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Unità: La strada maestra è la concertazione

Le sirene che inneggiano al decisionismo vanno respinte, con la futura legge finanziaria sono in gioco gli interessi generali

08/07/2006
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l'Unità

Bruno Ugolini

L’ANALISISono molte le sirene che si muovono attorno al governo di Romano Prodi. Sono voci suadenti che hanno elogiato le recenti misure assunte per far soffiare il vento delle liberalizzazioni tra taxisti, farmacisti, avvocati, notai, assicuratori. Magari senza entrare nel merito delle misure. Quel che è piaciuto è soprattutto il metodo.

Quello che entusiasma costoro è il decisionismo, il coraggio di agire senza discutere con gli interessati, senza «concertare». Sono gli stessi che subito dopo hanno sostenuto che ora occorre piegare ben altre e più potenti presunte corporazioni. Alludevano al mondo del lavoro dipendente e alle organizzazioni che tale mondo rappresentano,ovverosia i sindacati.

Sono sirene pericolose, da respingere. Come del resto ha fatto il governo, già instaurando un dialogo con categorie come i taxisti.

Lo stesso tracciato è sembrato perseguire il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, quando, indicando per il 2007 un’inflazione programmata al 2%, ha sostenuto che si tratta di un traguardo (quello che condiziona la parte salariale dei rinnovi contrattuali) raggiunto dopo, appunto, una prima discussione con i sindacati. I quali, ad onor del vero, avevano indicato una cifra, l’1,9 per cento, non molto lontana da quella scelta.

Un inizio, dunque, ancora in salita, ancora insoddisfacente per Cgil, Cisl e Uil come testimoniano le dichiarazioni di Guglielmo Epifani, di Raffaele Bonanni e di Antonio Foccillo, ma che a noi sembra, almeno su questo punto relativo all’inflazione programmata, del tutto diverso da quello che caratterizza il precedente governo di centrodestra. Quando si rendevano note, per imperio, sempre a proposito di inflazione programmata, cifre ridicole, del tutto irrealistiche. Così come appaiono del tutto dissimili dal passato le misure già rese note per combattere l’evasione fiscale (il pacchetto Visco).

Certo la vera carne al fuoco deve ancora arrivare e riguarda gli interventi sullo stato sociale. Sono però ancora tutti da definire. E qui si vedrà davvero se il governo vorrà e potrà mantener fede agli impegni solennemente assunti in tante occasioni, circa la volontà di mettere in pratica quel metodo concertativo seppellito dal centrodestra. Senza ascoltare, dunque, le sirene del decisionismo ad oltranza di cui abbiamo detto. È infatti possibile comprendere le difficoltà nel realizzare una discussione preventiva con taxisti o notai.

Nel caso della futura legge finanziaria non sono però in gioco interessi di categoria, sia pure importanti. È in gioco il ruolo di un intero mondo del lavoro che ha testimoniato, in tutti questi anni, persino durante il governo di centrodestra, una linea di condotta improntata alla serietà . Ha saputo non farsi trascinare da dissennate spinte corporative, ha saputo farsi carico di interessi generali. L’Italia non sarebbe entrata nell’Unione eropea senza una tale prova di responsabilità . Cgil, Cisl e Uil non hanno privilegi particolari da difendere, non c’è un ordine dei metalmeccanici o dei lavoratori atipici o del pubblico impiego. Non partecipano a mercati di licenze, non hanno rendite assicuratrici di ricchezze smodate. Le loro proposte, i loro obiettivi rivendicativi mirano ai diritti delle persone ma anche ad obiettivi generali. Lo sviluppo innanzitutto, la crescita. Perchè senza questa priorità non sarà risolto nemmeno il problema del cancro dei conti pubblici. E non si può far ripartire la crescita senza coesione sociale, senza un ruolo non umiliato dei produttori di ricchezza. Le sirene anticoncertazione giocano solo allo sfascio.


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