Unità: Mussi: i ricercatori saranno prof
Boccata d’aria per 22mila
UNIVERSITÀ
di Massimo Franchi / Roma
In Italia secondo gli ultimi dati ci sono 22 mila ricercatori universitari. Negli atenei vengono sfruttati perché, sebbene non siano riconosciuti come docenti, di fatto tengono corsi, lezioni ed esami allo stesso modo dei professori. Solo che vengono pagati molto meno e devono aspettare decenni per arrivare ad una cattedra, senza considerare che la loro età media (44 anni) è molto più alta rispetto ai loro colleghi di tutto il mondo. Ieri il ministro Fabio Mussi in un’audizione al Senato ha annunciato che finalmente verranno riconosciuti per ciò che sono: «Docenti aggregati».
Il disegno di legge che istituisce la terza fascia di docenza sarà approvato dal Consiglio dei ministri venerdì o al massimo la «settimana prossima». Un cambiamento di cui si discuteva da tempo e «anche per questo - spiega Mussi - chiederemo alle Camere un rapido esame». La Moratti aveva sostenuto che la figura dei ricercatori docenti fosse ad esaurimento, ma invece che diminuire i loro numero è aumentato di anno in anno. Per il momento però si tratta solo di un cambiamento di status senza copertura finanziaria. Secondo Mussi comunque «gli stipendi sono da fame». L’obeittivo è svecchiare il corpo docente. Il passaggio a docenti aggregati non sarà però automatico. «Ci saranno delle procedure di valutazione - spiega ancora Mussi - che comporteranno non solo automatismi, ma anche verifiche». Alcune procedure sono già indicate nel ddl, «un’altra parte - continua il ministro - andrà in un più complessivo disegno di legge sulla risistemazione complessiva della docenza universitaria».
Il ministro ha poi annunciato che entro giugno sarà pronto il nuovo regolamento per il reclutamento dei ricercatori, con i primi concorsi entro fine anno. Il piano di assunzioni straordinarie prevede 3 mila ricercatori l’anno. Il nuovo reclutamento prevede una prima valutazione da parte di esperti internazionali, attraverso referee anonimi. Poi, ci saranno le valutazioni delle commissioni territoriali con prove seminariali, valutazione curricola, colloqui e lettere di presentazione. Saranno infine ridotte le aree di riferimento che passeranno da 370 a «70-80».