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Unità: Le «grembiuline» in piazza, la protesta continua

Gli studenti si mobilitano per fermare la deriva. Ma il governo sul decreto minaccia la fiducia

05/10/2008
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l'Unità

di Maristella Iervasi / Roma

LA GELMINI non c’era ma le «Grembiuline» hanno sfilato lo stesso. In fila indiana e su ogni pancia una lettera dipinta, 13 studentesse della Rete degli studenti hanno
scelto lo stesso metro mediatico della ministra dell’Istruzione per mascherare le «balle» sulla scuola. E così conciate hanno dato vita ad un flash-spot in viale Trastevere: una voce dal megafono ha dato il ciak e loro hanno aperto il candido grembiule formando tutte insieme un messaggio inequivocabile: «Stop al ballismo!» e un kit ad hoc è finito nelle mani dei passanti-spettatori. Perchè «le balle che si dicono sulla scuola sono tante e invece sotto il grembiule non c’è proprio niente. «La ministra - sottolinea Serena C., coordinatrice delle Grembiuline - sta alle regole di Tremonti e non difende l’Istruzione». Meno ore di scuole non vuol dire più qualità, il voto in condotta non fa rigore e il grembiule non fa uguaglianza sociale.
Il mondo della scuola sono giorni che si alterna a staffetta nelle piazze d’Italia. E dopo la linea dura di Guglielmo Epifani, leader Cgil, lo sciopero generale dei confederali della Conoscenza è in calendario per la fine del mese. Mimmo Pantaleo, segretario Flc-Cgil, ha avviato proprio ieri le procedure per una «serrata» generale delle scuole e finalmente anche la Cisl ha preso posizione: «Il governo cambi posizione o sarà sciopero» - ha detto Raffaele Bonanni. Immedita la replica del ministro: «La Cisl rifletta».
Sul piatto la controriforma Gelmini con il massacro dell’istruzione pubblica (87.400 posti docente in meno e altri 44.500 tra collaboratori scolastici e segretari) ma anche il decreto 137 che prevede, tra l’altro, il ritorno del maestro unico, le pagelle in numeri e la condotta-bocciatura. Un testo che deve essere convertito in legge e sul quale il governo metterà la fiducia, forse già da martedì. L’opposizione ha presentato 250 proposte di modifica sul merito delle questioni. Roberto Giachetti, deputato Pd: «Fiducia sul decreto? Se finirà così è per problemi interni alla maggioranza». Mentre il Codacons chiede parlamentari di non votare il decreto: «Siamo pronti a pubblicare i nomi di deputati e senatori che licenziano migliaia di insegnanti e provocano danni strutturali all’istruzione».
A Roma un sit-in vicino al ministero. A Torino, piazza Castello 30mila manifestanti: mamme, papà, bambini con i fischietti, sindacati, esponenti della sinistra e comitati di quartiere. E non finisce qui. Il prossimo 10 ottobre si replica in oltre 50 piazze d’Italia, poi la mobilitazione dei Cobas e del Gilda.
Tiziana Capriotti del Coordinamento genitori democratici (Cgd) prende il microfono della Rete degli studenti e dice: «Dobbiamo smontare le bugie che la Gelmini dice perchè è bene appoggiata. Dobbiamo informare i cittadini, le persone che hanno votato questo governo». E lancia una proposta agli studenti: «Non fermiamoci alle scuole, andiamo insieme anche nelle palestre, nelle piscine, fuori dai supermercati. Informiamoli e apriamogli gli occhi». E Alba Sasso, della Sinistra democratica, aggiunge: «La scuola deve migliorare ma non si può permettere di farla tornare indietro come sta facendo questo governo che con l’esigenza di far cassa ha costruito una ideologia». Mentre Sofia Toselli del Cidi fa sua l’«emergenza ballismo» degli studenti: «Chi oggi con l’evoluzione tecnologica e sociale porterebbe il proprio bambino solo dal medico di famiglia? Lo stesso vale per la scuola: non si può dare solo al maestro unico la complessità dei saperi».


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