Unità: Mussi scrive agli Atenei: stop alle lauree facili
NUOVE REGOLE Basta con le lauree addomesticate. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, ha infatti inviato un «atto di indirizzo» a tutti gli atenei invitandoli a rivedere quelle convenzioni tra università e pubblica amministrazione che consentono una super valutazione dei credito formativi degli studenti «dipendenti pubblici». In pratica, dice il ministro, quei riconoscimenti non possono pesare più degli esami da sostenere.
BASTA CON LE LAUREE addomesticate. Sono da rivedere quelle convenzioni tra atenei e pubblica amministrazione che consentono una super valutazione dei crediti formativi degli studenti «dipendenti pubblici» grazie a quel riconoscimento, che la leg-
ge prevede, delle «conoscenze e abilità professionali certificate». Non possono pesare più degli esami da sostenere. Possono valere al massimo 60 crediti per una laurea triennale per cui ne servono 180. È questa l’indicazione fornita dal neo ministro dell’Università e della Ricerca, il «normalista» Fabio Mussi con un «atto di indirizzo» inviato lo scorso 30 maggio a tutti gli atenei. Pare deciso a mettere ordine in quella che è oramai una vera e propria giungla. Il sistema della «convenzione» con gli enti pubblici ha finito per deresponsabilizzare gli atenei, in particolare quelli privati e di piccole dimensioni, che il ministero pur nel rispetto dell’«autonomia sulla valutazione delle singole esperienze», ha richiamato ad un reale accertamento «di reali periodi di formazione pregressi, di apprendimento, conoscenze e abilità professionali».
Sotto accusa sono per lo più le convenzioni stipulate tra atenei e studenti con le «stellette», militari o dipendenti del ministero degli Interni, ma ve ne sono pure per chi lavora negli enti locali e nelle Regioni, all’Aci e all’Inps ed anche giornalisti, ragionieri, commercialisti, giornalisti, ispettori del lavoro. Che si sia arrivati a situazioni paradossali con atenei come la libera università Konè di Enna dove sui 180 crediti necessari per conseguire la laurea breve, ne vengono «scontati» ben 135 ai dipendenti della regione Sicilia, o all’ateneo San Pio V di Roma dove un ispettore di polizia, sostenendo soli sette esami, può conseguire la laurea triennale, lo testimonia da ultimo la documentatissima inchiesta realizzata dalla trasmissione Report di Rai 3. Proprio sollecitato da questa inchiesta Mussi ha deciso di vederci chiaro. In una nota dello scorso 29 maggio, nella quale fa esplicito riferimento alla «circostanziata segnalazione della trasmissione televisiva “Report”» che - assicura - «sarà tenuta nella massima considerazione, come si deve a chi, sulla stampa, alla televisione o su altri media, si fa portavoce documentato dell’opinione pubblica», annuncia che si cambia registro. Il ministro «valuterà con estrema attenzione la situazione dei percorsi abbreviati per la laurea riservati a dipendenti di vari enti e amministrazioni pubbliche, tra cui alcuni ministeri, in base a convenzioni stipulate tra questi enti e alcune università pubbliche e private». L’operazione «bonifica» è delicata. «Questo tipo di convenzioni tra università ed enti - spiega la nota - ricadono nell’autonomia degli atenei, che il Ministro intende preservare e ampliare». Detto questo si conferma che da viale Kennedy «sarà esercitata, nelle forme dovute, tutta la vigilanza e la valutazione che spetta al Ministero, affinché il sistema universitario italiano continui a godere della fiducia e dell’apprezzamento degli studenti e dei cittadini». L’invito è a tornare allo spirito della riforma, snaturato dalla «liberalizzazione» introdotta dalla finanziaria 2002 che ha finito «col causare atteggiamenti lassisti da parte di alcune università». L’annuncio è chiaro: «saranno adottati gli atti opportuni per modificarla, restituendo serietà alla norma della riforma Berlinguer-Zecchino che stabiliva la possibilità di riconoscere come crediti universitari la competenza maturata da singole persone nel proprio lavoro, purché debitamente e regolarmente certificata». Così viene indicato anche il responsabile di questa situazione: la Moratti che con la finanziaria 2002 ha liberalizzato, eliminando qualsiasi tetto al riconoscimento dei crediti formativi che ha portato all’eccesso di una laurea triennale conseguita con appena sei o sette esami.
L’operazione bonifica è partita. Che Mussi sulle «lauree facili» faccia sul serio lo conferma anche il ritiro in data 22 maggio del decreto di istituzione della libera università Ranieri, di Villa San Giovanni, in Calabria, fortissimamente voluta dal centrodestra. Mancano i requisiti