Unità-Ostruzionismo contro la Devolution
24.09.2004 Ostruzionismo contro la Devolution di Giuseppe Vittori Slitta a martedì in aula alla Camera il voto finale sull'articolo 34 del disegno di legge sulle riforme che disciplina la d...
24.09.2004
Ostruzionismo contro la Devolution
di Giuseppe Vittori
Slitta a martedì in aula alla Camera il voto finale sull'articolo 34 del disegno di legge sulle riforme che disciplina la devolution. Lo slittamento è stato dovuto in gran parte all'ostruzionismo praticato in aula dai deputati dell'opposizione, che avversano fieramente la riscrittura della Costituzione voluta dal governo.
Dapprima, ieri mattina, il centrosinistra ha tentato di far mancare il numero legale, poi i suoi deputati hanno iniziato una serie di interventi a raffica a titolo personale di un minuto ciascuno impedendo di fatto di giungere oggi al voto per motivi di tempo.
Il ddl sulle riforme, approvato in marzo dal Senato, riscrive la composizione dei principali poteri dello Stato, legislativo ed esecutivo, e ridistribuisce le competenze tra Stato e regioni, potenziando queste ultime. Proprio l'articolo 34 ridisegna le competenze regionali, andando a sostituire il quarto comma dell'articolo 117 dell'attuale Carta costituzionale.
Per diventare legge, oltre all'approvazione nell'attuale lettura alla Camera, il ddl avrà bisogno di altri due voti parlamentari, uno al Senato e uno a Montecitorio, e molto probabilmente di un referendum confermativo, che già da ora l'opposizione propone come ultima barriera a questa revisione costituzionale.
Il centrosinistra, infatti, è deciso a dare battaglia contro questa riscrittura della Carta costituzionale, che più volte il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha detto si dovrà fare con "spirito di unità" tra tutte le forze politiche.
Se il ddl -- caldeggiato principalmente dalla Lega, in particolare nella parte riguardante la devolution - sarà approvato da meno di due terzi dei parlamentari nella seconda votazione, l'opposizione potrà chiedere un referendum confermativo.
In questo caso si andrebbe a ridosso delle elezioni politiche del 2006, poiché ogni legge che modifica la Carta deve essere approvata con due voti da entrambi i rami del Parlamento, a non meno di tre mesi l'uno dall'altro.
Momenti di suspance ci sono stati nella prima votazione quando è andato a rischio il numero legale raggiunto per soli tre deputati. L'opposizione ha denunciato la presenza di pianisti al presidente Casini. Il presidente della Camera ha risposto annunciando tolleranza zero contro i pianisti. A sollevare il caso per primo è stato il vicecapogruppo dei Ds, Piero Ruzzante, che ha contestato a Casini di aver tenuto per troppi minuti aperta la votazione, nella quale il numero legale è stato raggiunto per soli tre voti. Il presidente della Camera ha difeso la sua scelta, spiegando che era stata fatta proprio per controllare l'eventuale presenza dei pianisti.
Un fenomeno che va combattuto magari ricorrendo a nuovi meccanismi, come quello che era stato prospettato in passato, di verificare l'effettiva presenza del deputato in Aula attraverso il controllo delle impronte digitali, come ha ricordato il vicecapogruppo della Margherita Antonio Boccia.
Ma le proteste contro i pianisti hanno provocato la reazione del vicecapogruppo di Forza Italia, Antonio Leone, per il quale "non ci possono essere i pianisti buoni e cattivi, visto che ieri per motivi di diaria molti nell'opposizione hanno votato per colleghi assenti". "I pianisti sono tutti cattivi", ha quindi puntualizzato Casini.