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Unità on line-La Moratti abbandonata anche da Bertagna

La Moratti abbandonata anche da Bertagna di Mariagrazia Gerina Nella kermesse voluta dalla Moratti, loro si sono "esibiti" il secondo giorno. "Esibiti", proprio così dice Silvano Tagliagambe...

21/12/2001
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l'Unità

La Moratti abbandonata anche da Bertagna
di Mariagrazia Gerina

Nella kermesse voluta dalla Moratti, loro si sono "esibiti" il secondo giorno. "Esibiti", proprio così dice Silvano Tagliagambe, uno degli autori del progetto di riforma presentato agli stati generali. "Bé visto che era uno spettacolo...", spiega ironico. "La formula scelta certamente forse... non so se si potesse far altro... forse sarebbe stato un po' caotico, ma certo così non... vabbé". Insomma un po' d'amaro in bocca lo show di palazzo dei Congressi l'ha lasciato anche ai professori. E tanta stanchezza: "Meno male che è tutto finito", dice Giuseppe Bertagna, che sarà il padre della riforma voluta dalla Moratti, se ne resterà qualcosa.
"Cambieremo i punti che non trovano consenso" è stato detto ripetutamente durante la due giorni. E anche: "Partiremo dai punti su cui c'è più gradimento". Insomma, prima la riforma possibile, poi, forse quella progettata dai saggi. "Ma già nella seconda stesura del documento abbiamo preso atto di questa esigenza. Era nei patti fin dall'inizio", si affretta a dire Bertagna con l'umiltà di chi sà di aver lavorato per un committente esigente, "il nostro era un mandato limitato. Le decisioni spettano ai politici". Però, un po' d'amarezza trapela dalle sue parole: "Sto andando via da Roma e vorrei non tornare più", dice con un po' di autoronia, "ieri ho fatto anche le consegne dei rimborsi spesa e spero che me li spediscano in fretta. Anche perché sono uno che vive di stipendio... E meno male che c'è la tredicesima". Doveva essere la star degli stati generali e invece ha l'aria di uno che non ama la ribalta il professor Tagliagambe. E deve aver avuto un po' di disagio a stare sulla scena della kermesse. "Si figuri che mentre parlava la Moratti io me ne sono uscito - ma non vorrei che il ministro si offendesse - a vedere cosa succedeva fuori di lì. Per capire cosa dicevano gli studenti". Chissà se qualcuno l'ha riconosciuto. Lì fuori c'erano decine di migliaia di persone, unite contro il progetto di riforma che questo signore ha scritto insieme agli altri cinque della commissione.
I professori smentiscono. "Non ce l'avevano con la nostra bozza. Quando li ho sentiti, ho capito che le loro preoccupazioni erano altre... pure legittime... Se poi sono condivise dalla maggior parte del paese penso che bisogna ascoltarle".
Insomma, i professori non ci stanno ad uscire di scena portandosi addosso anche il peso dei fischi. E se la Moratti vuole scaricarli, loro cercano almeno di scaricarsi la coscienza. Hanno lavorato con l'ingenuità e la dedizione dei "tecnici" e hanno finito per consegnare nelle mani del ministro una bella patata bollente. Ma adesso non vogliono portare addosso il peso del flop e quello della piazza.
E così mentre la Moratti spende i due giorni degli stati generali per raffreddare la patata bollente che i professori le hanno consegnato - "seguendo scrupolosamente le indicazioni del ministro", precisano loro. Il signor Bertagna esce fuori e cerca di trovare assoluzione almeno dalla folla. Si sbaglia, quei ragazzi manifestano anche contro la sua riforma. "Ma se non l'hanno nemmeno letta". E invece no, l'hanno letta e hanno anche scritto punto per punto le loro osservazioni.


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