Unità: «Non parla mai del reddito dei lavoratori»
Sindacati contrari al taglio delle pensioni. Epifani: si è dimenticato ancora dei salari
di Felicia Masocco
VECCHIO E NUOVO Aumentare l’età e rivedere (leggi «ridurre») i coefficienti. Sulle pensioni quello che non si può fare, è rinviare. La voce di Mario Draghi si aggiunge al coro degli interventisti e rafforza il pressing alla vigilia della ripresa del negoziato tra governo e sindacati. Applicare le vecchie riforme e in prospettiva, meno pubblico e più privato: pensare cioè a spostare quote di contribuzione verso al previdenza complementare. A Epifani, Bonanni, e Angeletti - come di prassi nel parterre di palazzo Koch - saranno fischiate le orecchie. Ma ci sono abituati. Così al termine dell’assemblea di Bankitalia i commenti dei sindacalisti sono di chi se lo aspettava. «Sulle pensioni non abbiamo le stesse idee». È il segretario della Cgil a dirlo, a dire che il governatore conferma «l’impostazione delle vecchia riforma». Un neo della sua relazione alla quale complessivamente Epifani assegna «un buon voto», «una relazione istituzionale, non politica» spiega con il pensiero rivolto alle considerazioni di Montezemolo giusto una settimana fa. Draghi ha rivolto «ampie critiche a imprese e banche», ha posto «gli accenti giusti». Se non fosse per le pensioni, appunto. E per l’assenza di riferimenti ai redditi: «Come l’anno scorso non ha parlato di salari e pensioni basse, del perché non crescono. Non è un caso che i consumi siano in discesa».
Sulle pensioni il governatore di Bankitalia chiede l’aumento dell’età e l’applicazione della riforma Dini, quindi la revisione dei coefficienti come quella riforma li aveva pensati e che alle condizioni attuali porterebbe a un taglio delle prestazioni del 6-7%. Su questo i sindacati non ci stanno, lo dicono anche Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Ma se si ripensasse la base di calcolo, se alla luce de i flussi migratori, dei tassi di mortalità e della crescita del lavoro flessibile si modificassero i parametri di calcolo, Cgil, Cisl e Uil potrebbero discutere. L’ultima riunione del tavolo di concertazione aveva portato infatti questo esito. Lo ricorda Cesare Damiano, l’artefice dell’apertura. «Crediamo nella Dini e vogliamo applicarla, abbiamo proposto un confronto sui dati». Quanto all’età, la ricetta è nota, sostituire lo “scalone” gli scalini. Misura che non convince sindacati e l’ala sinistra della maggioranza. «I parametri per i coefficienti devono essere intelligenti e realistici», anche per il leader della Uil Luigi Angeletti, quanto all’età «si può aumentare solo su base volontaria». Della relazione di Draghi, Raffaele Bonanni ha apprezzato «la frustata a rendite e inefficienze» e a questo punto si augura che «la politica ne tenga conto». Quanto alle pensioni «bisogna discuterne, affronteremo il problema nei prossimi giorni». Senza però prendere in esame un altro «suggerimento» di Draghi: «lo spostamento verso la previdenza complementare, su base volontaria, di una quota limitata della contribuzione destinata alla previdenza pubblica». «Parole - per Epifani - molto, molto ardite».