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Unità: Nei ministeri è finita l’era dei precari

Il ministro Nicolais: «L’obiettivo del governo è quello di uno svecchiamento anche attraverso uscite incentivate. Risparmieremo con la riforma dell’amministrazione, non con i tagli»

13/08/2006
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l'Unità

di Wanda Marra/ Roma

RISPARMIARE non con i tagli, ma attraverso le riforme: è questa la ricetta di Luigi Nicolais, Ministro delle Riforme e Innovazioni nella Pubblica Amministrazione. Professore ordinario di Tecnologie dei Polimeri presso l'Università di Napoli Federico II, campano

classe 1942, ex assessore della giunta Bassolino, sulle questioni del lavoro, da sempre tema sensibile della PA, da una parte affogata dai dipendenti, dall’altra vero bacino di precari, Nicolais è chiarissimo: i contratti saranno rinnovati e ci sarà un vero piano di assunzione dei precari. Misure accompagnate da incentivazioni al pensionamento.

Ministro, qual è il suo bilancio dei primi tre mesi di governo?

Il governo è stato molto attivo, perchè nonostante le difficoltà finanziarie che abbiamo trovato, tutti i ministri hanno cercato di impostare un programma per cambiare in maniera sostanziale le cose. Penso al lavoro di Bersani e Visco sulle liberalizzazioni, a tutta l’attività sul welfare che i ministri Bindi, Pollastrini, Melandri stanno cercando di impostare con un’attenzione particolare ai più disagiati. E credo che la litigiosità tra i vari ministri di cui si parla tanto a volte sia più un’invenzione della stampa che una realtà. Almeno, penso che la dialettica sia maggiore in Parlamento che nelle nostre riunbioni a Palazzo Chigi.

Un bilancio, invece, del suo ministero?

Il mio ministero è il frutto dell’accorpamento di due dipartimenti: dunque, abbiamo fatto molto lavoro di coordinamento, per stabilire le deleghe, per tenere insieme l’aspetto relativo all’innovazione della Pubblica Amministrazione e quello dell’innovazione in generale. Abbiamo accorpato tutto, cercando anche di risparmiare molto. La riduzione del personale ministeriale ci ha portato un risparmio di 600mila euro. Tutta la spesa relativa alla funzione pubblica è bastata anche per le altre attività.

Su cosa ha impostato il programma di governo del suo ministero?

Prima di tutto sul cambiamento del rapporto della pubblica ammnistrazione con il cittadino, rendendolo più amichevole, rendendo più facile ai cittadini avviare le pratiche e spostando i controlli alla fine. Mentre per quel che riguarda il cambiamento nell’innovazione tecnologica pensiamo di lavorare intorno a 2 concetti: l’interoperabilità, ovvero la messa in comune di tutte le banche dati dei vari Ministeri e la volontà di dare priorità assoluta all’Open source, detta così può sembrare difficile, ma significa non legarci a tecnologie proprietarie, bensì a programmi “aperti” che ci permetterà anche di migliorare continuamente i nostri software.

Qual è stato il contributo del vostro Ministero al decreto Bersani?

Abbiamo introdotto alcune norme di moralizzazione, come la riduzione dei salari dei dirigenti di alto livello, la soglia di 67 anni per il pensionamento e la pubblicizzazione e il limite delle consulenze, che nel 2005 erano già il 50% rispetto al 2003, mentre ora sono del 40%, risparmiando così in totale circa 90 milioni di euro.

Tra i settori in cui il governo intende risparmiare nella Finanziaria c’è la PA. Qual è la sua proposta?

Il risparmio che noi vediamo non è un taglio, ma una riforma. Anche perchè abbiamo la necessità di avviare nuovi contratti di lavoro. E questo è un impegno che Padoa Schioppa ha preso con me e con il sindacato. Quindi, su proposta della Cgil, della Cisl e della Uil, ci sarà una sorta di scivolo per dei prepensionamenti volontari, che ci permetterà di cominciare ad avviare le assunzioni dei giovani.

Il blocco delle assunzioni da una parte ha provocato l’invecchiamento dell’età media dei dipendenti della PA, dall’altra ha determinato una galassia di contratti precari. Come pensa di mettere mano a questa situazione?

In parte attraverso i prepensionamenti. E in parte trasformando i precari in assunti, attraverso un vero e proprio piano. Tra l’altro il costo dei precari è già sostenuto dallo Stato e quindi la loro regolarizzazione non darebbe luogo a un aggravio di spesa. Cercheremo di recuperare dei fondi, con l’accorpamento di grandi enti previdenziali, per esempio l’Inps e l’Inpdap. Abbiamo già avviato l’uscita del Formez da tutte le società partecipate, e questo ci ha fatto risparmiare alcuni milioni di euro.

Tra i sindacti c’è il timore che si possa andare verso un congelamento dei rinnovi contrattuali. Lo esclude?

Sì, il rinnovo dei contratti sicuramente ci sarà, ho la parola sia del Ministro Padoa Schioppa che di Prodi.

Quando si parla di risparmi si pensa subito agli organici. C’è chi come Nicola Rossi propone prepensionamenti, mentre i sindacati pensano ad esodi incentivati. Quale delle due proposte la convince di più?

Certamente gli esodi incentivati. Dobbiamo fare in modo che chi se ne vuole andare un po’ prima possa farlo.

Oggi i dipendenti pubblici sono circa 3 milioni e mezzo. Di quanto vanno ridotti? E in quanto tempo?

Ogni anno noi abbiamo il pensionamento di circa 90mila persone. Se li incentiviamo attraverso il sistema di scivolo il numero può ancora crescere. Si tratta di un’operazione che durerà tutta la legislatura.

Si aspetta una Finanziaria di lacrime e sangue?

Mi aspetto che ognuno di noi dovrà fare dei sacrifici. Ma le riforme potranno dare il risparmio che ci richiede il Ministro Padoa Schioppa, il nostro Dracula come lo chiamo scherzosamente.

Lei è un Ministro del Sud. Come pensa si debba agire per il Mezzogiorno?

Il sud deve molto puntare a tutto quello che riguarda le attività legate alla conoscenza. Così può rilanciare l’economia di tutto il paese.

È un’estate in cui molto si parla di grandi intese, anche se Prodi le esclude. Lei cosa ne pensa?

Non possiamo immaginare un’ammucchiata con tutti dentro. Il centrosinistra ha presentato un programma di governo molto diverso da quello della destra. Non nego che in Senato abbiamo qualche difficoltà, ma l’ipotesi che mi sembra molto ragionevole è tirare dentro delle singole persone.

Pensa a qualcuno in particolare?

Magari! Così, mi viene in menteBruno Tabacci, che ha idea molto vicine a quelle del centrosinistra.

Crede che la legge elettorale debba essere cambiata? Penso che questa legge vada cambiata immediatamente, perchè è la peggiore che potesse esistere, visto che sottrae democraticità alle elezioni. Sono d’accordo anche con l’idea del referendum. Ma questo tipo di riforme va fatto in maniera condivisa


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