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Unità-Moratti bocciata". Centomila a Roma, verso lo sciopero generale

Moratti bocciata". Centomila a Roma, verso lo sciopero generale di Wanda Marra Un grande scroscio di grandine e la strada si colora improvvisamente di bianco. Sono le 14 e 30 e Piazza della Repub...

28/02/2004
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l'Unità

Moratti bocciata". Centomila a Roma, verso lo sciopero generale
di Wanda Marra

Un grande scroscio di grandine e la strada si colora improvvisamente di bianco. Sono le 14 e 30 e Piazza della Repubblica a Roma è gremita di insegnanti, bambini, genitori, rappresentanti sindacali arrivati da tutta Italia per protestare contro la riforma Moratti della scuola. Le condizioni atmosferiche non esattamente favorevoli creano un momento di perplessità tra la folla. Ma è solo un attimo. Poi, la testa del corteo parte. I fischietti assordanti e la musica di De Andrè accompagnano lo striscione d'apertura: "Di nuovo in piazza. Perché una scuola diversa è possibile", firmato Cgil, Cisl e Uil.

La grandine si fa sempre più fitta. Ma la reazione della gente è immediata. "Ci dà ancora più forza", dicono in molti. I palloncini colorati siglati Cgil si stagliano sullo sfondo scurissimo del cielo. E sotto gli ombrelli spuntano i visetti di tanti bambini, che nonostante il tempo, il divieto del centrodestra ad accompagnare i genitori in corteo e le parole tonanti del capocorsita azzurro Sandro Bondi, non sono stati lasciati a casa. "Sono qui perché ci vogliono togliere il tempo pieno", un grandissimo sorriso, è Gaia, 8 anni, a parlare. E la grandine? Che mi dici della grandine?. "È ancora più divertente". Sembra l'allegria la cifra dominante della mobilitazione. Un'allegria invincibile che viene opposta a una riforma cupa come il cielo, che cancella la scuola pubblica e abolisce il tempo pieno. "Questo significa che dobbiamo uscire da scuola all'una - dice Nicola, occhi azzurrissimi e lentiggini '#8211; e noi il pomeriggio giochiamo e lavoriamo".

Mentre la testa del corteo arriva quasi a Trinità de' Monti, con la Storia siamo noi di De' Gregori come sottofondo, la coda non è ancora partita. Sono tantissimi, almeno 100mila. Venezia, Trieste, Firenze, Napoli, Potenza, sono solo alcune delle città rappresentante. Moltissime le bandiere dei sindacati e nello spezzone finale dell corteo i Coordinamenti di Lotta. "Moratti bocciata", recitano tantissimi cartelli. Mentre i megafoni scandiscono: "Tremonti, Moratti. Poi faremo i conti". Enormi pacchetti di sigarette esibiscono la scritta ormai celebre: "Moratti. Nuoce gravemente alla salute". E non manca lo striscione, divenuto ormai un classico, in quella che è la terza manifestazione in due mesi: "Vogliamo andare a scuola con gioia. Ma senza Letizia".

Giuseppe ha 54 anni, viene dal Trentino, e fa il professore di scuola media dal '71: "Il nostro è uno dei sistemi scolastici migliori d'Europa. E questa riforma vuole smantellarlo, privatizzandolo", dice. "No a una scuola senza volto", è il cartello che in molti portano appeso al collo. "È quella che vuole la Moratti", spiega Patrizia. "Una scuola per confessione, per classi, per reddito. Una scuola per ignoranti, per deficienti". La definizione è di Jacopo, dell'Unione degli Studenti. Ha 18 anni, fa il V scientifico. Per adesso, ancora non c'è nulla di ufficiale sulla riforma delle superiori, vero?. "Ancora no. Ma è chiaramente questo che ne vogliono fare", dice, battagliero, al ritmo di Manu Chao.

A raccogliere e rilanciare una mobilitazione che è partita spontanea nelle città, nei paesi, nei quartieri, nelle scuole, e che da novembre va avanti battagliera, sono i sindacati. "Annunciamo per il mese di marzo - dichiara il segretario generale della Cgil Scuola, Enrico Panini - uno sciopero generale della categoria. Vogliamo una riforma vera. O saremo ascoltati o andremo avanti".

"Come confederazioni - dichiarato il segretario generale della Cisl, Daniela Colturani - portiamo avanti una proposta unitaria condivisa. Andremo avanti finchè non avremo risposte che riterremo soddisfacenti". Mentre il leader della Uil-scuola, Massimo Di Menna, sottolinea alcuni dei guasti che la riforma Moratti produrrebbe: "La verità è che cambia il lavoro degli insegnanti della scuola dell' infanzia, si riducono le ore di insegnamento di italiano, inglese, tecnica, con il sistema delle opzioni si trasforma la scuola in un supermarket dell'offerta formativa. Per di più non c'è certezza sugli organici. Ci sembrano ragioni sufficienti per protestare". Ed Epifani rilancia: "È assai probabile che il movimento di protesta crescerà fino a coinvolgere l'intera categoria. Bisogna ricordare che oltre alla questione del tempo pieno, c'è anche un'assenza di investimenti e la questione dei percorsi dei bambini, precocemente divisi".

Solidarietà a "tutti coloro che hanno scelto di impegnarsi per una scuola pubblica di qualità" è arrivata anche dal Sindaco di Roma, Walter Veltroni. Mentre il segretario dei Ds, Piero Fassino ha ribadito: "Quella del ministro Moratti non è una riforma, ma una "de-forma" che smantella la scuola pubblica e getta nell'inquietudine le famiglie italiane preoccupate di fronte a una scuola che non è più in grado di garantire ai ragazzi quel futuro sereno che tutti vogliamo".


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