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Unità-Lra CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università italiane, ha stigmatizzato

Lra CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università italiane, ha stigmatizzato il fatto che una delle leggi-omnibus approvate in questi giorni ha sottratto risorse al già esiguo fondo destinato alle u...

27/03/2005
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l'Unità

Lra CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università italiane, ha stigmatizzato il fatto che una delle leggi-omnibus approvate in questi giorni ha sottratto risorse al già esiguo fondo destinato alle università statali per aumentare del 7% lo stanziamento per le università private, recentemente aumentate di numero; giustamente, l'Unità ha dato rilievo alla notizia.
Al contempo, tutta la stampa, anche in questo caso a ragione, dà spazio al grido di dolore dell'Università di Urbino: ottimamente qualificata, ma ormai insufficientemente sostenuta da privati ed Enti locali, essa ha chiesto la statizzazione e non riceve risposte.
Non ha avuto invece finora alcuna risonanza un altro, recentissimo, elemento che caratterizza la linea governativa nei confronti delle Università private: esse sono esentate dalla qualità, pur essendo finanziate (ovviamente, non per la totalità del loro bilancio, e ciò spiega il caso Urbino).
Il decreto 270 del 2004 è stato sbandierato dal Ministro Brichetto Moratti come foriero, finalmente, della moralizzazione degli Atenei: basta con l'autoreferenzialità, molti Corsi di studio sono attivati solo per compiacere interessi accademici anche se il loro corpo docente è troppo esiguo, gli studenti hanno diritto a un servizio didattico di livello. Successivi decreti hanno precisato i "requisiti minimi", in assenza dei quali i Corsi non possono essere attivati.
Tutte le Università italiane hanno perciò destinato le passate settimane a un serio riesame della loro offerta didattica; in molti casi, anche Atenei di antichissima tradizione hanno rinunciato alla prosecuzione di curricoli già in atto, ridistribuendo il proprio corpo docente in modo da soddisfare i parametri stabiliti.
Alla vigilia delle scadenze previste, una circolare del 18 marzo (Prot. 91/SEGR/DGU) esenta le università non statali dal rispetto dei requisiti: per il MIUR, il desiderio di compiacere i gestori vale in questo caso più del diritto degli studenti a Corsi sostenuti da una docenza adeguata. Per coprirsi, il Ministero ha graziato anche le Università statali di recentissima istituzione: come se i problemi del decollo di chi inizia ora giustificassero gli eventuali mancati standards per la Cattolica o la Bocconi, operanti da molti decenni.
La ricerca di coperture non è una novità, in questo settore. Già nel 1982, quando fu approvata la prima legge relativa ad un complesso di statizzazioni, Urbino doveva essere nel gruppo; la Democrazia Cristiana si oppose. Infatti, essendo Urbino pluralista e con una forte presenza anche di cultura laica e di sinistra, tenerla come ostaggio nel blocco delle non statali serviva per avere alleanze quando vi era da spingere per il finanziamento di queste, in particolare della Cattolica; il che puntualmente si verificò, in molte occasioni.
Un ultimo codicillo, a proposito dell'esenzione dai requisiti: la normativa è precisa, non può essere una circolare a modificarla. Per giunta, nella legge del 1990 - tuttora in vigore - istitutiva dell'autonomia universitaria è scritto esplicitamente che il Ministero non può impartire disposizioni con circolare: al proponente di tale norma, il Senatore Cavazzuti, fu allora obiettato che si trattava di una precisazione un po' curiosa in un testo legislativo, ma egli evidentemente conosceva i suoi polli&


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