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Unità: Non si smonta così la scuola

Cristina Di Geronimo

24/10/2008
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l'Unità

Con i recenti provvedimenti legislativi sul riordino del sistema scolastico si sono ormai delineate, senza ombra di dubbio, le strategie politiche del Governo. Il primo documento legislativo è il Piano programmatico del ministro dell’Istruzione in applicazione dell’art 64 del D.L. 25 giugno 2008, n 112 convertito dalla Legge 6 agosto 208 n 133. Il Piano si articola sulle seguenti linee:

- aumento del numero degli alunni per classe (+ 0,20 il primo anno, più un ulteriore 0,10per il secondo anno, più un ulteriore 0,10 per il terzo anno, sui limiti attuali che sono 30 alunni per le scuole materne, medie e superiori e 25 per la scuola elementare). Stima riduzioni in tre anni scolastici 12.800 posti docenti;

- riduzione orario scolastico scuola elementare. Stima riduzioni posti docenti nei primi due anni 14.000 posti docenti;

- riduzione insegnanti di lingua inglese nella scuola elementare. Stima riduzioni posti docenti nei tre anni 11.200 posti docenti;

- riduzione curricoli scuole secondarie, riduzione cosi serali e cosi per adulti, riconduzione tutte le cattedre a 18 ore. Stima riduzioni nei tre anni 49.400.

Totale generale: 87.400 posti docenti in meno in tre anni. Contestualmente, a effetto domino saranno soppressi, sempre nei tre anni, 44.500 posti fra personale amministrativo, assistenti di laboratorio, collaboratori scolastici.

Perderanno il lavoro, quindi, 131.900 lavoratori della scuola. I lavoratori della scuola sono coloro che si occupano della vigilanza, dell’educazione, dell’istruzione dei nostri figli. Quando una società decide di migliorare, di crescere anche economicamente, investe in cultura, investe in formazione. A cosa mira, al contrario, una società che riduce il tempo e lo spazio formativo? Riporta indietro nel tempo la mobilità sociale. La scuola non sarà più l’occasione per il progresso sociale. L’emarginazione delle classi più deboli sarà prima di tutto un’emarginazione culturale. Si potrebbe dire che, con internet e la televisione, l’accesso alla conoscenza sarà più diffuso. Ma se non saranno forniti ai giovani le chiavi interpretative, i quadri concettuali per accedere alle conoscenze, sempre di più esse diventeranno appannaggio di pochi. Scriveva Neil Postman, molti anni fa, che le società possono morire per troppa stasi o per troppo movimento e che nel mondo contemporaneo occidentale, dove le conoscenze si moltiplicano con una rapidità impressionante, solo attraverso una cultura solida, una scuola forte, si potrà contrastare la disgregazione sociale. Egli parlava di una funzione termostatica della scuola. In Italia si parte dal dato di una crisi delle scuole superiori e si abbatte la scure principalmente sulle scuole materne ed elementari. Qualcuno dice che i nostri giovani non conoscono la grammatica, ma nessuno dice che tutti gli apprendimenti di base, che sono forniti nella scuola elementare, se non sono rinforzati, nell’arco di tutto il percorso scolastico, si possono smarrire. È come se in un’azienda dove si rileva che un settore non è produttivo, si decida di modificare quello che invece funziona più che bene. Quegli amministratori sarebbero considerati degli incompetenti senza ombra di dubbio. E poi, un altro paradosso è il seguente, in tutti i settori (l’Alitalia è il più recente) quando si prevede di mandare a casa dieci o ventimila lavoratori, ci si pone il problema di quelle famiglie che non avranno più di che vivere, ma i lavoratori della scuola non hanno famiglia? non hanno contratto un mutuo? non devono far fronte alla pesante crisi finanziaria, economica che il Paese attraversa? Qui si parla di 131.900 posti di lavoro in tre anni.

Una piccola nota a parte, merita la mozione della Lega Nord approvata dal Parlamento italiano qualche giorno fà. Anche qui si parte con i buoni propositi di integrazione, e si dice poi, testualmente che la scuola italiana deve essere in grado di supportare una politica di “discriminazione transitoria positiva” a favore dei minori immigrati, avente come obiettivo la riduzione dei rischi di esclusione. In sostanza si dice, io ti discrimino temporaneamente, per poi integrarti. Come si procede per raggiungere questo contorto obiettivo? Con un test e specifiche prove di valutazione per l’ingresso nelle classi normali. Coloro che non avranno superato i test saranno inseriti in classi temporanee, e comunque, non oltre il 31 dicembre di ciascun anno. In queste classi d’inserimento sarà attivato il seguente curricolo formativo essenziale: comprensione dei diritti e doveri (rispetto per gli altri, tolleranza, lealtà, rispetto della legge del Paese accogliente); sostegno alla vita democratica; interdipendenza mondiale; rispetto di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi; rispetto per la diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente. Anche qui per affrontare e risolvere un problema,che pur esiste, di integrazione di alunni immigrati nelle scuole, si ricorre ad una norma che considerare discriminatoria è poco. È una norma che offende la dignità della persona ed ancor più grave è che si tratta di bambini.

Dirigente scolastica

Istituto comprensivo

Casalvelino (Salerno)


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