Unità-Moratti: tutti a scuola, ma solo se vi pare
In settimana il decreto attuativo della Riforma in Consiglio dei Ministri. Ranieri (Ds): "Così si reintroducono i privilegi di reddito" Moratti: tutti a scuola, ma solo se vi pare Il ministro...
In settimana il decreto attuativo della Riforma in Consiglio dei Ministri. Ranieri (Ds): "Così si reintroducono i privilegi di reddito"
Moratti: tutti a scuola, ma solo se vi pare
Il ministro cancella l'obbligatorietà e s'inventa la formula "diritto-dovere". La Cgil: calpestata la Costituzione
ROMA In barba alla costituzione la Moratti ha deciso di cancellare l'obbligo scolastico. È in arrivo, infatti, un nuovo concetto che ridefinirà il rapporto tra scuola e studente: il "diritto-dovere" all'istruzione. E, sottoforma di decreto legislativo, molto probabilmente il neologismo varcherà le porte di Palazzo Chigi già la prossima settimana. Dopo essere stato presentato ieri alle parti sociali - con circa un'ora di anticipo rispetto allo scadenziario degli incontri - dal sottosegretario di viale Trastevere Valentina Aprea. L'inganno Dieci articoli "assicurano a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione per almeno dodici anni o comunque fino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età". Dieci articoli che sanciscono l'avvio del diritto dovere con l'iscrizione alla scuola primaria. Dieci articoli che però celano "in un gioco di parole abrogazione per decreto dell'articolo 34 della Costituzione nonchè l'articolo 68 della legge del 17 maggio 1999 relativa all'obbligo formativo " commenta il segretario della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza Cgil, Enrico Panini. La protesta La "rivoluzione lessicale " getta però altra legna al fuoco, poichè prende forma nell'esatto momento in cui migliaia di cittadini (scesi in piazza anche lo scorso sabato) continuano a chiedere ai dirigenti Miur e alla maggioranza al governo di togliere le mani dalla scuola pubblica. La scuola che vorrebbero addirittura innnalzasse l'obbligatorietà degli studi almeno fino al primo biennio del secondo ciclo se non fino al raggiungimento della maggiore età. "Quanti cittadini, quanti genitori, quanti insegnanti, quanti intellettuali, quanti studenti avranno fatto sentire la loro voce, in questi mesi, contro obbrobri della riforma - affermano all'unisono il responabile scuola e il senatore dei VerdiMauro Romanelli e Fiorello Cortiana - Eppure dalla Moratti non è arrivato nessun segno. Anzi il ministro ha dimostrato per l'ennesima volta l'assoluta sordità e insensibilità verso il mondo dell'istruzione. Così ricordiamo: Errare umanum, perseverare diabolicum". Brutte novità Nel testo, che arriverà in Consiglio dei Ministri per il varo definitivo dopo aver traversato le Commissioni pertinenti di Camera e Senato ad attività didattiche concluse, compaiono altre novità. Infatti il leader del Miur per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica (ultimamente in lieve calo) ha annunciato che sarà istituito presso il ministero un'anagrafe nazionale degli studenti. Un enorme registro telematico che dall'alto avrebbe il compito monitorare le prestazioni dei nostri ragazzi, andando a scovare chi si è sottratto alla formazione. Gli "scavezzacollo" saranno puniti, assicurano. Con sanzioni penali o amministrative che si riverseranno sulla testa chi non ha adempiuto a dovere il proprio ruolo di vigilantes. I responsabili hanno molti volti. Si chiamano genitori o titolari di patria potestà, ma anche sindaci (o un delegato del Comune di residenza dello studente) e dirigenti scolastici. Abbandono scolastico "Tutti liberi! - esclama Panini - Già oggi in molti lasciano la scuola prima del previsto nonostante i controlli siano affidati a organi regionali o alle singole scuole. Pensare a una gestione nazionale rende palese come per il governo l'istruzione non sia una priorità". Il decreto pone poi sullo stesso piano il sapere appreso sui banchi e la formazione professionale o l'apprendistato. Due canali equiparati. Licei e "metalmeccanici ". Così dalla segreteria della Quercia, Andrea Ranieri commenta l'ultimo il maldestro espediente targato Moratti. "Nessuno di noi ha ancora visto il decreto del ministro, ma le indiscrezioni gettando nel panico la scuola italiana. Si riconferma - spiega Ranieri - La sostituzione dell'obbligo con il diritto- dovere dalla prima classe della primaria dino ai 18 anni,trascurando un piccolo particolare che il diritto del lavoro italiano permette tutt'oggi alle imprese di assumere ragazzi di 15 anni, senza nessun obbligo di formazione. Non solo. Ma con la legge 30 sul mercato del lavoro si è reso persino non vincolante il dovere delle imprese di mandare i giovani apprendisti in formazione esterna, come era indicato dalla legge Treu".