Unità: «Non ci comprate con 30 denari, dateci il contratto»
Ieri in piazza i lavoratori della scuola. La prossima settimana tocca ai metalmeccanici
di Giampiero Rossi / Milano
REALTÀ Dopo i lavoratori del pubblico impiego, scesi in piazza venerdì, ieri sono stati quelli della scuola a manifestare e a scioperare. E domani tocca agli addetti
dell’università e della ricerca. A scuotere l’autunno del lavoro sono le notizie che arrivano dal fronte della finanziaria, cioè la mancata assegnazione delle risorse che avrebbero permesso la copertura dei rinnovi contrattuali.
Ieri, a Roma, secondo gli organizzatori, c'erano 50.000 persone. Ma, in totale, secondo i sindacati di categoria, allo sciopero odierno del comparto scuola avrebbe aderito «il 65-70 per cento dei lavoratori. «Sulla scuola pubblica non si scherza - commenta il segretario della Flc Cgil, Enrico Panini- questo è il nostro telegramma a Prodi e Fioroni. La piazza ha espresso rabbia e delusione, ora attendiamo risposte».
Al di là delle questioni specifiche di scuola e pubblico impiego, il tema che accomuna una grande fetta del mondo del lavoro italiano è quello dei rinnovi contrattuali. Che ritardano e che costano scioperi, lunghe contese sindacali e, soprattutto, perdita di potere d’acquisto.
È lo steso ministro del lavoro, Cesare Damiano, a sollecitare lo sblocco di questa situazione: «I salari in Europa sono molto bassi, però bisogna anche chiedere alle imprese se sono disponibili a rinnovare i contratti - è l'appello del ministro dai microfoni di Sky Tg24 - ci sono milioni di lavoratori che stanno aspettando i loro contratti, a partire dai lavoratori metalmeccanici. Rinnoviamoli questi contratti! In primo luogo - sottolinea Damiano - rinnovare i contratti in ritardo provoca una perdita dei poteri di acquisto. Seconda questione: noi abbiamo registrato una crescita di produttività che è rimasta nelle mani delle imprese e non è tornata sotto forma di retribuzione ai lavoratori».
Martedì saranno i metalmeccanici a scioperare per otto ore per sollecitare un rinnovo contrattuale che, nonostante la tradizione della categoria, si presenta più difficile che mai. Ad aumentare la tensione al tavolo delle trattative è stata la decisione a sorpresa della Fiat di concedere unilateralmente 30 euro in più in busta paga ai propri dipendenti, proprio per andare incontro alle evidenti difficoltà dovute al ritardo nel rinnovo del contratto. I sindacati, invece, vorrebbero che gli aumenti dovuti (e necessari) ai metalmeccanici venissero riconosciuti in sede contrattuale, e peraltro la loro richiesta è ben superiore: 117 euro che diventano 130 per coloro che non possono beneficiare della contrattazione aziendale. E sospettano che la mossa della Fiat, già imitata da altre aziende, sia funzionale a strappare una modifica della struttura del contratto.
Risultato: per il momento Federmeccanica non ha ancora formulato alcuna proposta economica ufficiale e i sindacati di categoria hanno annunciato un pacchetto di altre 12 ore di sciopero. Ora, dopo che anche il governatore della Banca d’Italia, mario Draghi, ha sollevato la questione salariale, l’auspicio di sindacati e lavoratori è che dietro alle dichiarazioni “politically correct” degli industriali vi sia la reale intenzione di mettere mano ai portafogli.