Unità-"Moratti cancella la Montessori, onorevoli non votatela":
21.01.2004 "Moratti cancella la Montessori, onorevoli non votatela": genitori e piccoli alla Camera di Valentina Petrini "Se la Montessori fosse ancora viva e leggesse questa rifor...
21.01.2004
"Moratti cancella la Montessori, onorevoli non votatela": genitori e piccoli alla Camera
di Valentina Petrini
"Se la Montessori fosse ancora viva e leggesse questa riforma, se ne andrebbe in esilio volontario così come fece quando Mussolini le chiese di adattare il suo metodo educativo ai Balilla, e lei si rifiutò". Valeria è un insegnate del settimo circolo Montessori, "una scuola che ci invidiano in tutto il mondo dice - e loro la vogliono far morire". Da mesi è impegnata nella protesta per bloccare la legge 53, riforma Moratti. Sabato era con sua figlia alla manifestazione nazionale, "e non ho plagiato la mia bambina portandola al corteo, come hanno scritto molti giornali, anzi sto lottando per il suo futuro", ci tiene a sottolineare. Mercoledì pomeriggio è ancora tempo di proteste in piazza Montecitorio. Dentro la commissione per l'approvazione del decreto attuativo del tempo pieno e della figura dei tutor, si riunisce per emettere il parere definitivo sulla legge. Fuori ancora mamme, papà e insegnanti a chiedere che il governo si fermi e faccia un passo indietro.
La passione per il metodo educativo Montessori, per la crescita e la formazione dei piccoli, per il loro "semplice" lavoro da insegnanti e mamme è palese e balza subito agli occhi. "Se questa riforma passerà così com'è, la nostra scuola morirà. Fra qualche anno questo governo terminerà il suo mandato e andrà via (anche perché non credo che tutti i genitori che lo hanno votato riconfermeranno la loro fiducia) e a noi resterà questa legge malsana".
"Pensate al triste mondo. L'amore per il sapere appare ormai secondario al morbo dell'avere", è lo striscione dietro il quale a partire dalle 15 si raccolgono i manifestanti. Tra di loro discutono di come fare per riuscire a vincere la battaglia con "mamma Moratti". "Non abbiamo molti strumenti a nostra disposizione interviene una mamma, Paola S.- per non bloccare le ore didattiche manifestiamo dopo la fine delle lezioni. Dicono che siamo quattro gatti. Siamo solo persone con famiglie da gestire che difendono i diritti dei loro figli perché loro non possono farlo da soli visto che hanno dai 2 ai 13 anni".
Ma perché le scuole che adottano il metodo Montessori rischiano di chiudere con la riforma? La risposta ce la danno direttamente loro: "Il metodo educativo Montessori parte da un concetto fondamentale: capire i tempi di apprendimento del bambino e cercare di adeguarsi. Per questo ora gli insegnanti dividono la classe in gruppi e per ciascuno adottano un metodo di spiegazione differente". L'insegnante Valeria e la mamma Paola si alternano nella spiegazione. "Mi dite come sarà possibile dopo fare tutto questo si altera Valeria- se verrà ridotto il personale docenti". "Se non si sa ancora con chi svolgeranno le ore di mensa i miei figli", continua Paola.
Per capire come i bambini vengono trattati in questi istituti basterebbe per esempio vedere come si svolgono le ore di mensa, servirebbe anche per comprendere l'amore e la passione che ogni giorno insegnanti e personale tecnico ci mettono in quello che fanno. "A mensa loro sono totalmente responsabilizzati argomenta Paola- apparecchiano, sparecchiano, lavano i piatti. Hanno dei turni di lavoro. Gli insegnati mangiano con loro per controllarli, seguirli, perché quelle sono ore di educazione alimentare non di parcheggio come diventeranno dopo l'approvazione della legge che vuole la Moratti".
La legge 53 colpisce proprio il cuore del tempo pieno, non prevede coperture finanziarie adeguate, nonostante il ministro dica il contrario, non considera le esigenze di bambini con problemi, cancellando i docenti di sostegno e non chiarisce con chi staranno effettivamente i bambini nelle ore di mensa. Si parla di personale specializzato, ma sicuramente non insegnati. "Ora i nostri figli a scuola fanno i compiti conclude Valeria- non portano neanche lo zaino a casa. Hanno una sacco con il loro nome ricamato sopra e la scuola oggi è per loro una casa, non un obbligo. Domani con la riforma tutto questo lo perderemo".
Poi in chiusura una domanda, una delle tante di questi giorni: "Che la Moratti spesso non sappia di cosa parla lo avevamo capito dalla legge che ha scritto. Ma qui, invece di andare avanti, torniamo indietro. Fino allo scorso anno avevamo un laboratorio d'informatica che funzionava benissimo. Quest'anno la materia è diventata obbligatoria. Giusto chiude Valeria- Allora perché i libri di testo non sono mai arrivati e i genitori hanno dovuto sobbarcarsi spese che non gli competevano? Ricordiamo alla Moratti che la scuola dell'obbligo è ancora pubblica e gratuita per tutti".