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Unità-Opporsi all'idea di società che ha questa destra

Febbraio 2004 Opporsi all'idea di società che ha questa destra Alba Sasso Piera Capitelli Parlamentari Ds, VII commissione camera deputati Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale;...

02/02/2004
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l'Unità

Febbraio 2004
Opporsi all'idea di società che ha questa destra
Alba Sasso Piera Capitelli Parlamentari Ds, VII commissione camera deputati

Nonostante la sentenza della Corte Costituzionale; nonostante le forti e sentite manifestazioni in tutte le parti d'Italia; nonostante i pareri- nei fatti negativi, nella forma perplessi- delle commissioni bilancio di Camera e Senato; nonostante le palesi illegittimità del decreto legislativo per eccesso di delega per quanto riguarda la figura del maestro tutor, i programmi definiti per legge, la riduzione dell'orario; nonostante i mal di pancia di una parte della stessa maggioranza, nonostante tutto questo il primo decreto attuativo della legge '53 è stato approvato la scorsa settimana. Perché, come spiegava un autorevole esponente della maggioranza, fermarsi adesso sarebbe peggio. Evidentemente quel che conta per questo governo è il poter piantare una bandierina. Poi se la vedano le scuole e i dirigenti scolastici. Al popolo intanto si comunica che il tempo pieno c'è e anzi il presidente del consiglio promette che potrà essere fruito, presto, dal cento per cento della popolazione.
E invece, nonostante gli emendamenti della conferenza unificata accolti dal governo che -per fare alcuni esempi- hanno salvato gratuità, ore di mensa, istituti comprensivi, conferma degli organici per il prossimo anno, è stato approvato un decreto di cui non solo non condividiamo la logica e l'impianto, come abbiamo sottolineato anche nel nostro parere di minoranza, ma che è anche confuso e di difficile attuazione. Un decreto uscito nello stesso giorno in cui l'inchiesta Eurispes sull'analfabetismo in Italia gridava a gran voce che oggi c'è bisogno di più scuola, di più tempo e di maggiore qualità dell'istruzione per contrastare un fenomeno che limita la crescita del paese. Ma con le forbici inesorabili dei tagli di risorse umane e materiali per la scuola pubblica, già ampiamente adoperate dalle leggi finanziarie, si sta confezionando un vestito striminzito e inadatto a rispondere alle necessità sempre più vaste e complesse di sapere e conoscenza delle bambine e dei bambini di oggi.
Noi, come parlamentari dell'opposizione, continueremo a incontrare la prossima settimana i comitati di genitori e insegnanti che si moltiplicano in tutta Italia. E che pongono il problema, insieme alle organizzazioni sindacali e professionali, di organizzare, a partire dalle scuole, una risposta all'arroganza del governo,facendo leva su quella forte unità tra componenti della scuola, genitori, docenti, dirigenti, enti locali, che è stato il punto forte e determinante della protesta di queste settimane. In molte situazioni si comincia a ragionare del fatto che l'autonomia delle scuole consente di organizzare il tempo pieno, visto che rimane lo stesso numero dei docenti almeno per il prossimo anno, secondo il modello in vigore. Così come si rileva che l'illegittimità della figura del tutor (quale stato giuridico lo prevede, quale dovrebbe essere la "formazione specifica", perché si ignora il tavolo di contrattazione pure previsto dalla legge Moratti?) può consentire di organizzare scuola per scuola l'articolazione paritaria del gruppo docente. Su queste e su tante altre questioni genitori e insegnanti non intendono fermarsi. "Non abbiamo tempo pieno da perdere" è il loro e il nostro slogan.
Per parte nostra alla Camera la nostra prossima battaglia di opposizione sarà sullo stato giuridico dei docenti. Disegno di legge assai contiguo al decreto approvato. Non a caso si è giocato uno scambio tra l'accelerazione della sua discussione e il ritiro delle dimissioni dell'on. Napoli come relatrice del decreto.
Perché questo disegno di legge è tassello decisivo del quadro complessivo: una scuola con meno insegnanti, gerarchizzati per legge, differentemente pagati. Una scuola più povera e meno libera. Ancora una volta la volontà di risparmiare finisce con l'essere la filosofia del progetto, e forse anche la sua copertura finanziaria.
Ma la forte unità creatasi in queste settimane tra genitori, insegnanti, dirigenti, enti locali, soggetti sindacali e associativi, opposizioni parlamentari è questione importante, indica che c'è forte consapevolezza che la posta in gioco è la qualità e l'estensione della scuola pubblica, e che occorre praticare forme differenziate ma unitarie di opposizione al decreto e alla legge e soprattutto all' idea di società e di futuro che questa maggioranza e questo governo intendono imporre all'intero Paese.


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