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Unità-Lunedì manifestazione a Roma: in piazza la scuola che resiste

.11.2004 Lunedì manifestazione a Roma: in piazza la scuola che resiste di Edoardo Novella Contro il taglio di 17mila insegnanti minacciato dal governo, contro le porte chiuse al rinnovo di un c...

14/11/2004
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l'Unità

.11.2004
Lunedì manifestazione a Roma: in piazza la scuola che resiste
di Edoardo Novella

Contro il taglio di 17mila insegnanti minacciato dal governo, contro le porte chiuse al rinnovo di un contratto fermo da 11 mesi. Tutto il mondo della scuola lunedì dice no: dalle materne alle superiori, sciopero generale per oltre 1 milione di lavoratori tra dirigenti, docenti e personale tecnico amministrativo. "Blocco" per oltre 8 milioni di alunni. Grande appuntamento di piazza a Roma, con due cortei (confederali da una parte, Cobas e Unicobas dall'altra) a cui parteciperanno in centinaia di migliaia: pullman, treni speciali da tutti gli angoli d'Italia. In piazza anche gli studenti: perchè l'istruzione pubblica sia davvero per tutti.

Il diktat dei conti. La scure della Finanziaria è pronta ad abbattersi sul sistema insegnamento. È di piombo il silenzio del ministro Moratti, tenuto in un angolo, sacrificata alle esigenze di cassa, costretta a non aprir bocca sull'emendamento fiscale che le "sottrae" circa 350 milioni di euro. "La scarsa considerazione del ministro - commenta Andrea Ranieri, responsabile "sapere" dei Ds - è solo la conferma del disprezzo che il governo ha per i temi di tutta la conoscenza. La vicenda della scuola infatti fa il paio con il blocco delle assunzioni all'università". Siniscalco parla chiaro: dotazione organica ridotta del 2%, un 2% ulteriore per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario. La "somma": -17mila. È l'effetto "tetto di spesa". Che Siniscalco applica come può. "Ma il ministro lo sa che c'è uno sciopero generale? - si chiede la parlamentare Ds Alba Sasso, la prima a lanciare l'allarme sui tagli - Mi sembra almeno bizzarro che un ministro vada a presentare misure così devastanti proprio a ridosso di una mobilitazione immensa. Ma la risposta forse è che non si rendono davvero conto di quello che succede nelle scuole, di quanto forte sia lo scontento".

Promesse all'aria. "Vogliamo un radicale cambiamento della Finanziaria che, - spiega Enrico Panini della Cgil - come dimostra il testo recentemente approvato dalla Camera, butta nel cestino oltre 100mila immissioni in ruolo, pur previste da una legge approvata solo nel giugno scorso, che taglierà in modo consistente migliaia di posti di lavoro e ridurra ulteriormente le risorse destinate alle singole scuole". Per quanto riguarda poi "i 16 mila miliardi di vecchie lire in cinque anni, annunciati come un investimento certo dal Consiglio dei ministri circa un anno fa, si rivelano per quello che sono: una bufala propagandistica. Considerato che in questa legge Finanziaria ne vengono stanziati meno dell'1%". Indice puntato anche contro al "devolution" appena approvata in ossequio a Bossi: "Scioperiamo anche contro un sistema di istruzione ridotto in 20 'mini-sistemi' regionali, ognuno diverso dall'altro per programmi, finalità, condizioni economiche e trattamento del personale".

C'è poi tutta la questione dei contratti: scaduti a dicembre 2003, quelli dei dirigenti scolastici fermi addirittura da 35 mesi. Incontri per il rinnovo non ci sono ancora stati: il governo non si fa vivo. Restano promesse, vecchie: "Palazzo Chigi - spiega il segretario generale della Uil Scuola, Massimo di Menna - ha ipotizzato un incremento nel biennio 2004-05 del 3,6%, i sindacati dell'8%. Ma, sinora, non è arrivata alcuna convocazione".

Malascuola sulla pelle. Cifre, che però diventano "cose". Cose che non ci sono, ogni giorno. "Questi tagli - spiega ancora Ranieri - hanno effetti disastrosi. Gli alunni aumentano e ciò richiederebbe più qualità e migliore personalizzazione dell'insegnamento: l'inserimento di chi è straniero esigerebbe classi più ristrette, mediatori culturali: invece nulla di nulla". Difficoltà per gli studenti che cercano di inserirsi, difficoltà anche per quelli da "recuperare": "Il ministro Moratti solo la scorsa settimana sbandierava che avrebbe riportato a scuola 70mila ragazzi. Ma come si può pensare di combattere l'evasione scolastica senza fondi? E poi, quelli che vorrebbe recuperare sono giovani "difficili". Finirebbero in classi sempre più stracolme, quasi camerate. E le camerate tendono ad escludere i più deboli".

Oggi a Roma il corteo sarà doppio. Da una parte i confederali, dall'altra Cobas e Unicobas. Spiega Piero Bernocchi: "I confederali - dice il leader dei Comitati di base - hanno risposto negativamente, anche sulla confluenza dei cortei in una stessa piazza con diritto di parola pure per i Cobas, sostenendo che le piattaforme sono troppo diverse. In effetti, noi, come tutto il movimento, chiediamo l'abrogazione di leggi e decreti mentre almeno Cisl e Uil vogliono 'riformare la riforma', cioè emendare solo alcuni tra i tanti scandalosi punti della riforma".


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