FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3798685
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-Milano, chiusura scuola araba: lezione all'aperto per protesta

Unità-Milano, chiusura scuola araba: lezione all'aperto per protesta

Milano, chiusura scuola araba: lezione all'aperto per protesta di red Milano, via Qaranta 54: la scuola araba a quest'indirizzo non c'è più perché è stata chiusa dal Comune pochi giorni prima...

20/09/2005
Decrease text size Increase text size
l'Unità

Milano, chiusura scuola araba: lezione all'aperto per protesta
di red

Milano, via Qaranta 54: la scuola araba a quest'indirizzo non c'è più perché è stata chiusa dal Comune pochi giorni prima dell'inizio del nuovo anno di studi per motivi di inagibilità. Ma lunedì mattina la prima lezione dell'anno scolastico si è tenuta lo stesso. Non in aula ma sul marciapiede. È stata questa la forma di protesta scelta dai genitori degli alunni che frequentavano l'istituto arabo milanese per rivendicare il diritto a un'istruzione che tenga conto delle proprie radici e quindi ottenere dal Comune un'altra sede.

L'istituto islamico di via Quaranta era frequentato da circa 500 bambini che qui studiavano anche l'arabo. La proposta di far studiare i ragazzi in scuole statali, dove avrebbero studiato solo l'italiano, è stata rifiutata da acuni dei genitori degli alunni che hanno deciso di manifestare partecipando a una lezione collettiva di arabo sul marciapiede. Il presidio si è svolto in tranquillità e non ci sono stati problemi di ordine pubblico.

"Verremo qui ogni giorno fino a che questo problema non sarà risolto - ha dichiarato l' insegnante di arabo della scuola Said Mahfuz - Non possiamo lasciare 500 ragazzi e bambini senza scuola. I genitori in questo momento provano una rabbia intensa. Molti stanno pensando di mandare i figli in Egitto, ma non è una scelta facile".

"Mi dispiacerebbe - incalza uno dei genitori presenti - perchè l'Italia mi ha dato tanto: la casa e il lavoro. Però non voglio far crescere mio figlio senza identità. Se conoscono due lingue e due culture è un vantaggio per loro. Noi vogliamo che i nostri figli si integrino". Un altro genitore, Qamusi, tunisino, è sposato con un' italiana. Sua figlia l'ha mandata alla scuola pubblica perchè "non voglio lasciarla a casa".

Domenica i genitori dei bambini si sono incontrati col direttore scolastico regionale Mario Dutto e col provveditore Mario Zenga che hanno proposto alcune alternative come l'iscrizione alla scuola statale italiana con l'aiuto, a chi lo chiederà, a mantenere la conoscenza della lingua araba o la cosiddetta istruzione paterna. Una soluzione che, però, è stata respinta dalla maggior parte dei genitori che chiedono invece una scuola paritaria e, in attesa della sua istituzione, la riapertura di quella in via Quaranta o, al suo posto, una scuola dove poter svolgere le lezioni come prima.

A riassumere il pensiero di gran parte dei genitori è stato Mohammed El Nea Nai, 53 anni, muratore originario di Alessandria d'Egitto, da 25 a Milano e con un figlio che dovrà andare in terza media. "La loro offerta va benissimo - ha spiegato - ma manca la cosa più importante: un programma che preveda come base tutte le materie che si studiano nel nostro paese. Questo perchè non sappiamo se i nostri figli rimarranno in Italia o se ritorneranno nella nostra terra. Vogliamo che abbiano un titolo che valga in Egitto altrimenti saranno costretti a fare i lustrascarpe".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL