista milanese, non possiamo farci interpreti di sentimenti forcaioli" Parini, no alla linea dura: solo ...
Il professor Pedretti: "La scuola li accoglierà. Noi rappresentiamo la tradizione illuminista milanese, non possiamo farci interpreti di sentimenti forcaioli"
Parini, no alla linea dura: solo una sospensione
Il preside: fuori per 15 giorni gli studenti che avevano allagato il liceo milanese
Susanna Ripamonti
MILANO "Le cose sono andate tranquillamente, come era prevedibile che andassero". Il preside del Parini, Carlo Arrigo Pedretti, al termine del consiglio di classe che doveva stabilire la punizione dei quattro studenti che nella notte tra il 16 e il 17 di ottobre hanno allagato la scuola per evitare un compito in classe di greco, non lo dice chiaramente ("Non posso parlare fino a quando non verrà steso il verbale") ma lascia intendere che i quattro "reprobi" sono stati sospesi per 15 giorni. "I ragazzi erano abbattuti e in qualche occasione hanno pianto. Non c'è nessuna ragione perchè debbano essere allontanati dalla scuola. Anzi, la scuola li accoglierà".
La sua linea, che qualcuno aveva definito buonista è passata e Pedretti ricorda che "Giuseppe Parini, assieme al Verri e al Beccaria rappresenta la tradizione illuminista milanese. Il liceo che porta il suo nome non può farsi interprete di sentimenti forcaioli".
Professore, dunque non ci sarà un'espulsione da tutte le scuole del regno, come avrebbero voluto i falchi del Parini?
"Lo statuto dei diritti e dei doveri degli studenti parla chiaro. Il massimo della pena sono 15 giorni di espulsione, e abbiamo valutato in che modo applicarla. Questi ragazzi hanno fatto una fesseria, già adesso ne stanno pagando le conseguenze perchè si sentono giustamente in colpa e vivono tutto il disagio di questa situazione. Studieremo un modo per utilizzare comunque la sospensione per recuperare il tempo perduto evitando ulteriori danni. La nostra missione è quella di educare. Ci sarà una giustizia, quella del tribunale dei minori, che adotterà i provvedimenti opportuni. Noi non possiamo sostituirci ai giudici,non è il nostro compito".
Non accoglie neppure il suggerimento dell'ex ministro dell'istruzione Berlinguer, quello dei "lavori forzati"?
"Ho apprezzato molto l'intervento di Berlinguer e lo condivido. I lavori forzati ci saranno, ma in greco, visto che era proprio il compito di greco quello che volevano evitare".
Dunque l'ala giustizialista, i 22 insegnanti che hanno consultato il ministro Moratti a mezzo stampa hanno perso?
"Molti di loro si sono già pentiti di aver firmato quella lettera che comunque mi aveva molto contrariato. Avrebbero potuto chiedere a me di consultare il ministro, senza scavalcarmi e senza cercare sui giornali una pubblicità dannosa per l'istituto. Il fatto di derogare dalle regole, proprio nel momento in cui si chiede ai ragazzi di rispettarle, mi sembra grave. Si rischia di provocare nell'opinione pubblica una reazione sbagliata: lo ripeto, siamo eredi di una tradizione illuminista, le forche in piazza non appartengono alla nostra civiltà".
Qualcuno la accusa di eccessivo buonismo...
"Anche questa è una sciocchezza. Io ritengo di dover tenere in questa circostanza un atteggiamento di moderata saggezza. Del resto fatti come questi non sono così eccezionali. Lo scorso anno al Severi, un gruppetto di studenti avvolse con la carta igienica tutto ciò che si trovava nell'atrio della scuola. I danni si limitarono al costo della carta igienica e la cosa fu subito ridimensionata. In questo caso questi ragazzi non hanno valutato il danno che avrebbero provocato".
Ammetterà però che la stupidità non è un'attenuante.
"No, sicuramente è un'aggravante, ma non trattiamoli da delinquenti abituali".