Unità-Lra CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università italiane, ha stigmatizzato
Lra CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università italiane, ha stigmatizzato il fatto che una delle leggi-omnibus approvate in questi giorni ha sottratto risorse al già esiguo fondo destinato alle u...
Lra CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università italiane, ha stigmatizzato il fatto che una delle leggi-omnibus approvate in questi giorni ha sottratto risorse al già esiguo fondo destinato alle università statali per aumentare del 7% lo stanziamento per le università private, recentemente aumentate di numero; giustamente, l'Unità ha dato rilievo alla notizia.
Al contempo, tutta la stampa, anche in questo caso a ragione, dà spazio al grido di dolore dell'Università di Urbino: ottimamente qualificata, ma ormai insufficientemente sostenuta da privati ed Enti locali, essa ha chiesto la statizzazione e non riceve risposte.
Non ha avuto invece finora alcuna risonanza un altro, recentissimo, elemento che caratterizza la linea governativa nei confronti delle Università private: esse sono esentate dalla qualità, pur essendo finanziate (ovviamente, non per la totalità del loro bilancio, e ciò spiega il caso Urbino).
Il decreto 270 del 2004 è stato sbandierato dal Ministro Brichetto Moratti come foriero, finalmente, della moralizzazione degli Atenei: basta con l'autoreferenzialità, molti Corsi di studio sono attivati solo per compiacere interessi accademici anche se il loro corpo docente è troppo esiguo, gli studenti hanno diritto a un servizio didattico di livello. Successivi decreti hanno precisato i "requisiti minimi", in assenza dei quali i Corsi non possono essere attivati.
Tutte le Università italiane hanno perciò destinato le passate settimane a un serio riesame della loro offerta didattica; in molti casi, anche Atenei di antichissima tradizione hanno rinunciato alla prosecuzione di curricoli già in atto, ridistribuendo il proprio corpo docente in modo da soddisfare i parametri stabiliti.
Alla vigilia delle scadenze previste, una circolare del 18 marzo (Prot. 91/SEGR/DGU) esenta le università non statali dal rispetto dei requisiti: per il MIUR, il desiderio di compiacere i gestori vale in questo caso più del diritto degli studenti a Corsi sostenuti da una docenza adeguata. Per coprirsi, il Ministero ha graziato anche le Università statali di recentissima istituzione: come se i problemi del decollo di chi inizia ora giustificassero gli eventuali mancati standards per la Cattolica o la Bocconi, operanti da molti decenni.
La ricerca di coperture non è una novità, in questo settore. Già nel 1982, quando fu approvata la prima legge relativa ad un complesso di statizzazioni, Urbino doveva essere nel gruppo; la Democrazia Cristiana si oppose. Infatti, essendo Urbino pluralista e con una forte presenza anche di cultura laica e di sinistra, tenerla come ostaggio nel blocco delle non statali serviva per avere alleanze quando vi era da spingere per il finanziamento di queste, in particolare della Cattolica; il che puntualmente si verificò, in molte occasioni.
Un ultimo codicillo, a proposito dell'esenzione dai requisiti: la normativa è precisa, non può essere una circolare a modificarla. Per giunta, nella legge del 1990 - tuttora in vigore - istitutiva dell'autonomia universitaria è scritto esplicitamente che il Ministero non può impartire disposizioni con circolare: al proponente di tale norma, il Senatore Cavazzuti, fu allora obiettato che si trattava di una precisazione un po' curiosa in un testo legislativo, ma egli evidentemente conosceva i suoi polli&