Unità-Moratti, caccia ai filosofi
Moratti, caccia ai filosofi Il palazzo Serra di Cassano, lì sul Monte diDio, è un pezzo d'Europa che affaccia su Napoli. E sull'Italia. Ospita l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, un cen...
Moratti, caccia ai filosofi
Il palazzo Serra di Cassano, lì sul Monte diDio, è un pezzo d'Europa che affaccia su Napoli. E sull'Italia. Ospita l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, un centro che, per dirla con Raymond Klibansky e David Pears, relatori per conto dell'Unesco del rapporto sullo stato della filosofia nel Vecchio Continente "ha conquistato una dimensione che non trova termini di paragone nel mondo". Con una costellazione di corsi in tutta Europa, con pubblicazioni in sei diverse lingue e con una fanciullesca capacità di tenere insieme filosofia e storia, filologia e scienza. L'Istituto fondato e presieduto dall'avvocato Gerardo Marotta, contribuisce non solo a "fare di Napoli una vera capitale culturale", come scrivono Klibansky e Pears, ma si propone anche come modello di valore assoluto. "Senza iniziative di questo tipo - scrive il filosofo Hans-Georg Gadamer - la cultura è perduta". Uccisa dalla burocrazia. Il palazzo Serra di Cassano, lì sul Monte di Dio, è un pezzo d'Europa che rischia di chiudere. A causa della burocrazia. Da alcuni mesi i pochi dipendenti non ricevono lo stipendio. Alcune linee della luce e del telefono sono già staccate. Molti corsi e molti convegni sono scivolati in autunno. I creditori bussano al portone. E le banche rifiutano nuove linee di credito. Il motivo? Be', è uno solo. Ed è, appunto, di natura burocratica (anche se l'ostinazione della burocrazia, alla lunga, diventa scelta politica): ilMinistero dell'Istruzione di Letizia Moratti continua a tenere bloccati fondi per sei milioni di euro (dodici miliardi delle vecchie lire). Soldi che il Ministero ha già stanziato e non ha mai erogato. Soldi dovuti. E che l'Istituto di Marotta attende inutilmente dall'anno 2002 (tre milioni di euro) e dall'anno 2003 (tre milioni di euro). Il palazzo Serra di Cassano non deve chiudere. Napoli (e l'Italia) non possono permettersi di perdere quell'originale e, per molti versi, straordinaria vista sull'Europa. Napoli (e l'Italia) perderebbero una preziosa risorsa. L'Europa non capirebbe. La strada di gran lunga principale per evitare la provincialissima chiusura dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è quella che prevede la rimozione dell'ostacolo burocratico (ormai politico) e lo sblocco immediato dei fondi del Ministero. Il Ministro, signora Letizia Moratti, deve dare all'Istituto di Marotta ciò che è già dell'Istituto di Marotta. La strada di cui ha le chiavi Letizia Moratti e, comunque, il governo Berlusconi è appunto la strada di gran lunga principale. E tuttavia non è l'unica. Anche le amministrazioni locali devono intervenire, al più presto, per evitare che la Napoli e la Campania perdano quella vista, originale e straordinaria, sull'Europa. L'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è un bene pubblico che deve essere sostenuto anche con fondi pubblici. L'intervento delle amministrazioni locali, per essere efficace, deve avere tre diverse direzioni. Deve fare pressioni sul Governo centrale perché i sei milioni di euro vengano sbloccati. Deve assicurare procedure affinché risorse pubbliche locali, nuove e aggiuntive rispetto a quelle nazionali, pervengano all'Istituto attraverso procedure caratterizzate dalla massima trasparenza. Deve garantire che l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici possa continuare a essere additato a modello in Europa come luogo di produzione culturale completamente libero e autonomo. Negli ultimi giorni un'accesa polemica è scoppiata tra l'avvocato Gerardo Marotta e la Regione Campania. La Regione si è offerta di intervenire. Ma i responsabili dell'Istituto hanno letto nella proposta di intervento della Giunta regionale una seria lesione alla propria autonomia scientifica. Questa polemica va superata al più presto. Per due motivi. Sia perché il palazzo Serra di Cassano offre una vista sull'Europa che la Campania non può permettersi in alcun modo di perdere. Sia perché la polemica tra l'Istituto e la Regione rischia di far dimenticare qual è il principale responsabile della situazione: il Ministero di Letizia Moratti. E rischia di rinviare la soluzione dell'ennesima crisi che il governo Berlusconi da tre anni sta creando, con ostinata metodicità, alla cultura italiana.
Pietro