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Unità: Lo scandalo degli atenei senza qualità

vero che gli atenei italiani sono passati in pochi anni da 41 a 78, ma quale sarebbe il numero "giusto" per un Paese di quasi 60 milioni di abitanti?

07/11/2006
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l'Unità

SALVATORE SETTIS

Ha ragione Mario Pirani (La Repubblica del 26 ottobre) di stigmatizzare alcuni mali endemici dell´università italiana: in particolare, la proliferazione delle sedi universitarie (sia per fondazione di nuovi atenei, sia per "gemmazione" in sedi periferiche, o meglio occupazione del territorio, da parte di quelli preesistenti), la pessima concessione di crediti formativi, senza controlli né esami, a chiunque abbia esperienze lavorative. Infine, uno spirito corporativo diffuso fra quelli che lavorano nell´università, dai rettori ai bidelli, tutti assai poco inclini all´autocritica e pronti a mettersi sul piede di guerra ogni volta che i "diritti pregressi" (veri o finti) di una qualche categoria vengano messi in forse. Sarebbe facile rincarare la dose, riprendendo quanto anche altri hanno denunciato (per esempio, Gian Antonio Stella sul Corriere): ricordando le nuove università ad personam, generate dal nulla, da questo o quel politico, nei rispettivi collegi elettorali; la sciatta retorica delle "scuole d´eccellenza", che si autodefiniscono tali prima ancora di avere uno studente, un professore, un laboratorio, un libro; l´indecente localismo delle carriere, per cui passare da dottorando a ricercatore, associato, ordinario senza spostarsi di un metro è diventato non l´eccezione (come anche in Italia era fino a pochi anni fa), ma la regola.
Eppure, ahinoi, non è tutto. È vero che gli atenei italiani sono passati in pochi anni da 41 a 78, ma quale sarebbe il numero "giusto" per un Paese di quasi 60 milioni di abitanti? Nel sistema universitario più dinamico del mondo, quello americano, le università sono circa 3.800, una per ogni 80.000 abitanti: se in Italia si dovesse rispettare questa proporzione, i nostri atenei dovrebbero essere più o meno 725. In Germania le istituzioni universitarie sono più di 300, in Spagna 73, in Svezia 47, in Svizzera più di venti. Il problema non è dunque il numero degli atenei, ma la loro caratterizzazione e la qualità del lavoro che fanno. La moltiplicazione delle sedi universitarie è un fenomeno generale del XX secolo, risponde alle profonde trasformazioni della società che hanno trasformato l´università da istituzione di élite a istituzione di massa


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