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Unità-Obbligo scolastico: l'ultimo bluff Moratti

Obbligo scolastico: l'ultimo bluff Moratti Il ministro: "Innalzato fino a 18 anni". Opposizione e sindacati: "No, lo avete cancellato" Roberto Monteforte ROMA "Istruzione e formaz...

25/03/2005
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l'Unità

Obbligo scolastico: l'ultimo bluff Moratti

Il ministro: "Innalzato fino a 18 anni". Opposizione e sindacati: "No, lo avete cancellato"

Roberto Monteforte

ROMA "Istruzione e formazione per tutti sino ai 18 anni". È questo l'annuncio sbandierato come una grande novità ieri dal governo e dal ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti dopo che il consiglio dei Ministi ha ratificato due provvedimenti: il "diritto-dovere all'istruzione e formazione sino ai 18 anni" e quello "sull'alternanza scuola-lavoro". Per la maggioranza un altro pezzo della riforma della scuola che sarebbe andato in porto. Ma la verità sarebbe un'altra e molto preoccupante. Per centrosinistra, studenti dell'Uds e sindacato Cgil, si tratterebbe dell'"ennesimo imbroglio della Moratti", ancora più grave perché perpetrato in campagna elettolare.
"Il ministro - commenta Andrea Ranieri, responsabile Scuola Ds - periodicamente si rivende l'obbligo formativo varato dal centrosinistra, come se fosse farina del suo sacco. Ma mentre il centrosinistra finanziò l'obbligo formativo con 350 milioni di euro, la Moratti pensa ne possano bastare soltanto 16". "Non può esistere una reale politica di innalzamento dell'obbligo senza un politica di diritto allo studio seria, collegata al reddito delle famiglie" aggiuge Ranieri che sottolinea come la Moratti, che pure preannuncia un aumento degli alunni come effetto di questi provvedimenti, "non ha previsto alcun incremento degli organici e di spese per l'edilizia". Insomma, una scatola vuota. "L'unica vera riforma della Moratti è quella di abolire il prolungamento dell'obbligo scolastico della legge 9 (varata dal centrosinistra) per costringere i ragazzi a scegliere a 13 anni e mezzo tra la scuola e la formazione professionale".
Un bluff, un "decreto-farsa" quello della Moratti anche per la parlamentare Alba Sasso (Ds). Intanto perché manca il quadro di riferimento per questi interventi, visto che "tarda a uscire il decreto sulle secondarie superiori, sul quale è divisa la stessa maggioranza". Anche per la Sasso si è passati dall'"obbligo scolastico" dello Stato al "più labile concetto di diritto-dovere" per le famiglie. E a proposito dell'"alternanza scuola-lavoro" rileva come quello che doveva essere un "metodo" si presenti ora come un ulteriore percorso che si affianca a quello dell'istruzione e della formazione. "Si va a lavorare senza alcuna protezione contrattuale e vale come se si andasse a scuola. Così la dispersione scolastica è solo occultata". La deputata ricorda come sui due decreti approvati ieri vi sia stato l'esplicito dissenso della conferenza Stato-Regioni. E viste le competenze assegnate alle Regioni su queste materie, non è cosa da poco. "Scompare l'obbligo scolastico, è una grave violazione della Costituzione" commenta anche la senatrice Acciarini (Ds) che si domanda "come le nuove norme si pongano in rapporto al diritto penale". "I due decreti approvati indeboliscono fortemente l'asse dell'istruzione anticipando per gli adolescenti lo scivolamento verso il lavoro e consolidando le differenze sociali - rileva Albertina Soliani (Margherita) -. Se poi si aggiunge la devoluzione alle Regioni dell'intera competenza del sistema di istruzione si capisce che non è più garantita l'istruzione di qualità per tutti".
Mentre plaudono maggioranza e la Confindustria arriva, decisa, la critica della Cgil. "Gli éscamotage verbali che il Governo usa per mascherare gli effetti delle proprie scelte stanno ormai raggiungendo livelli inverosimili" commenta il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini. Parla di "bugia colossale" sparata dalla Moratti e spiega perché. "Nel 2003 è stata abrogata una legge, approvata nella precedente legislatura, che innalzava l'obbligo scolastico al primo anno della scuola superiore riportandolo alla fine della terza media". In questo modo, continua Panini, è stata cambiata la Costituzione "immiserendo il valore stesso di obbligo scolastico, trasformato nei fatti da obbligo per la Repubblica nei confronti di un diritto a studiare dei ragazzi, a diritto-dovere deciso dalle singole famiglie in base alle proprie condizione". L'effetto di questi provvedimenti? Invitare le famiglie socialmente più deboli a far studiare meno i propri figli, mentre con quello sull'alternanza scuola-lavoro si indebolisce la centralità dell'investimento in istruzione e si spinge larghe fasce di giovani verso un lavoro anticipato". "Siamo di fronte a due provvedimenti funzionali alla privatizzazione della cultura nel nostro Paese, alla divaricazione sociale" conclude l'esponente della Cgil per il quale "meno scuola pubblica e meno risorse" continua ad essere la "stella polare che guida le scelte del Governo". "Basta con le menzogne: l'obbligo scolastico è abbassato" affermano gli studenti dell'Unione degli studenti che annunciano mobilitazioni. "La Moratti ha cancellato l'obbligo scolastico fino a 15 anni e riportato l'obbligo scolastico vero e proprio a soli 14 anni. Eppure continua a dire il contrario! Quello che si garantisce fino a 18 anni non è obbligo scolastico, ma il diritto-dovere alla formazione, che è ben altra cosa. Non si può credere che assolvere all'obbligo scolastico andando a scuola - proseguono - sia uguale ad assolverlo frequentando per esempio un corso da apprendisti parrucchieri, oppure lavorando in fabbrica. Non si chiede allo studente di stare a scuola per formarsi realmente fino a 18 anni, ma alla famiglia di mandare il figlio a scuola fino alla terza media e poi di fare qualcosa che sia formativo (senza definire cosa) fino a 18 anni". L'"alternanza scuola-lavoro", denunciano, "sarà una formazione/apprendistato simile al vecchio avviamento professionale. Tutto ciò si configura come un lavoro minorile autorizzato, legale, non retribuito e senza diritti per gli studenti".


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