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Unità-Ordini (e disordini) di un ministero

Ordini (e disordini) di un ministero Marina Boscaino Le circolari sono una delle tante bestie nere del Ministero dell'Istruzione da quando Letizia Moratti ha deciso che le procedure fino...

01/06/2004
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l'Unità

Ordini (e disordini) di un ministero

Marina Boscaino

Le circolari sono una delle tante bestie nere del Ministero dell'Istruzione da quando Letizia Moratti ha deciso che le procedure finora seguite - determinate, tuttavia, dalla legge - rappresentano nient'altro che un noioso vincolo, aggirabile a colpi di invenzioni estemporanee. Molti ricorderanno il caso clamoroso della circolare sulle iscrizioni in gennaio: non usciva mai, nonostante gli imminenti termini di scadenza delle iscrizioni stesse, perché il Ministro attendeva l'approvazione definitiva del primo decreto attuativo, che legiferava anche sugli anticipi scolastici. All'epoca, a fare le spese del caos, furono le famiglie dei bambini e coloro che lavoravano nelle segreterie, in un vuoto normativo, in anomale iscrizioni "con riserva". Oggi, a subire direttamente il danno della funambolica politica ministeriale, sono gli insegnanti. E non solo. L'ultima invenzione estemporanea è firmata dal direttore generale Silvio Criscuoli che in poche, sintetiche righe dice e contraddice, afferma e nega tutto ciò che è stato detto e contraddetto, affermato e negato nei giorni scorsi in merito ai libri di testo. La prima cosa che colpisce di questo vero e proprio "testo d'ordinanza" è l'incipit, fantasioso e criptico: "Vengono segnalati comportamenti di vario genere relativamente all'adempimento dell'adozione da parte delle scuole dei libri di testo in attuazione della riforma degli ordinamenti scolastici relativi al I° ciclo di istruzione". No, dr. Criscuoli, il "genere" è stato univoco: molti collegi hanno deciso legittimamente di non accettare libri che contenessero la revisione dei contenuti determinata dalle Indicazioni Nazionali. Perché? Un decreto direttoriale del 12 maggio 2004 ha obbligato le case editrici a stampare nuovi testi conformi alle Indicazioni Nazionali. Le Indicazioni Nazionali sono allegate al primo decreto attuativo (59/04) della legge di riforma Moratti 53/04. La legge stessa invece prevedeva che tali Indicazioni dovessero essere sottoposte all'iter del regolamento governativo. Inoltre Criscuoli stesso, nella sua nota, sconfessa le interpretazioni "soft" del Ministro in merito alla prescrittività delle Indicazioni; esse sono programmi a tutti gli effetti ("Le Indicazioni Nazionali allegate al decreto 59 sostituiscono i programmi di insegnamento già previsti per la scuola primaria e secondaria di I° grado"). E rivela una "verità" negata da mesi. Essendo state semplicemente allegate al decreto, l'introduzione delle Indicazioni è stata illegittima da una parte e non definitiva dall'altra: ne è prova l'ormai famosissimo "caso Darwin", che se non altro ha dimostrato per la prima volta la capacità del ministro-panzer di ritornare sui suoi passi (falsi); lo stesso decreto 59 definiva l'allegato come un "documento transitorio", in attesa del regolamento governativo. Ed occorre osservare come, nel decreto direttoriale del 12 maggio, nello strabiliante allegato "Modalità di realizzazione tecnica dei nuovi libri di testo della scuola primaria", dopo una implacabile descrizione di ogni aspetto relativo ai testi delle elementari (dal numero di pagine per ciascuna classe, il tipo di carta da usare, il numero di colori, il formato della pagina, il titolo - uguale per tutti i "fanciulli" italiani: "sussidiario" -) sia inserita una nota che sottolinea come la minuzia prescrittiva nell'attribuire addirittura un determinato numero di pagine ad ogni disciplina trovi applicazione "limitatamente all'a.s. 2004-05". Perché, appunto, le Indicazioni non sono definitive. E, aggiungo io, non sono legittime. Il Dpr 275/99 recita: "La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell'Offerta Formativa". Pertanto la scelta di libri di testo "non riformati" o di strumenti didattici alternativi spetta agli insegnanti in ottemperanza alle prerogative dell'autonomia scolastica, tutelata dalla Costituzione. Essa viene goffamente ostacolata con un "richiamo all'ordine" nel perfetto stile del monologo. E cioè l'unica forma di comunicazione che questo ministro è in grado di produrre. Ancora una volta si cerca di mettere a tacere il segno tangibile del disagio e del disaccordo con imposizioni, per giunta svincolate da qualunque validità giuridica. Promuovere la "campagna acquisti" (come è stata efficacemente definita in una nota del Cidi) della legge 53 è l'unica preoccupazione della Moratti. Che di promozioni, si sa, se ne intende. Però non ricorda che la delibera di un collegio docenti rappresenta un atto amministrativo definitivo, quando sia presa in ottemperanza della legge. Ma gli organi collegiali - nel progetto Moratti - sembrano avere i minuti contati: e per ostacolarli si inducono i dirigenti scolastici ad assumere atteggiamenti che potrebbero contrastare con la libertà di insegnamento e con l'autonomia professionale dei docenti. Sta a noi insegnanti fare in modo che tutto ciò non accada.


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