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Unità-Moratti: ma quant'è bella l'università dell'Ulivo

Moratti: ma quant'è bella l'università dell'Ulivo Il ministro presenta la valutazione degli atenei italiani: sempre più efficienti "grazie alla riforma 3+2", quella del centrosinistra... Wa...

30/07/2004
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l'Unità

Moratti: ma quant'è bella l'università dell'Ulivo

Il ministro presenta la valutazione degli atenei italiani: sempre più efficienti "grazie alla riforma 3+2", quella del centrosinistra...

Wanda Marra

ROMA Più immatricolazioni, tempi di laurea più brevi, studenti più attivi: i dati presentati ieri dal Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnvsu) del Miur disegnano un'università decisamente più efficiente rispetto al passato, anche se non mancano problemi, come aule ancora troppo affollate, pochi alloggi, invecchiamento del personale docente. C'è una data di inizio a quello che sembra essere un nuovo trend del sistema: l'introduzione del 3+2, targata Berlinguer-Zecchino. E a dirlo non è qualcuno degli ideatori di quella riforma, ma il ministro dell'Istruzione: "In tre anni le immatricolazioni sono aumentate del 19,6%, un incremento dovuto anche al ritorno agli studi degli studenti con più di 22 anni. Ciò significa che la riforma 3+2 più due ha funzionato", ha detto la Moratti commentando i dati, con un'enfasi che fa pensare la consideri una sua vittoria.
Ma quali sono i risultati evidenziati dal Cnvsu? Tanto per cominciare, cresce la domanda di formazione universitaria. Nei tre anni di applicazione della riforma, gli immatricolati sono cresciuti complessivamente del 19,6% rispetto al 2000-2001 (ultimo anno pre-riforma). Nel 2002-2003 le matricole hanno superato quota 353.000 e quest'anno sono cresciute di altre 6.000 unità. L'impennata delle iscrizioni mette in evidenza due fenomeni: l'aumento dei ragazzi che dopo la maturità decidono di proseguire gli studi (la percentuale di immatricolati su maturi è passata dal 66,5% del 2000 al 76% del 2003) e la crescita delle matricole più adulte (gli over 22 erano il 16% nel 2000-2001 e sono diventati il 21% nel 2002-2003). Mentre crescono gli iscritti, migliora anche il percorso degli studi: è in calo la percentuale di studenti "inattivi", ossia di coloro che non sono riusciti, nell'anno, a superare alcun esame o a conseguire alcun credito. Nel 2002-2003 gli studenti che si sono laureati hanno superato quota 200 mila a fronte dei 170 mila dell'anno precedente e dei 159mila del 2000. Sale anche il numero dei laureati che conseguono il titolo entro la durata legale del corso: dal 6,5% del '99 sono saliti al 9,4% del 2002. Cresce, infine, il numero di studenti che partecipano a programmi di mobilità internazionale: nel 2002-2003 sono stati quasi 17 mila con un incremento dell'8,1% rispetto all'anno precedente e del 10% rispetto a due anni prima, anche se si tratta ancora di una frazione piccolissima della popolazione universitaria: l'1%. Nonostante queste note positive, però, ancora "è troppo presto per una verifica della qualità della formazione" ha detto il Presidente dell'Istat Luigi Biggeri. Quel che è certo, però, è che gli atenei stanno facendo un enorme sforzo, in una situazione in cui i finanziamenti da parte del Governo sono ridotti all'osso.
E a proposito di finanziamenti, ieri la Moratti ha annunciato di aver firmato il decreto con il quale si dà il via al nuovo modello di finanziamento delle università italiane, in base ai risultati da loro raggiunti, che recepisce la proposta del Cnvsu integrandola con alcuni correttivi proposti dalla Crui (Conferenza dei rettori). A regime, l'assegnazione delle risorse agli atenei verrà effettuata in base a quattro criteri: per il 30% secondo il numero degli studenti iscritti, esclusi matricole e fuoricorso; per il 30% in base ai risultati dei processi di formazione; per il 30% in base ai risultati della ricerca svolta negli atenei; la residua quota del 10%, infine, sarà assegnata come incentivo per premiare gli atenei che più si saranno impegnati in alcuni interventi (mobilità dei docenti, sostegno ai portatori di handicap e più in generale misure per sostenere il diritto allo studio). Al progetto sono stati destinati 30 milioni di euro del fondo di finanziamento ordinario 2004. "La somma destinata al momento è trascurabile" commenta Cristiano Violani del Cnu (Consiglio Nazionale universitario). Ancor più critico il parere del ds Walter Tocci: "Sarebbe normale introdurre la valutazione in una situazione in cui all'università sono garantite le condizioni minime di sussistenza, ma in questa è come prendere la febbre al moribondo".


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