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Unità: La scuola si ferma il 30

Oggi le piazze agli studenti

10/10/2008
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l'Unità

di Maristella Iervasi / Roma

Non piace a nessuno la controriforma Gelmini sulla scuola. Neppure alle Regioni, ad eccezione di Lombardia e Veneto. Il paese è in perenne mobilitazione contro i tagli all’istruzione e il maestro unico. I confederali uniti hanno finalmente deciso: sciopero generale il 30 ottobre con corteo a Roma. Oggi in oltre 80 città i cortei degli studenti (Uds e Rete degli studenti medi), mentre nelle scuole elementari crescono le assemblee pubbliche e i sit-in di genitori e insegnanti: come alla scuola «dei Cesaroni» alla Garbatella, nell’XI municipio della capitale. E il movimento spontaneo dei Genitori Uniti (Gds) scrive ai papà e alle mamme del centrodestra: «Riflettete sulle conseguenza della riforma». Eppure Gelmini maestra unica continua a stupirsi di tanto malcontento. «Non comprendo le ragioni di questo sciopero», ha detto riferendosi alla protesta unitaria di Flc-Cgil, Cisl e Uil-scuola, Snals-Confsal e Gilda, a cui si sono affiancati anche i dirigenti scolastici. «La scuola - ha precisato il ministro - ha bisogno di un grande sforzo innovatore e il coraggio di tutti per farla funzionare e non per certo per bloccarla».

Gli assessori regionali all’Istruzione non ci stanno. E puntano i piedi. Vogliono l’abrogazione dell’articolo 4 del decreto sul maestro unico. E in sede di conferenza unificata tra Stato, regioni e autonomie locali prevista per la prossima settimana, hanno intenzione di mantenere il punto. In gioco c’è l’offerta scolastica sui territori. Di conseguenza, con il maestro a 24 ore settimanali i costi dell’impoverimento dell’offerta scolastica per le famiglie ricadrebbero inevitabilmente sugli enti locali. E la maggioranza assoluta degli assessori, tranne il Nord di Formigoni e Bossi, non ci sta a fare da parafulmine. L’assessore regionale della Campania, Corrado Gabriele, ha già deciso di non partecipare al tavolo tecnico con la Gelmini. E non è escluso che altri assessori, soprattutto del Sud, non facciano lo stesso. Silvia Costa, assessore del Lazio e coordinatrice della IX Commissione per la Conferenza delle Regioni: «Sul decreto non si è verificato alcun confronto preventivo con il ministro, pur sollecitato subito dopo l’approvazione della manovra finanziaria».

Ma torniamo alle proteste. «Non è che l’inizio. Portiamo il nostro sconcerto in piazza, suoniamole alle Gelmini» sono gli slogan dei cortei cittadini di oggi. A Roma il corteo partirà alle 9.30 dalla Piramide per poi raggiungere Trastevere. Lo «sconcerto» del sindacato studentesco si manifesterà con tamburi, pentole, fischietti, cucchiai per «far sentire un’altra musica». Ci sarà al loro fianco anche la Rete degli studenti medi con le «Grembiuline». E lo stesso scenario si ripeterà in contemporanea a Torino, Firenze, Milano, Bologna, Palermo.

Di chiara connotazione anti-Gelmini è anche lo sciopero dei Cobas, appoggiato da Rifondazione Comunista e Pdci. Per Piero Bernocchi, della confederazione di base, «sarà quello del 17 ottobre il più grosso sciopero generale e la più grande manifestazione» e non quello dei Confederali. Invece è proprio il 30 ottobre che potrebbe esserci tutti: in serata l’Unicobas ha fatto sapere: «Noi ci siamo». Obiettivo: le dimissioni della Gelmini. m.ier.


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