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Unità-Mandano via i cervelli migliori

Mandano via i cervelli migliori Con il licenziamento in tronco di Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell'Istituto Tumori, e con la creazione ex nihilo del costoso e tuttora misterioso Istituto ...

05/04/2004
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l'Unità

Mandano via i cervelli migliori

Con il licenziamento in tronco di Lucio Luzzatto, direttore scientifico dell'Istituto Tumori, e con la creazione ex nihilo del costoso e tuttora misterioso Istituto Italiano di Tecnologia (Itt), Genova - non certa per sua colpa o volontà - è diventata la città simbolo della politica scientifica e culturale italiana nell'era Berlusconi. Da un lato la diffidenza, fino all'ostracismo, verso chi si misura e acquista meriti assoluti sullo scenario internazionale, mostrando capacità e indipendenza. Lucio Luzzatto è stato cacciato dal suo istituto con l'incredibile pretesto che frequenta troppo il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, uno dei più grandi centri di oncologia al mondo.
Che è come proporre la cacciata da Genova dell'Arcivescovo perché ha assidue frequentazioni col Vaticano. Incredibile, appunto.
Dall'altro la generosa condiscendenza verso tutto ciò che si misura e acquista merito agli occhi di qualche feudatario locale, a prescindere dalle capacità. È il caso, appunto, dei quell'Istituto Italiano di Tecnologia sconosciuto a tutti, ma voluto da Giulio Tremonti e finanziato con i milioni di euro sottratti alle università e ai centri di ricerca. Un Istituto che è faraonico e, insieme, vuoto. Come i limoni finti fatti appendere sugli ignari alberi della città della Lanterna dal Presidente del Consiglio in persona per dare l'impressione agli ospiti stranieri in arrivo per il G8 che da noi si vive un'eterna primavera.
La mala regola Lucio Luzzatto è uno di quei cervelli in fuga che hanno ottenuto grande successo all'estero (a Londra, per la precisione) e che sono tornati in Italia non per motivi di carriera, ma per spirito di servizio. Convinto che nel nostro paese, nonostante le forti e crescenti limitazioni di bilancio, esistono le condizioni a contorno (leggi giovani ricercatori di ottimo livello) per poter creare centri di eccellenza (o meglio, poli di attrazione) in grado di competere (e di collaborare) sulla base esclusiva del merito con i grandi centri di eccellenza e poli di attrazione stranieri. La cacciata di Lucio Luzzatto non è un evento grave, ma episodico. Inizia a essere la norma, pessima. Basta ricordare la vicenda analoga di Ignazio Marino, il famoso cardiochirurgo ritornato dagli Stati Uniti in Italia che era riuscito a creare a Palermo un centro di assoluta eccellenza e che, per tutta riconoscenza, è stato costretto nei mesi scorsi a tornarsene di corsa negli States. A Genova come a Palermo il messaggio è lo stesso: cervelli in fuga che cercate di ritornare, perdete ogni speranza. Perché qui, per voi, non ci sono soldi. E anche quando ci sono, non c'è autonomia, che, nell'Italia berlusconiana, è merce molto più rara e preziosa.
D'altra parte anche la creatio ex nihilo del faraonico e vuoto Itt non è un'eccezione, ma inizia a essere una regola. Non ha suscitato, forse, altrettanto scalpore la trasformazione per legge dell'Istituto San Pio V di Roma in ente di ricerca? E non desta, forse, una perplessità simile a quella suscitata dalla vista dei famosi limoni del G8 l'idea di creare una serie di centri di ricerca definiti di eccellenza se questi centri, come sostiene Carlo Bernardini, non divengono anche e soprattutto poli di attrazione? Ma come si pensa di creare dei poli di attrazione se le eccellenze che abbiamo (da Luzzatto a Marino) le cacciamo via?
Gli input del premier La verità è che l'insieme dei messaggi che l'Italia di Berlusconi sta mandando in giro per il mondo è devastante non solo per l'immagine scientifica e culturale (e democratica) del nostro paese. Ma anche per ogni politica, sia pur minima, tesa a rallentare o, addirittura, a invertire la fuga all'estero dei nostri cervelli. La calabrese Sandra Savaglio si è guadagnata, nelle scorse settimane, la copertina di Time come emblema dell'imponente brain drain, drenaggio dei giovani cervelli, dall'Europa verso il Nord America. E le sue dichiarazioni alla prestigiosa rivista sono state precise: negli Usa guadagno tre volte quello che mi darebbero in Italia. Ma se non torno nel mio paese non è perché i soldi sono pochi. È perché manca l'autonomia e il merito è tenuto in scarsa considerazione.
Per rallentare la fuga dei nostri cervelli, giovani e meno giovani, occorrerebbe non solo e non tanto un incremento di fondi. Ma anche e soprattutto un netto aumento di autonomia e di meritocrazia. Un riconoscimento del merito non da parte di qualche zelante funzionario di governo, ma sulla base delle procedure in voga nella comunità scientifica internazionale. Licenziando un oncologo di assoluto valore mondiale come Lucio Luzzatto, dopo aver costretto un cardiochirurgo di assoluto valore mondiale come Ignazio Marino a ritornarsene negli Stati Uniti, il messaggio che il nostro paese manda ai suoi cervelli espatriati è inequivocabile: restate dove siete, qui non c'è posto per voi e per le vostre velleità. Nell'Italia di Berlusconi c'è posto solo per limoni finti che accettano di farsi appendere ad alberi sterili.

Pietro Greco


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