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Unità: «Noi precari, tanti sacrifici per nulla»

LA LETTERAIl futuro incerto dei ricercatori dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale

10/10/2008
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l'Unità

/RomaEgregio Direttore,

siamo alcuni lavoratori dell'ISPRA, il neo costituito Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (nato dall'accorpamento di APAT, ICRAM e INFS), un Ente di ricerca vigilato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che si occupa di monitoraggio e protezione ambientale, bonifiche di siti contaminati, controllo nucleare, rifiuti, difesa del suolo e delle risorse idriche.

La lettera che abbiamo deciso di inviarLe è scritta da alcuni dei lavoratori precari dell'ex-ICRAM (tempi determinati, co.co.co., borsisti ed assegnisti) che da anni (per molti anche 15) dedicano la loro vita ad un lavoro fatto di ricerca, studio, sacrifici e rinunce che solo una grande passione può aver portato fino ad oggi.

Essere un ricercatore e lavorare in un ambito quale è il nostro significa fare importanti scelte di vita, dettate esclusivamente da una vera convinzione in ciò che si fa, spesso da soli, spesso con poca o inesistente tutela da parte di uno Stato per il quale ognuno di noi presta servizio con dedizione e passione. Anche se abbiamo tutti contratti a scadenza, la grande maggioranza di noi affronta quotidianamente, le difficoltà che il proprio lavoro presenta, assumendosi in tutto e per tutto le responsabilità del proprio operato: siede ad un tavolo ministeriale, partecipa a riunioni decisionali, appone la firma su progetti di ricerca per i quali è responsabile….E dopo tutto questo cosa accade? Che l'attuale governo, decide, attraverso l'emendamento all'art. 37 del disegno di legge A.C. 1441-quater, non solo di interrompere i processi di stabilizzazione avviati dal governo precedente ma anche, fatto ben più grave, di interrompere definitivamente tutte le collaborazioni i cui termini di legge siano stati raggiunti. Può ben immaginare quale sia lo stupore, o più correttamente, l'indignazione, nell'apprendere che, dopo i sacrifici e la professionalità acquisita, gli stessi ricercatori che hanno avuto difficoltà a conciliare un lavoro precario con la propria vita privata, improvvisamente si trovino a dover fare i conti con un futuro che già era incerto e che oggi si prospetta impossibile. Dove vanno a finire gli anni di lavoro svolto? Le competenze acquisite? L'esperienza maturata, se chi ci dovrebbe tutelare e finalmente riconoscere il nostro ruolo decide invece di ignorare totalmente i nostri curricula ed il contributo che forniamo allo Stato, agli Enti pubblici e privati? (...). Si stanno comportando come se il male della Pubblica Amministrazione dipendesse esclusivamente dal ricorso al lavoro precario, senza preoccuparsi di valutare l'efficienza ed il valore aggiunto apportati negli anni dal personale precario al sistema pubblico. Ma, soprattutto, senza chiedersi del perché il sistema pubblico abbia fatto ricorso, negli anni, in maniera così massiccia a forme di lavoro precario: non vorremmo peccare di presunzione affermando che nel caso di ISPRA ex-ICRAM, si è trattato di reale necessità, dal momento che il solo personale dipendente, che ad oggi ci risulta essere costituito da n. 75 unità, non è in grado di svolgere adeguatamente il proprio compito su tutto il territorio nazionale e per tutti gli ambiti in cui è chiamato ad operare. Ed infine, senza considerare la dignità professionale ed umana di lavoratori che hanno dedicato anni allo svolgimento di attività di pubblica utilità (monitoraggio e protezione ambientale, bonifiche dei siti marini contaminati, servizio emergenze in mare, tutela degli habitat e della biodiversità, ...) e che ora si vedono "riconoscere" il loro impegno e la loro dedizione alla stregua di fannulloni e sfruttatori della cosa pubblica, insomma, un peso per la società.

Un sentito ringraziamento per l'attenzione che vorrete accordarci.

Distinti saluti, una piccola rappresentanza dei Ricercatori precari dell'ISPRA-ex ICRAM (Francesca G., Maria Elena P., Roberta G., Serena G., Giuseppe T., Giacomo M., Laura G., Andrea S., Antonella T., Gabriella Z., Maria Giovanna A., Francesco C., Valentina M., Lorenzo R., Marieaude T., Daniela C.)


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