Unità: Maturità, tra Seneca e Lagrange scoppia il caos dei privatisti
Ieri la seconda prova scritta, lunedì i quiz Il Consiglio di Stato riammette i paritari esclusi
di Massimo Franchi/ Roma
NEL SECONDO GIORNO dell’esame di maturità, ancora una volta la giustizia amministrativa entra di traverso sul mondo della scuola. Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di alcuni studenti privatisti che non avevano potuto sostenere la prima prova nel-
la scuola privata paritaria (l’istituto Kennedy di Roma) in cui si erano iscritti. Appoggiati dal Codacons, gli studenti (molti dei quali adulti) potranno dunque sostenere l’esame nella sede della loro scuola privata a dispetto della normativa, confermata dalla Corte Costituzionale, che vietava di formare classi di soli candidati privatisti «appoggiati» alle scuole paritarie. Per evitare i cosiddetti “diplomifici” (scuole private in cui pagando anche migliaia di euro per iscriversi da privatisti all’esame di Stato), la legge di riforma approvata ad inizio anno prevedeva che i candidati esterni sono ripartiti tra le diverse commissioni degli istituti statali e paritari e che il loro numero non può superare il 50% dei candidati interni, fermo restando il limite numerico dei 35 candidati per commissione».
Per questo il ministero, dopo che i presidenti di commissione avevano verificato il problema, aveva provveduto ad inserire i candidati privatisti in eccedenza in altre scuole statali, fissando il recupero della prima prova al 5 luglio. Ora altri privatisti (scuola De Nicola, sempre a Roma) annunciano uguale ricorso e sulla vicenda si fionda anche An con un’interrogazione al ministro Fioroni, presentata da Ignazio La Russa. Prima della notizia dell’accoglimento del ricorso il ministro Fioroni era stato irremovibile: «Abbiamo garantito l’esame di maturità a tutti - ha detto - nel rispetto della legge. Garantire la violazione della legge per consentire un esame “fai da te” non è pensabile».
Ieri intanto il plotone dei quasi cinquecentomila alle prese con gli esami ha superato lo scoglio della seconda prova e ora attendono la terza multidisciplinare prevista per lunedì prossimo. Agli studenti del classico la versione dal latino era su un brano di Seneca («Io ho quel che ho donato», tratto dal De Beneficiis), che molti ragazzi hanno giudicato «ostico», mentre per i latinisti definivano «difficile ma affascinante». Gli studenti dello scientifico se la sono dovuta vedere con equazioni del luogo geometrico, teorema di Lagrange, integrali e ampiezze di angoli: in tutto due problemi (sufficiente la risoluzione di uno) e 10 quesiti (richieste almeno 5 risposte). Anche in questo caso i ragazzi hanno definito la prova «molto tosta», a conferma di un esame che rispetto agli anni passati è tornato più serio e difficile. Al liceo linguistico un ventaglio di tre temi da svolgere in lingua: sul racconto come “condensato” del romanzo; sul successo dei paesi asiatici e sull’impatto della rivoluzione tecnologica sull’accesso all’informazione. Per il tema di pedagogia nell'indirizzo socio-psico-pedagogico sono stati proposti, invece, brani tratti da «Lettera a una professoressa» di don Milani e «Uno sguardo alla vita del bambino» di Maria Montessori.